12 febbraio 2006

Lontane da dove?

All'appassionato di radioascolto tocca a volte di spiegare la natura del suo hobby a chi la radio magari l'ascolta tutto il giorno, senza nemmeno sospettare che i suoi segnali possano arrivare così lontano. Spesso sono i perfetti sconosciuti a chiedertelo, magari su una spiaggia, dopo averti visto fare strani riti voodoo con l'antenna per catturare una stazione FM. Che fai? Ascolto una stazione lontana. Lo sguardo si fa strano, a metà tra stupore (la radio, per definizione, se è troppo lontana "non si sente") e riprovazione (manco avessimo confessato una perversione particolarmente insana). Uno su cento ha sentito parlare di radioamatori dal nonno o dal cugino CB. Ma tutti, invariabilmente, aggiungono: quanto è potente, la tua radio? Nessuno immagina che non si tratta di potenza, ma di sensibilità rispetto a segnali che, essendo appunto lontani, sono molto deboli. Ma in genere, quello che l'occasionale curioso intende chiedere è qual è la distanza massima percorsa da un segnale.
Già, qual è la distanza massima? Per capirlo bisogna prima spiegare che un segnale, nelle semplificazioni fatte da chi studia la propagazione, percorre tra stazione emittente e ricevente un arco del meridiano, la distanza geometricamente minima che unisce questi due punti. Questo non è sempre vero, a volte i segnali distanti percorrono strade diverse, seguendo la variabile geometria della ionosfera e arrivando da direzioni anomale. Dando per buoni tale presupposto e una geometria sferica perfetta, è facile intuire che la distanza massima tra due punti è pari alla metà della circonferenza terrestre, un po' più di 20.000 chilometri. Neanche questo è sempre vero: ci sono casi in cui il segnale percorre sì un arco di meridiano, ma nel senso di maggior lunghezza tra due punti che non siano perfettamente agli antipodi (propagazione
long path). Ma dato che si deve semplificare, diciamo che la "potenza" di una radio le permette di ricevere stazioni anche a 19, 20.000 di distanza. Sarebbe però sbagliato pensare che sulle onde corte una stazione molto lontana sia automaticamente difficile da ascoltare. La correlazione distanza difficoltà spesso riguarda piuttosto le onde medie, dove si ascoltano essenzialmente stazioni locali a potenza bassa e le distanze molto lunghe richiedono anche particolari condizioni di insolazione (cioè di bassa o nulla insolazione) e ci sono tracciati che i segnali semplicemente non possono percorrere.
Sulle onde corte ricevere una stazione antipodale non è affatto difficoltoso, come dimostra la generale facilità di ascolto di Radio New Zealand International in Italia. La potenza di emissione può essere importante, ma conta soprattutto l'efficienza del sistema di antenne in trasmissione e ricezione e la direzionalità favorevole dell'antenna emittente. Ma su tutto dominano le condizioni di propagazione, che possono essere incredibilmente variabili. Ieri, sabato, sono finalmente riuscito a scappare fuori Milano e una volta uscito dalla cappa di rumori elettrici che ormai blocca qualsiasi velleità di ricezione seria in diverse zone della città, mi sono divertito a verificare le condizioni di ascolto, sulle onde corte, di alcune emittenti broadcast internazionali che in genere vengono considerate difficili e più impegnative da ascoltare. Il ricevitore è un decente Icom R75 con una antenna ad alta efficienza come la K9AY, ma in realtà, con le buone condizioni di sabato, per certe stazioni sarebbe bastato molto meno, anche un semplice portatile con antenna stilo. Le stazioni geograficamente più lontane dall'Italia sono ovviamente tutte affacciate sul Pacifico e dall'area arrivavano parecchie cose, in particolare alcune rappresentanti della radiofonia religiose di denominazione riformata (quando non fondamentalista cristiana) americana che oggi costituisce una buona fetta del mondo broadcast non governativo sulle onde corte. Piuttosto rara, per esempio, è KNLS di Anchor Point, in Alaska, che in questi giorni sembra arrivare molto bene su 9615 kHz (alle 9 UTC in russo, alle 10 in inglese). Ieri era fenomenale il segnale di KHWR World Harvest Radio, dalle lontane Hawaii, fino alle 11 UTC su 11565. A quella stessa ora si può sentire la chiusura del programma in cinese di KTWR dall'isola del Pacifico di Guam su una libera 12130 kHz. Su 9965 la presunta stazione religiosa T8BZ/Voice of High Adventure, da un'altra isola dei mari del Sud, Palau. Scrivo presunta perché in cinese non è facile da identificare, ma secondo le ultime informazioni disponibili dovrebbe proprio trattarsi della stazione che fino a pochi anni fa trasmetteva con il call KHBN. L'unico elemento identificativo è un sito Web annunciato con tanto di spelling in inglese, di Gospel/Fuyin Radio www.fuyindiantai.org. Ora il call è cambiato e T8BZ dovrebbe trasmettere anche in inglese tra le 10 e le 11 su 15725 kHz. Mentre scrivo, domenica mattina, ancora al riparo dai rumori milanesi, il segnale è debolissimo, distinguo a mala pena la lingua, alle 11, ora di chiusura quando viene menzionato un indirizzo postale, il Box 66 che in effetti corrisponde a quello di Koror, capitale dell'isola, usato da T8BZ. E debole, anzi inesistente era stamane il segnale di Radio New Zealand, di solito abbastanza robusto su 9885 kHz fino alle 11.
Quelle descritte sono stazioni lontane e piuttosto rare, perché relativamente poco potenti e condizionate dal quadro propagativo. In altri casi la difficoltà è legata all'uso di frequenze più o meno interferite, da rumori o altre stazioni. Voice of Mongolia, ora in inglese dalle 10 alle 10.30 UTC su 12085 era sempre stata in passato una bestia rara, almeno per me. Ora il canale è libero e quando il rumore di fondo è virtualmente nullo, come in Liguria dove mi trovo ora, la ricezione è quasi perfetta. Un altro fattore importante è la stagionalità. In inverno si possono sentire curiosità come le stazioni brasiliane locali dei 31 metri anche al nostro mattino: ieri verso le 8 e 45 UTC c'erano due o tre segnali, come 9645 e 9615 (dove il Brasile interferiva l'Alaska!). La stagione attuale è interessante anche per l'Africa nei 41 metri. Ieri per esempio c'erano diverse stazioni dal Corno d'Africa, regione di cui ho scritto poco tempo fa. Non ero mai riuscito a sentire così bene l'Eritrea su 7175 kHz, verso le 15.30 in lingua locale, poi coperta da Radio Nederland alle 16 e di nuovo libera alle 17.20 con notizie di calcio in possibile arabo e alle 17.30 in somalo, col programma "clandestino" Voice of Somali People. Piuttosto forte anche l'Etiopia, con la radio di stato su 7165,13 in parallelo con 9560,02, in inglese e l'indipendente Radio Fana su 6940 in parallelo con 6210 kHz. Una curiosa stazione dall'esotica base americana nell'Oceano Indiano, Diego Garcia, è l'American Forces Network ripetuto in USB (banda laterale superiore) su 4319, un canale normalmente adibito al traffico radio marittimo utilizzato a beneficio dei militari.
Insomma, le onde corte saranno in declino, ma garantiscono ancora tanto divertimento e innumerevoli spunti di approfondimento culturale. Le stazioni che ho sentito in queste poche ore di vacanza non sono né troppo scontate né tremendamente impegnative. Il ricevitore deve essere sufficientemente sensibile e selettivo e nel caso di 4319 kHz deve essere equipaggiato con un circuito, chiamato BFO (oscillatore locale di battimento), per demodulare le'missione in banda laterale unica (è una modalità trasmissiva alternativa alla modulazione di ampiezza vera e propria, che di bande laterali ne trasmette due, speculari l'una dell'altrau, tilizzata da radioamatori e professionisti per ottimizzare la larghezza di banda e la potenza di emissione disponibili). Un grado di difficoltà media che può richiedere una certa esperienza d'ascolto, di assuefazione al sound abbastanza peculiare delle onde corte, dove le stazioni hanno poche migliaia di Hertz di banda audio utilizzabile, non i 25 kHz stereofonici dell'FM e dove voci e musiche appaiono ovattate perché devono sacrificare tutti i toni alti. Nessun DX genuino, in questo breve fine settimana invernale? Beh, le onde medie promettevano bene dal Nord America tra venerdì e sabato, molti erano i segnali già verso la mezzanotte UTC e ampia l'escursione di frequenze attive, in una banda che alle nostre latitudini offre normalmente aperture concentrate in una porzione ristretta di canali. L'unica segnalazione di un certo rilievo è il servizio interno del Bhutan, piccolo stato himalayano che nel corso dell'inverno, in corrispodenza della sua alba, riesce a bucare per non più di 30, 40 minuti la non facile banda dei 49 metri, condivisa tra potenti broadcaster internazionali e stazioni locali a bassa potenza. Il Bhutan apre i programmi all'una UTC e quando va bene riesce ad arrivare fino all'1.30 o poco più prima che l'assorbimento del segnale determinato dal progressivo aumento dell'insolazione comincia a farlo sparire. Per questo durante la stagione estiva, quando il sole sorge presto, è ancora più raro. Questo è un buon esempio di segnale locale non particolarmente lontano ma relativamente difficoltoso, per molte ragioni. La stagionalità e le condizioni propagative sono due complicanze importanti, unite alla bassa potenza di emissione, 50 kW. Ascoltando l'audioclip che trovate qui, si può osservare la presenza di un altro ostacolo, tipico delle condizioni di ricezione un po' al limite. Il Bhutan trasmette su 6035 kHz, di per sé un canale libero a quell'ora, slot di trasmissione in lingua dzongkha, ma risente dell'interferenza di "sforamento" (altrimenti nota come "splatter") che arriva da 6030 kHz, frequenza occupata da Radio Japan in inglese attraverso un ripetitore britannico dieci volte più potente. Per registrare in modo decente il Bhutan è risultato indispensabile sintonizzare i 6035 in modalità USB, sfruttando così un circuito di demodulazione più efficiente, che riduce i disturbi provenienti, per così dire, dal basso. Se lo splatter fosse arrivato da 6040 kHz, cinque kilohertz più in alto, la modalità di ricezione sarebbe stata in LSB, banda laterale inferiore. Un principio generale che facilita l'ascolto di segnali deboli modulati in ampiezza ma è legato all'uso di ricevitori di una certa qualità e a una maggiore pazienza nella sintonia.


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