17 gennaio 2006

Un broadcaster per niente facile

Diversi anni fa, quando seguivo molto le trasmissioni delle emittenti internazionali per collezionare il maggior numero di segnali, Voice of Mongolia, da Ulaan Baator era una autentica bestia nera. Col tempo, l'interesse dell'hobbysta si è spostato verso le stazioni distanti ma a carattere locale sulle bande tropicali e sulle onde medie, che in teoria dovrebbero essere più difficili delle broadcast. E invece no, con le stazioni comunque lontane non ci sono particolari certezze. Voice of Mongolia è rimasta nella lista dei most wanted, anche se obiettivamente il numero di tentativi si era ridotto rispetto al passato. Così mi ha fatto incuriosire l'altro giorno la lettura di alcune segnalazioni di Voice of Mongolia ascoltata in Europa sulla sua storica frequenza di 12085 kHz (insieme ai 12015 kHz), alla periferia della banda dei 25 metri. E in effetti eccolo lì, l'elusivo broadcaster internazionale. Poco prima delle 8 e 30 del mattino ora UTC, sui 12085 kHz si può davvero ascoltare Voice of Mongolia con il suo programma in giapponese. Dopo mezz'ora segue lo slot nella lingua locale, il mongolo, appartenente al gruppo altaico ma scritta in caratteri cirillici. Alle 9 e 30 inizia lo slot in mandarino e alle 10 dovrebbe iniziare il programma in inglese. Senonché a quell'ora il segnale, che raggiunge il suo picco verso le 9 è bell'e che andato. Guardando alla posizione della linea d'ombra del sole, in effetti si nota una corrispondenza geografica con la Mongolia, proprio quando la sua Voce, arriva con maggiore intensità. Per avere un'idea di come arriva con un ricevitore normale come il Palstar R30, un buon communications receiver americano di dimensioni molto ridotte, e una antenna filare molto corta esterna (ma in effetti basta anche un portatilino come il sorprendente cinese Degen DE1103) trovate questo clip MP3 registrato tra i due slot giapponese e mongolo.
Perché è così difficile ascoltare le trasmissioni per l'estero da Ulaan Baator? La frequenza di 12085 kHz è occupata per lunghi tratti della giornata da Radio Damasco. E alle 8 e 30 le antenne dovrebbero essere rivolte verso il sud dell'Asia. In teoria, come riportato nei file con tutti gli orari delle emittenti broadcast curato da Birkwirth su www.eibi.de.vu, Voice of Mongolia ritorna più tardi, alle 15 e ancora alle 20 UTC, in inglese (alle 20 il segnale dovrebbe essere rivolto verso l'Europa), ma non sono riuscito a controllare in questi giorni. Il fatto è che la stessa frequenza è occupata negli stessi orari da Radio Pyong Yang e l'ultima volta che ho provato, mesi fa, si sentiva solo quella. L'amico Walter Mola, di Torino, mi ricorda che a proposito di questa sfuggente stazione si raccontava anni fa di un sito trasmissivo affossato in una valle che attenuava senza rimedio l'irradiamento dei segnali a bassa angolatura e con loro le chance di andare molto lontano. In compenso però, i servizi interni di Radio Mongolia su 4830 e 4895 kHz, nei 60 metri, in genere si sentono benino alle 22, ora di inizio dei programmi. Questa resta una capitale remota, freddissima di inverno (in queste ore ci sono trenta gradi sottozero), di uno stato un tempo chiusissimo e misterioso, che con il crollo di muri ed ideologie varie ha avviato un lento processo di riapertura. Quest'anno, segnala il sito dell'ufficio turistico nazionale, lo stato mongolo celebra il suo ottavo centenario, un evento che tra luglio e settembre verrà ricordato con la ricostruzione (cinquecento militari a cavallo bardati con costumi e armi d'epoca) delle cariche del mitico Cinggis Khaan.

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