09 febbraio 2006

L'oltrefrontiera del digitale


Dopo aver letto qui su Radiopassioni dell'attivazione del DAB in Ticino nella parte settentrionale del cantone, Paolo De Berti mi scrive gentilmente dalla Svizzera, poco fuori da Chiasso, confermandomi che a partire da oggi anche nel Sottoceneri, e cioè a Lugano e Mendrisio, si può ascoltare il multiplex della radio digitale, composto secondo Paolo dalle seguenti stazioni (tra parentesi i relativi bit rate):

  • Rete 1 (128 kbps)
  • Rete 2 (160 kbps)
  • Rete 3 (128 kbps)
  • CH - Pop (128 kbps)
  • CH-Classic (128 kbps)
  • CH-Jazz (112 kbps)
  • RR SRG1 (128 kbps)
  • DRS Musicwaelle (128 kbps)
  • Option musique (128 kbps)

Sono così confermate le notizie che lo stesso direttore della Radio della Svizzera Italiana, Jacky Marti, mi aveva fornito giorni fa a Lugano. Con Marti, Luciano Lavagetti, responsabile comunicazione e Gino Buscaglia, portavoce di RSI e curatore dei programmi sul cinema di Radio 2, ho trascorso un piacevole pomeriggio, comprensivo di visita degli studi di Lugano Besso. Oltre ai tre programmi che i ticinesi oggi ascoltano (e continueranno ad ascoltare) anche in FM, il multiplex della Svizzera italiana comprende il canale in lingua romancia i due canali di musica folk e nostalgica oggi trasmessi in onde medie e tre programmi, jazz, classico e pop, che finora erano disponibili solo via satellite. Per ora l'offerta DAB non comprende stazioni commerciali, perché l'authority elvetica, l'Ufcom, ha affidato il mandato dell'emittenza digitale alla società pubblica, o meglio una "unione privata di associazioni" ispirata al modello di holding del diritto privato, Srg-Ssr Idée Suisse. Ma si sta lavorando anche alla creazione di bouquet con emittenti commerciali (in Svizzera la radio pubblica è finanziata dal canone e non può trasmettere pubblicità). Basta tener d'occhio il sito Inforadio.ch di Sacha Delcol per conoscere le ultime novità dal nostro vicino e confratello di madre lingua.
Parallelamente, vale la pena di ricordarlo, il Ticino si appresta a spegnere, il prossimo 24 luglio, i suoi trasmettitori televisivi analogici, nell'ambito della definitiva transizione al DTT, il digitale televisivo terrestre. Ho parlato della cosa con il direttore della TSI, Remigio Ratti, per preparare una storia per la rivista luganese Ticino Management. La questione del digitale terrestre svizzero interessa molto le aree frontaliere dell'alta Italia che (Milano compresa) oggi possono ricevere il primo canale di TSI sulle frequenze UHF del canale 36. La questione è molto complessa, perché pur essendo oggetto di accordi con la nostra amministrazione postale, questo canale non è affatto rivolto "all'estero" ma deve servire le aree più meridionali del Canton Ticino, senza essere disturbato dalle tv pubbliche e commerciali lombarde. La prospettiva dello spegnimento del canale 36 non piace per niente a centinaia di migliaia di italiani che seguono gli ottimi programmi della TSI. Al punto che un sito Internet amatoriale, Daxmedia, curato da Dario Dossena e Alessandro Lombardo, ha lanciato l'iniziativa Daxmedia 4 TSI. Dossena e Lombardo, rispettivamente doppiatore e programmatore informatico, entrambi giornalisti del settore broadcast, cercano attraverso una pagina del loro sito dedicato al puntuale sorvegliamento delle frequenze televisive lombarde, di sensibilizzare la pubblica opinione e i decisori, di qua e di là del confine. Secondo Remigio Ratti una soluzione, almeno parziale, si troverà. Sono per esempio in corso trattative per l'inserimento di qualche ora di programmazione TSI "a bordo" dei canali DTT di Mediaset.

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