17 giugno 2006

Divine interferenze

Ovunque io mi rechi in Italia non incontro mai troppe difficoltà di ricezione di Radio Maria. La simpatica emittente religiosa è quasi sempre presente su non meno di tre frequenze, cosa che non si può quasi mai dire di Radio Rai. Niente di male, naturalmente, non di solo pane vive l'uomo. Però alla luce di tutta questa potenza diffusiva mi pare alquanto stridente l'accorato appello del presidente di Radio Azzurra di Napoli, che sui 105.5 (dal Vesuvio, a quanto mi pare di capire da FM World) è stata sommersa da Radio Maria da Calmadoli. Ho visto la notizia sul Diario di ieri ma in rete Antonio Di Rosario cerca di far sentire le ragioni della sua Azzurra un po' dappertutto. Anche Indymedia riporta la questione, mentre Di Rosario ha attivato un dominio temporaneo .tk.
A quanto leggo su Diario, Radio Azzurra (200 watt contro i 5 cattolicissimi kW di Radio Maria) è l'emanazione di una associazione di handicappati che cerca di fare un po' di informazione di servizio in Campania. Niente a che vedere con altre omonime emittenti interegionali, almeno credo. La stazione, regolarmente in onda dal 1985, avrebbe anche già vinto alcune cause e si sente doppiamente beffata perché Radio Maria avrebbe rilevato i 105.5 da Calmadoli acquistandoli a una emittente priva di concessione (Fuorigrotta 2) decidendo poi di aumentare la potenza e puntare le antenne non verso il Vomero, ma in direzione dello stesso bacino di Azzurra.
Non abito a Napoli, non posso controllare la situazione ma non ho motivo di dubitare della sincerità di Antonio Di Rosario al quale vorrei esprimere, per quel che serve, la mia solidarietà. Diario ha provato a parlare con Radio Maria, ricevendo per tutta risposta un sermoncino sulla divina onnipotenza della Madonna (disclaimer: l'autore di questo blog è un protestante italiano uso a manifestare una certa perplessità nei confronti del culto mariano). E' vero che vento e spirito soffiano dove vogliono ma se Antonio ha ragione e Radio Maria sta prevaricando, non mi sembra corretto buttarla sul trascendente.
Casi come questo abbondano nel nostro amato spettro dell'FM locale, una risorsa collettiva che ovunque nel mondo si riesce a regolamentare con soddisfazione di tutti. Radio Azzurra non è una emittente pirata, ma una voce comunitaria. Flebile quanto si vuole ma collocata sullo stesso piano giuridico di Radio Maria quanto a diritto di trasmissione. Ne ha i mezzi, pubblico e, come si direbbe in tribunale, facoltà. E invece no, perché a decidere chi debba occupare una frequenza radio e con quale potenza qui non ci sono ministeri (del tutto privi di un preciso quadro della situazione effettiva), autorità garanti, commissioni multimediali e giudici. Non c'è nemmeno quel minimo di fair play autoregolamentale. Macché: nell'etere delle libertà (come in analoghe case) facciamo quel cazzo che ci pare, in nome del potentato - divino, musicale, politico, commerciale, sportivo, religioso - di turno. A voi sembra una situazione tollerabile dal punto di vista dei cittadini di una nazione democratica e avanzata?



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