30 ottobre 2006

SoftRock and roll

Sono oltremodo lieto di ospitare un breve intervento tecnico di Francesco Prezzavento, IW2OGZ, che dalla sua location di Liscate, un piccolo centro a est di Milano, sta sperimentando con interessanti risultati il monitoraggio dei radiofari con l'hardware SDR a basso costo del progetto SoftRock40. E' una sperimentazione evoluta, perché il SoftRock non è stato espressamente concepito per le LF ma, come dice il nome, per la banda radioamatoriale dei 40 metri. Per questo motivo non è che Francesco possa limitarsi a prendere il kit, assemblarlo e accendere il computer. Per questa particolare applicazione occorrono modifiche che ho chiesto a Francesco di descrivere:

Per le modifiche al SoftRock40 niente di eccezionale:

•eliminato il filtro passabanda in ingresso
•aggiunto filtro passabasso 600 KHz
•sostituito trasformatore in ingrasso
•eliminato oscillatore locale quarzato
•collegamento di un DDS come LO (per l'esattezza ho usato il kit DDS daughtercard di AMQRP)
Per il controllo del DDS mi sono fatto un programmino in VB che tramite la parallela del pc mi comanda direttamente il tutto. Come scheda audio uso una DELTA 44 che prossimamente vedrò di migliorare con le opportune modifiche del caso (proverò a disaccoppiare gli ingressi con opportuni trasfo per vedere di eliminare gli inevitabili loop di massa. A proposito, proverò anche a disaccoppiare il controllo del DDS).
Come software utilizzo il fantastico Winrad di Alberto I2PHD. È veramente eccezionale. Unico neo l'impossibilità di escludere l'AGC. In occasione di Radiant avevo chiesto ad Alberto la possibilità di aggiungere questa caratteristica ma lui non è d’accordo in quanto sicuramente provocherebbe l'oscillazione del denoiser. Ho cercato di spiegargli bene il motivo della mia richiesta (segnale debole distante pochi Hz da uno forte!!) ma niente da fare. In compenso mi ha annunciato che prossimamente aggiungerà un notch molto selettivo. Speriamo!
Comunque il sistema in questione mi fa divertire tantissimo, del resto con poche decine di Dollari si ottengono risultati sbalorditivi.

Sin qui Francesco. Non sono la persona più adatta ma proverò a fornire qualche commento aggiuntiva. Tanto per cominciare non sono troppo d'accordo con quel "niente di eccezionale". Francesco ha approcciato un problema - il limite intrinseco di un ricevitore SDR quarzato, cioè pensato per fare la downconversion di un centro banda preciso (nel suo caso quello della banda dei 40 metri) e affidando la sintonia al software DSP, che tuttavia potrà spaziare solo nella larghezza di banda prevista dalla scheda audio del pc utilizzato - con un metodo che il gruppo di discussione del progetto SoftRock sta dibattendo proprio in questo momento. Nella fattispecie la scelta di Francesco è ricaduta su un oscillatore locale basato su un DDS (direct digital sinthesys), che provvede a sintetizzare digitalmente la frequenza di riferimento del mixer complesso del ricevitore. Il controllo di questo DDS l'ha dovuta realizzare via software, in Visual Basic, ma c'è anche del lavoro ulteriore da fare per tenere a bada i ground loop, i loop di massa, come li chiama Francesco, quei ritorni di tempo che possono provocare disastrosi rumori sui segnalini inconsistenti dei radiofari.
Per la sintonia dei radiofari, come vedete, viene utilizzato WinRad, software DSP SDR di Alberto di Bene. E' molto interessante la questione della controllo di guadagno non escludibile. Di Bene non vuole escludere l'AGC della scheda e i suoi feedback per evitare l'entrata in oscillazione del soppressore del rumore. Francesco ha il problema di "tener su" l'amplificazione su segnali estremamente bassi mentre tutto il sistema muore dalla voglia di tenerla bassa perché il segnalino è di solito molto prossimo al segnalone e non può permettersi di saturare tutto per colpa sua. La promessa di Di Bene è quella di aggiungere un nuovo filtro digitale arresta banda, strettissimo, per aiutare ad attenuare i segnaloni in modo che l'AGC possa continuare a lavorare per bene.
La notizia è che il nuovo WinRad, versione 1.2 è uscito proprio oggi e si può prelevare dal sito WeakSignals. Chiederemo a Francesco di tenerci aggiornati sul suo comportamento, quando l'avrà provato. Nel frattempo, grazie per le sue stimolanti spiegazioni.
Le illustrazioni che vedete qui riguardano evidentemente l'hardware utilizzato (SoftRock con daughterboard) e alcune schermate di WinRad, due riferite a questo hardware, l'altra ripresa da Francesco con un suo personale ricevitore SDR realizzato, credo, con un altro suo progetto, un QSD (quadrature sampling detector) basato sui disegni originali di Dan Tayloe (per esempio questo: http://www.norcalqrp.org/nc2030.htm). Anche su questo mixer/detector si sta discutendo molto nei vari forum dedicati all'SDR. A titolo di curiosità, andatevi a guardare questo progetto per un ricevitore stand alone (non SDR!) basato su questo tipo di detector. Le spiegazioni fornite dall'autore dell'esperimento, un radioamatore croato, Bozidar Pasaric 9A2HL , sul funzionamento del circuito Tayloe sono molto pittoresche ma efficaci. Fatevi un appunto su questo discorso perché intendo ritornare sulla questione dell'hardware da utilizzare come frontend per applicazioni SDR basate su pc. Qui in Italiana si stanno dando da fare, insieme a Francesco, molti validissimi sperimentatori.


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La radio che si crede Napoleone

Il prossimo fine settimana rappresenta una occasione unica per ascoltare alla radio uno dei territori più elusivi anche geograficamente parlando. E' l'Isola atlantica di Sant'Elena, possedimento britannico d'oltremare, il luogo dell'esilio più famoso della storia, da dove il 4 novembre prossimo partiranno i programmi del Radio St. Helena Day Revival, sulla frequenza di 11092.5 kHz. La notizia dell'ultimo minuto, arrivata proprio adessso, è che il trasmettitore sta già effettuando le prime prove ed è stato ascoltato da Jari Savolainen in Finlandia e Roberto Scaglione, di Bclnews.it, in Sicilia. Il segnale è arrivato verso le 15 UTC e alle 17 Jari parlava di una intensità "in crescita". Per la programmazione ufficiale si deve attendere il 4, alle 18 utc, L'orario previsto per la diffusione verso l'Europa sono però le 22.00-23.30 utc.
Di che si tratta? La comunità di Sant'Elena è molto piccola e può permettersi solo minuscole stazioni commerciali locali, come Saint FM, in onde medie e FM. A diffrenza dell'isola di Ascension, dove la BBC aveva creato un importante sistema di ripetitori su onde corte, l'unica possibilità di ascoltare St. Helena alla radio (radioamatori a parte) era la stazione point-to-point della compagnia telefonica locale, Cable&Wireless, che negli anni precedenti al predominio dei satelliti sfruttava i link HF per effettuare connessioni tra l'isola e le reti telefoniche fisse della terra ferma, anche su distanze notevoli. Poi anche quell'impianto venne spento e un gruppo di appassionati svedesi di ricezione a lunga distanza riuscì a convincere il gestore ad attivarlo per almeno un giorno all'anno, il Radio Saint Helena Day, con una programmazione musicale appositamente rivolta ai DXer. La cosa andò avanti per qualche anno, fino al 1999, data dell'ultimo "RSD": il trasmettitore della vecchia PTP aveva perso i pezzi e nessuno poteva più permettersi la riparazione. Punto. Qualche mese, alcuni radioamatori tedeschi lanciarono l'idea di una donazione di un apparato amatoriale per ripristinare la tradizione dei programmi speciali e alla fine ce l'hanno fatta. Il 4 novembre il Revival del RSD tornerà in onda. In queste ore sembra che il gruppo di supporto all'iniziativa abbia già avviato i primi test, che a questo punto diventano ancora più interessanti da ascoltare (e farsi confermare).
Siete scettici? Pensate a un possibile scherzo? C'è qualcuno in grado di garantire che la trasmissione sia davvero originata a St. Helena? Per la verità no, a rigor di logica potrebbe essere una burla ben riuscita, una delle solite bufale su Internet. Sul sito http://www.news.co.sh/ si trovano anche le fotografie scattate nel giugno scorso durante la costruzione dell'antenna. E si trova anche l'invito a contribuire al finanziamento di un progetto che costa 12 mila euro e finora ne ha raccolti solo 3 mila. Peggio ci sentiamo, dite voi? Mica ci sarà dietro anche una truffa da venditori del Colosseo?
Beh, intanto proviamo a sentire questo benedetto segnale, poi si pensa agli eventuali controlli.
Ecco il comunicato ufficiale con tutti i riferimenti ai siti con la storia del progetto originale e di quello lanciato nel 2006 da Robert Kipp:

"RSD REVIVAL" broadcasts from Radio St. Helena

RSH will transmit on 11092.5 KHz in Upper Side Band mode
on Saturday, 04. November 2006 at:
1800 - 1930 UTC to New Zealand (via short path)
2000 - 2130 UTC to JAPAN (via short path)
2200 - 2330 UTC to Europe
2330 (Sat.) - 0100 (Sunday) UTC to North America

PLEASE TELL SWL's and DXers around the world the following CHANGE
regarding reception reports to Radio St. Helena :

Reception reports by regular mail only and including 3+ IRC's or
"Greenstamps" are to be sent ONLY to the following NEW QSL-MANAGER for RSH and the RSD broadcasts:

Radio St. Helena
P.O. Box 24
Jamestown
St. Helena Island
STHL 1ZZ
South Atlantic Ocean

We are on target for 04. November !!

Look at: www.news.co.sh (way down at the bottom of the page)
and www.sthelena.se/radioproject

Many thanks and good listening.


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Il segnale del tempo

Attraverso la mailing list di Wikipedia mi arriva una segnalazione di Frieda Brioschi, responsabile del progetto Wiki in Italia, su "Il senso del tempo", un bel convegno che il CSI Piemonte di Torino dedica alla misura nel tempo nella scienza e nella società. Il tempo considerato quindi nelle sue accezioni filosofiche, psicologiche, tecniche e sociali (la seconda giornata è per esempio incentrata sulle problematiche del time budget degli individui, questa preziosa risorsa scarsa e sempre più contesa tra impegni lavorativi, scolastici, familiari, individuali).
Visitando il sito Web dell'iniziativa, sono però stupito per una piccola assenza, almeno nel programma e nelle varie descrizioni. Possibile che nel corso di una conferenza così completa sul concetto di tempo organizzata a Torino si eviti di parlare, vista anche la partecipazione diretta dell'Istituto elettrotecnica nazionale Galileo Ferraris (che ospita l'Istituto nazionale di ricerca metrologica, rappresentato al convegno da Sigfrido Leschiutta), di segnali orari trasmessi via radio?
Forse sto prendendo una delle mie solite cantonate e Leschiutta, che dopotutto parla di "orologi nel tempo" citerà anche la disseminazione via radio delle informazioni di orario standard. Ma se l'omissione ci sarà, sarà un peccato perché al Galileo Ferraris saprebbero raccontare la storia della stazione di tempo e frequenza campione IBF, rimossa da anni dalla frequenza di 5000 kHz. I segnali orari hanno cominciato a essere trasmessi agli albori della radiotelegrafia (la prima proposta risale al 1904), dalle stazioni navali americane, e furono ripresi in canada dalla stazione di Halifax. Una bella storia degli orologi radiocontrollati si trova su questo documento del NIST curato da Michael Lombardi. Secondo Lombardi, i segnali di tempo trasmessi dalla Torre Eiffel potrebbero essere la ragione per cui i parigini hanno deciso di non abbattere il loro monumento simbolo. Costruita nel 1889, la torre avrebbe dovuto essere smantellata alla fine di un contratto ventennale. Tra l'altro allora veniva considerata molto poco elegante, un pugno nell'occhio nella elegante capitale voluta da Haussmann. Nel 1909, alla scadenza del termine, la Tour Eiffel era già stata adibita alle trasmissioni radio, un ruolo considerato allora troppo utile. E fu deciso di tenerla in piedi, per la gioia dei pronipoti di quei parigini e di milioni di turisti. Altri tempi, eh?

TORINO, 20-21 NOVEMBRE 2006
CENTRO CONGRESSI LINGOTTO – SALA 500

Il CSI-Piemonte organizza il Convegno "Il senso del tempo: società, scienze, tecnologie", che si terrà a Torino il 20 e 21 novembre 2006 con il patrocinio del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, del Politecnico e dell'Università degli Studi di Torino, dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale, dell'Accademia delle Scienze di Torino, della Regione Piemonte, della Provincia e della Città di Torino.
Attraverso i paradigmi delle discipline scientifiche, umanistiche e artistiche saranno discussi i valori che il tempo assume per l'individuo e per l'organizzazione sociale, con particolare attenzione ai cambiamenti introdotti dalle tecnologie ICT.
Si analizzeranno i modi in cui l'umanità nei secoli si è confrontata con la necessità di misurare e interpretare il tempo, indagandone le ripercussioni economiche, sociali e psicologiche. Si discuteranno le opportunità di scardinarne la sequenzialità attraverso le arti creative e le tecnologie informatiche e la possibilità di conciliare i tempi del lavoro con quelli
della vita nella società dell'informazione.
Interverranno come relatori: Aris Accornero (Università di Roma "La Sapienza"), Francesco Antinucci (Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR), Cristiano Antonelli, Giulio Pavia e Francesco Remotti (Università di Torino), Mauro Antonelli (Università di Milano Bicocca), Edoardo Boncinelli (Università Vita-Salute di Milano), Sandra Bonfiglioli (Politecnico di Milano), Steve Della Casa (Film Commission Torino Piemonte), Giulio Giorello (Università di Milano), Peter Greenaway (regista e artista), Derrick De Kerckhove (Direttore del McLuhan Program, Università di Toronto), Sigfrido Leschiutta (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica), Vincenzo Tagliasco (Università di Genova), Luisa Castellani (cantante) e Fabrizio Rosso (musicista e compositore).
Saranno presentati in un'area espositiva interessanti materiali, strumenti di misurazione e pubblicazioni relativi al tempo.
La partecipazione al convegno è gratuita. È possibile iscriversi entro il 10 novembre su http://www.tempo.csi.it


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L'SOS compie cent'anni, lunga vita ai 500 kc/s

Visto che di storia stiamo parlando, ecco una iniziativa da nostalgici che ha già avuto qualche seguito. Cento anni fa, il 3 novembre del 1906 alla Convenzione radiotelegrafica di Berlino veniva firmato l'atto con cui, oltre a dare il via alle Radio Regulations internazionali, la frequenza di 500 kHz veniva ufficialmente assegnata alla telegrafia per il soccorso in mare. Con l'occasione, la sigla SOS era riconosciuta come chiamata di soccorso urgente. La Radio Officers' Association, associazione dei marconisti, ha lanciato una campagna per fare della frequenza di 500 kHz un Heritage Site, una sorta di non-luogo storico da salvaguardare, lasciando la possibilità di utilizzarlo per la comunicazione Morse tra le navi e le stazioni costiere. Lo scrive - io ho trovato la notizia sul BDXC britannico, ma in realtà si parla di questo anniversario da giorni un po' dappertutto, incluso il sito della ITU di Ginevra, dove proprio oggi si tiene un convegno celebrativo- la Radio Society of Great Britain, specificando anche che il centenario della conferenza verrà celebrato dai radioamatori e ufficiali di bordo tedeschi e italiani. Questi ultimi saranno autorizzati a operare una stazione CW da La Spezia, dal 3 al 5 novembre prossimi. Il nominativo speciale assegnato è IY1SP/500KCS e sarà attivo sulle bande amatoriali dai 160 ai 2 metri. Sul portale del Radioamatore si legge una breve abbastanza dettagliata. La lunghezza d'onda dei 600 metri viene già sperimentata dai radioamatori negli Stati Uniti. Ora che la telegrafia Morse marittima è ufficialmente defunta, sarebbe bello preservarne il riccordo tagliando una fetta di poche centinaia di Hertz in una porzione di spettro dove non darebbe troppo fastidio (uno dei volti della "nuova" telegrafia marittima, il NAVTEX, opera a una certa distanza, su 518 kHz).


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Ci fu qualcuno in ascolto?

Tempi duri per i padri della radio. Dopo l'ormai nota confutazione dell'esperimento marconiano di Signal Hill, con i tre punti Morse della lettera S che forse non sono mai stati effettivamente ascoltati, ora anche Reginald Fessenden si vede contestare il fatto di aver trasmesso i primi segnali musicali, la notte di Natale del 1906.
Il dibattito è aperto da un amatore di storia della radio, James O'Neal, in un lungo e dettagliato articolo su Radio World Online, (articolo riportato su WTFDA-AM e DXLD). La storia è lunghissima e non c'è motivo di riportarla qui per intero. O' Neal in pratica sostiene di non aver raccolto alcuna testimonianza diretta, neppure una registrazione in un diario di bordo marittimo. Insomma, se quella trasmissione ci fu, nessuno la ascoltò. Quasi immediata la controconfutazione, sul newsgroup Ham Radio History. Donna Halper e Christopher Sterling dicono di aver scritto un secondo articolo per AWA Journal, il trimestrale della Antique Wireless Association americana, in cui i due autori concludono che probabilmente la trasmissione ci fu, ma che ai fini della paternità dell'invezione fu irrilevante: Fessenden aveva già effettuato nei mesi precedenti diverse altre trasmissioni sperimentali. John Dilks aggiunge nuovi particolari da lui raccolti e pubblicati sul proprio sito di storia della radio.
Tutto sommato sono due storie oziose. Marconi e Fessenden furono due indiscussi pionieri, le cui intuizioni vennero ampiamente confermati dall'evidenza sperimentale e dalla nascita di un fenomeno di cui siamo tutti testimoni. Ma le varie letture sono affascinanti e i collegamenti che riporto qui meritano di essere annoverati tra i bookmark dei radioappassionati. Aggiungo questi due riferiti a due splendidi articoli di John S. Belrose, sugli aspetti tecnici delle prime apparecchiature radio, su Fessenden e sulle differenze tra le sue tecniche e quelle marconiane.



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28 ottobre 2006

Terra e sole visti dai sensori spaziali

Un breve articolo ricevuto dalla NASA illustra il funzionamento delle vere e proprie reti di satelliti/sensori remoti, usati per l'osservazione dei fenomeni terrestri (e solari). Satelliti che lavorano individualmente, sorvegliati da terra; ma possono anche realizzare un efficace gioco di squadra con algoritmi di intelligenza artificiale che consentono ai satelliti stessi di coordinarsi con altri "colleghi", decidendo di osservare aree o eventi particolari sulla base delle informazioni ottenute, direttamente o indirettamente. Nell'esempio fornito, il satellite EO-1 (Earth Observing 1) interviene sull'osservazione di un vulcano indonesiano avendo ricevuto come input un pennacchio di fumo individuato in precedenza, magari da altre fonti.
L'argomento è affascinante ma complicato. EO-1 fa parte di un progetto più ampio, il New Millennium Program della NASA, e non prevede la possibilità di una osservazione diretta (almeno, mi sembra difficile, chissà se qualcuno è in grado di smentirmi). I dati vengono trasmessi a terra su un canale a 8225 MHz (ho trovato un bel documento con il dettaglio degli up e downlink per la telemetria e la ricezione dei dati) ma è possibile accedere a un sistema di disseminazione, a pagamento, delle immagini raccolte (guardate anche questo). In un contesto ancora più esteso, ci sono risorse che integrano le informazioni provenienti da satelliti e fonti diverse dall'EO-1, come lo splendido Earth Observation Portal, le cui operazioni sono gestite dall'Esa nella sede dell'ESRIN di Frascati, in Italia.
Il satellite EO-1 tra l'altro ospita a bordo delle tecnologie di antenna molto avanzate, che rimpiazzano i movimenti meccanici con array, griglie di elementi la cui direttività viene controllata attraverso la fase dei segnali. Analoga tecnologia può essere utilizzata a terra, realizzando sistemi come questo descritto sul sito della GeorgiaTech e sperimentato proprio sulla ricezione del satelli EO-1. Secondo il politecnico della Georgia, i "phased array" consentirebbero di ottenere gli stessi livelli di efficienza di una parabola da 11 metri, ma in un dispostivo grosso come uno scatolone.
Queste reti di sensori spaziali servono come si è detto per l'osservazione dei fenomeni terrestri, extraterrestri (intorno al pianeta marte ci sono satelliti che potrebbero "dialogare" con il veicolo esplorativo Rover), ma anche solari. A fine agosto (lo avevo scritto su RP) avrebbe dovuto partire l'ambiziosa missione bi-satellitare per l'imaging "stereo", in tre dimensioni, del sole e del vento solare. Lo scopo è approfondire la relazione tra il sistema terra e fenomeni come le eiezioni coronali dal sole, masse eiettive di particelle molto veloci, che creano grosse turbolenze nella magnetosfera e nella ionosfera terrestri. In realtà i due occhi spaziali, i satelliti che osserveranno i CME, devono aver subito qualche ritardo perché risultano partiti solo l'altro giorno, il 26 ottobre, come spiegato nel sito ufficiale della missione. Sulla missione STEREO la radio pubblica australiana ABC Radio ha prodotto una serie di programmi che si possono ascoltare dallo stesso sito NASA. Altre informazioni si trovano sul press kit scientifico distribuito prima del lancio, avvenuto da Cape Canaveral.

A Growing Intelligence Around Earth
10.26.2006

Oct. 26, 2006: The Indonesian volcano Talang on the island of Sumatra had been dormant for centuries when, in April 2005, it suddenly rumbled to life. A plume of smoke rose 1000 meters high and nearby villages were covered in ash. Fearing a major eruption, local authorities began evacuating 40,000 people. UN officials, meanwhile, issued a call for help: Volcanologists should begin monitoring Talang at once. Little did they know, high above Earth, a small satellite was already watching the volcano. No one told it to. EO-1 (short for "Earth Observing 1") noticed the warning signs and started monitoring Talang on its own.
Indeed, by the time many volcanologists were reading their emails from the UN, "EO-1 already had data," says Steve Chien, leader of JPL's Artificial Intelligence Group. EO-1 is a new breed of satellite that can think for itself. "We programmed it to notice things that change (like the plume of a volcano) and take appropriate action," Chien explains. EO-1 can re-organize its own priorities to study volcanic eruptions, flash-floods, forest fires, disintegrating sea-ice—in short, anything unexpected. Is this real intelligence? "Absolutely," he says. EO-1 passes the basic test: "If you put the system in a box and look at it from the outside, without knowing how the decisions are made, would you say the system is intelligent?" Chien thinks so.
And now the intelligence is growing. "We're teaching EO-1 to use sensors on other satellites." Examples: Terra and Aqua, two NASA satellites which fly over every part of Earth twice a day. Each has a sensor onboard named MODIS. It's an infrared spectrometer able to sense heat from forest fires and volcanoes—just the sort of thing EO-1 likes to study. "We make MODIS data available to EO-1," says Chien, "so when Terra or Aqua see something interesting, EO-1 can respond."
EO-1 also taps into sensors on Earth's surface, such as "the USGS volcano observatories in Hawaii, Washington and Antarctica." Together, the ground stations and satellites form a web of sensors, or a "sensorweb," with EO-1 at the center, gathering data and taking action. It's a powerful new way to study Earth. Chien predicts that sensorwebs are going to come in handy on other planets, too. Take Mars, for example: "We have four satellites orbiting Mars and two rovers on the ground. They could work together." Suppose one satellite notices a dust storm brewing. It could direct others to monitor the storm when they fly over the area and alert rovers or astronauts—"hunker down, a storm is coming!"
On the Moon, Chien envisions swarms of rovers prospecting the lunar surface—"another good application," he says. What if one rover finds a promising deposit of ore? Others could be called to assist, bringing drills and other specialized tools to the area. With the autonomy of artificial intelligence, these rovers would need little oversight from their human masters. Yet another example: the Sun. There are more than a half-a-dozen spacecraft 'out there' capable of monitoring solar activity—SOHO, ACE, GOES-12 and 13, Solar-B, TRACE, STEREO and others. Future missions will inflate the numbers even more. "If these spacecraft could be organized as a sensorweb, they could coordinate their actions to study solar storms and provide better warnings to astronauts on the Moon and Mars," he points out.
For now, the intelligence is confined to Earth. The rest of the Solar System awaits.


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27 ottobre 2006

Rai International spegne le onde corte?

Rai International eliminerà o ridurrà drasticamente le trasmissioni in onde corte? Lo scrive il Velino, parlando del nuovo progetto di ristrutturazione di quella che probabilmente verrà anche ribattezzata RaItalia. La notizia, diffusa ieri da Bclnews sulla lista di discussione Radiorama mi arriva da Andrea Borgnino che commenta: «purtroppo confermo. La voce che gira qui nei corridori Rai riguardo le onde corte è che a fine anno "si spegne tutto".»


(SPE, il Velino) Rai: dal 2007 nel mondo sbarca “RaItalia”


Roma, 26 ott (Velino) - Un nuovo progetto, una nuova idea, e una nuova mission per Rai International. Anzi, per “RaItalia”, perché è questo - si sussurra in viale Mazzini - il nome con il quale sarà ribattezzata a partire dal 2007 la struttura diretta da Massimo Magliaro. A questo nuovo progetto si sta dedicando un gruppo di lavoro misto tra Rai e Palazzo Chigi composto da sei esperti: la delegazione Rai è capeggiata dal vicedirettore generale Giancarlo Leone, coadiuvato da Pierluigi Malesani e Deborah Bergamini; la seconda delegazione, invece, è guidata dal capo del dipartimento per l’Informazione e l’editoria, Paolo Peluffo. Il tavolo si è già riunito due volte (il 13 e il 24 ottobre) e produrrà – stando a quanto riferito in Parlamento dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Ricardo Franco Levi – entro novembre le linee guida del nuovo piano editoriale. Ma cosa prevede questo piano per “RaItalia”?

BUDGET – Fino a oggi Rai International ha usufruito di due convenzioni con Palazzo Chigi, scadute formalmente a dicembre del 2005: la prima vale 18 milioni di euro, risale al lontano 1962, riguarda la radio e prevede 11.300 ore autoprodotte in onda corta; la seconda convenzione vale invece circa 20 milioni, è stata stipulata nel 1975, è per l’attività televisiva e prevede 700 ore di produzione tv (circa due ore al giorno) e 1.380 ore di produzione radio. Il tutto per un totale di 38 milioni di euro (lordi), che rappresentano oltre il 40 per cento delle entrate di Rai International. Presto, però, le cose dovrebbero cambiare. A quanto risulta al VELINO si passerà dalle due convenzioni a una sola, e comprenderà programmi radio e tv. Una convenzione più sostanziosa sotto il profilo economico con oltre 40 milioni.

ONDE CORTE ADDIO? – Sembra che Palazzo Chigi chiederà a Rai International di abbandonare (o ridurre drasticamente) la trasmissione radio in onda corta e di reinvestire al meglio i 18 milioni previsti nella vecchia convenzione. Palazzo Chigi, dunque, sta per dire basta al notiziario in 26 lingue (tra cui l’esperanto e il lituano) che tutti i giorni viene diramato da Rai International: 120 righe, per un totale di 15 minuti di news quotidiane, tradotte - ed eventualmente adattate - dalla redazione alle esigenze del paese al quale ci si rivolge. In futuro basteranno notiziari in sole cinque lingue: spagnolo, francese, inglese, tedesco e arabo. E saranno diramati tramite satellite o ancora in onde corte. L’impatto occupazionale su Rai International non dovrebbe essere traumatico: dei 26 notiziari si occupano un’ottantina di traduttori-annunciatori madrelingua di cui circa il 50 per cento interni Rai, che saranno riassegnati all’interno della testata.

PALINSESTO – Parecchie le novità in arrivo per il palinsesto di “RaItalia”. I vertici di viale Mazzini dovranno innanzitutto attivarsi perché il canale satellitare – che non è visibile in Europa e nel bacino del Mediterraneo – sia visibile almeno in Italia (magari chiedendo ospitalità al bouquet Sky). Si parla inoltre di due diversi canali per Rai International: uno in italiano e l’altro in inglese. Per il futuro, il palinsesto attingerà dal meglio del servizio pubblico (RaiUno, RaiDue, RaiMed e così via), si strutturerà per generi e soprattutto guarderà con attenzione al target dell’utente tipo: italiani all’estero ma anche stranieri amanti del Belpaese. Si potranno inoltre spendere i 18 milioni risparmiati per la trasmissione in onda corta per aumentare il numero di ore autoprodotte, soprattutto per sport e news (si vocifera di sinergie con RaiNews24 e RaiMed). Poi sarà studiato un palinsesto ad hoc dedicato alla promozione della cultura italiana nel mondo sul quale un contributo editoriale verrà proprio dai parlamentari eletti nelle circoscrizioni estero che verranno ascoltati per “tastare il polso” delle realtà locali.

La Rai non è mai stata una campionessa di ricevibilità sulle onde corte, ma certo che ci sarebbe molto da discutere sull'opportunità, per una nazione dalle risorse turistico-culturali non propriamente scarsa, di rinunciare a un mezzo di comunicazione che ha ancora parecchi fan in Paesi ricchi e tradizionalmente legati alla "vacanza italiana". Io forse vedo le cose in modo distorto, ma anche guardando a quello che sta succedendo alla compagnia aerea di bandiera, non riesco del tutto a capacitarmi perché non sia possibile studiare delle sinergie più strette e articolate per la promozione turistica. Certo, la componente televisiva di Rai International è forte, ma qui stiamo parlando di una redazione capace di produrre contenuti in 26 lingue a basso costo (addesso non venitemi a dire che il satellite è così economico rispetto a 100 o 50 kW in onde corte...). Possibile che sia una risorsa così inutile? Fare i micragnosi per 18 milioni quando è possibile guadagnarne miliardi attraverso una politica industriale e di promozione efficace non è mai una buona idea. Non nel paese che butta via i fantastiliardi in premi letterari assurdi, associazioni "culturali" di mentecatti nipoti di sottoministri, sagre di paese per quindici persone... Non vedo perché non si debba avere una voce forte, anche dal punto di vista della politica internazionale (mandare militari ovunque? Perché non trasmettere programmi educativi nelle lingue parlate da chi, quando indossiamo l'uniforme, ci spara addosso?)
Dico tutto questo perché nel frattempo si è appena chiusa in Australia la conferenza dell'organizzazione internazionale CIBAR dedicata alle problematiche della misurazione dell'audience per i broadcaster internazionali. Ne scrive Kim Andrew Elliott sul sito di Radio Netherlands (via ABDX), affermando che spesso non conta quante persone sia possibile raggiungere con un medium di massa, ma quali persone.

Sizing up the audience
Why reaching thousands can have more impact than millions
BY KIM ANDREW ELLIOTT*
26-10-2006

CIBAR - the Conference on International Broadcasting Audience Research - is taking place this week at Radio Australia in Melbourne. About 20 audience research professionals will attend this annual meeting. This may not seem like a large number, but audience research is a highly specialized corner of international broadcasting.
It also can be an awkward job. Audience researchers may not always be seen as "team players", because their job is to provide estimates of the size and makeup of the audience, even if that information is not always favourable. Audience research is not a useful management tool unless it is accurate.
Audience researchers ensure that the samples used in their surveys are representative of the population of the target country. And, during the survey period, the output of the international broadcaster must be typical: no extra transmissions or extraordinary publicity spurts.

Processing the numbers
After the research is conducted, the data are tabulated. BBC World Service and US international broadcasting can count their audiences in the millions, but these millions are not always as impressive as they would seem.
Take, for example, the most impressive statistic in international broadcasting: the 168 million global weekly audience for BBC World Service. That seems like a big number until you consider that it is only about four percent of the world's adult population. How much influence can the BBC have if only four percent in the world listen (or watch, or read) at least once a week?
However, BBC's audience numbers are higher, often above ten percent, among elite groups such as the university educated. This is where BBC World Service has its main influence.

Everything is relative
A preoccupation with reaching millions of listeners can also tempt international broadcasters to concentrate on the larger countries, like China, India, and Indonesia. For example, a station could have an audience of three million in India, a big number, but only one half of one percent of the adult Indian population.
On the other hand, an international radio station might reach 700,000 listeners in Papua New Guinea. That's not such a big number, but it is 20 percent of the PNG adult population. This international broadcaster probably has a real impact on what people in PNG know about the world.

Sizing up the targets
The lesson here is that international broadcasters should not discount small countries. Small countries often have deficient domestic media structures, so more people will make the effort to tune in foreign broadcasts. Also, small countries are just as sovereign as large countries, and just as capable of mischief. They could become naval bases for future superpowers, harbour terrorists or participate in the international drug trade.
Most international radio stations have audiences that number in the thousands rather than in the millions. That really is enough to have an impact. These thousands of listeners are inclined to buy products from, and to visit, the broadcasting country. If the broadcasting country should find itself in some sort of duress, these listeners can contact their local media and their government officials, who may otherwise not be aware of those problems.
In addition to counting the number of listeners, international broadcasting audience research also gathers data about the media environment in the target country. For example, it determines how many people have access to shortwave radio, the Internet, and satellite television.

Take the initiative
Would you like to be counted among the audiences for international broadcasting? It's probably best not to wait for an interviewer from a market research company to knock on your door and ask you about your media habits. With typical sample sizes of 1,500 to 3,000, chances are your home will not be selected for the survey.
So take the initiative yourself. Write to the international radio stations you listen to (or whose websites you read). Sometimes there are opportunities to join listener panels. Let them know that you are out there, and what you think about their content.
*) Kim Andrew Elliott is an audience research analyst at the International Broadcasting Bureau. Views expressed are his own. Kim's personal website is www.kimandrewelliott.com.


Il CIBAR ha già curato una pubblicazione al proposito basandosi sulla discussione della sua conferenza a Colonia nel 2002. An Essential Link With Audiences Worldwide dovrebbe essere ancora reperibile presso Vistas Medienverlag.



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Clear Channel (1200 stazioni USA) esce di borsa?

Sul New York Times di ieri si legge che Clear Channel Communications, uno dei maggiori proprietari americani di stazioni radio (1.200 stazioni, un fatturato di 6,6 miliardi di dollari, un business parallelo nella pubblicità outdoor, la cartellonistica, di cui ha però ceduto un pezzo lo scorso anno), sta considerando seriamente l'ipotesi di ritornare privata. Creata nel 1972 per acquisire una stazione di San Antonio, ancora oggi il quartier generale della società, Clear Channel è quotata in borsa da oltre vent'anni, ma è sempre controllata dalla famiglia Mays. Privatizzare una public company significa ricomprare le azioni e cedere a gruppi di investitori in capitale privato (private equity), come in effetti sembra stia cercando di fare CC. Per una azienda quotata, "going private" è sempre un sintomo di debolezza strutturale. Alla notizia, si legge altrove sul NYT, le società di rating - le stesse che trattano il debito dell'Italia come uno zerbino - hanno minacciato di svalutare ulteriormente le obbligazioni di Clear Channel. La capitalizzazione è elevata, oltre 16 miliardi, e immettere troppo capitale sarà oneroso. L'operazione di cessione sarà dunque "leveraged", creerà ulteriore debito, da cui la svalutazione dei bond. In compenso i titoli, evidentemente, aumentano di prezzo: gli azionisti sperano di guadagnarci.
Perché una compagnia così potente decide di uscire dalla borsa? Il Times sostiene che la radio tradizionale ha perso di smalto. Nove americani su dieci l'ascoltano, ma per meno tempo. Poi viene citata espressamente una "colpa" che molti DXer americani fanno ricadere su Clear. Troppa standardizzazione dei formati, abbattimento dei notiziari locali. L'abbraccio di Clear Channel sta uccidendo la creatività, la diversificazione. E la gente preferisce piuttosto abbonarsi alle radio satellitari Xm Radio o Sirius Satellite (che però hanno guai finanziari).
Non è detto che la crisi sia definitiva, ma si può facilmente supporre che gli eventuali nuovi co-proprietari di CC vogliano cambiare. Non è detto neppure che la famiglia Mays mantenga il controllo, più facile in una public company quando si protegge un nocciolo duro di azioni. Se i fondi di investimento con cui sta parlando Clear metteranno davvero tanti soldi, bisognerà fare come dicono loro.
Visto il coinvolgimento di Clear (e di altre compagnie mediatiche) in Ibiquity, bisognerà vedere che cosa succederà al sistema IBOC. Il quale sistema, per quanto sperimentato da decine e decine di stazioni, sta vivendo la stessa contraddizione del DRM: non ci sono molte radio compatibili e diverse emittenti cominciano a spegnere le loro portanti digitali. In un suo provocatorio articolo sulla testata RW Online Fred Lundgren, amministratore delegato della stazione californiana KCAA, scrive: "Usare il sistema digitale Ibiquity sulle onde medie è stupido. Perché adottare uno standard che provoca interferenze distruttive alla vostra e a tutte le stazioni vicine, uno standard che non può funzionare di sera a causa dell'onda di cielo?"

THE NEW YORK TIMES
October 26, 2006
Radio Chain Said to Weigh Selling Itself
By KEN BELSON and ANDREW ROSS SORKIN

The Mays Family, which built Clear Channel Communications into the country’s largest network of radio stations through decades of acquisitions, is in negotiations to be taken private by a consortium of investors for more than $18.5 billion, people involved in the talks said yesterday. The investors, who have been in discussions with Clear Channel for months, include Providence Equity Partners, the Blackstone Group and Kohlberg Kravis Roberts & Company, these people said. The negotiations come as family- controlled media companies across the nation explore the possibility of selling their companies or taking them private. Cox Communications, the cable company based in Atlanta, went private in 2004. Cablevision, which is controlled by the Dolan family, is in the middle of negotiations to become private.
Clear Channel said yesterday in a statement that it was “evaluating various strategic alternatives to enhance shareholder value.” The company has hired Goldman, Sachs & Company as its financial adviser. Other potential suitors have emerged in recent days. They include Cerberus Capital Management, Oak Hill Capital Partners and Thomas H. Lee Partners, people briefed on the negotiations said. Now that the company is seeking alternatives, other suitors, including big media companies, could surface.
As of yesterday, Clear Channel had a market capitalization of $16.1 billion, thanks partly to an 18 percent surge in the company’s stock since Aug. 9 amid speculation about a sale. Yesterday, shares of Clear Channel rose 15 cents, to $32.35. Even with the rise in the company’s shares, the company could still receive a 15 percent premium through a sale, according to Eileen Furukawa, who covers the company for Citigroup Global Markets. That would represent an offer of about $37.30 per share.
Clear Channel’s shares, however, have declined during the last half-decade, reflecting the steady defection of radio listeners who are spending more time listening to iPods and visiting Web sites and writing e-mail messages. Radio stations are also under threat from subscriber-based networks like XM Radio and Sirius Satellite Radio. More than 9 out of 10 Americans still listen to traditional radio stations, but the amount of time people tune in has slid 14 percent over the last decade, according to Arbitron ratings. The steady dilution of radio listeners is a far cry from 1972, when Lowry Mays, the company’s chairman, founded Clear Channel. A former investment banker, he bought several channels in San Antonio, where the company still has its headquarters. In 1984, the company went public and earned a reputation for turning around depressed stations. The Federal Communications Commission in 1992 loosened rules on owning radio stations, paving the way for Clear Channel to sweep up more stations. The company now has more than 1,200 stations, and owns a substantial number of billboards and other outdoor advertising. The company generated $6.6 billion in sales in 2005. Its stations include Z100 in New York and KISS-FM in Los Angeles.
As Clear Channel has grown, it has come under attack for homogenizing radio entertainment by standardizing playlists, playing too many commercials and not running enough local news. This in part spurred the growth of satellite-based subscription services like XM Radio.
In 2004, L. Lowry Mays stepped down as chief executive and one of his sons, Mark, took over. Another son, Randall is the company’s chief financial officer. Before joining Clear Channel, he worked in the mergers and acquisitions department at Goldman Sachs. Last year, Clear Channel sold 10 percent of Clear Channel Outdoor Holdings, its advertising unit, in an initial public offering. The company also spun off Clear Channel Entertainment, an events producer, to shareholders.



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26 ottobre 2006

Congo RD: elezioni e stazioni

Una puntata davvero interessante di La storia siamo noi l'altra sera su RAI 3. Era dedicata alla missione di Beati i costruttori di pace in Congo RD, dove alcuni volontari della onlus padovana si sono recati la scorsa estate come osservatori dei turni elettorali presidenziali. Il programma ha riassunto molto bene la storia di questo ex "possedimento personale" del Re del Belgio, che come ha detto Giovanni Minoli è stato teatro della guerra interetnica più sanguinosa dagli anni della Seconda guerra mondiale. Il processo di democratizzazione ha coinvolto l'intera popolazione della Repubblica democratica e un buon numero di missioni umanitarie straniere. E non si è ancora del tutto concluso perché siamo in attesa del ballottaggio, per il 29 ottobre (il clima, scrive il sito della BBC, è piuttosto teso dopo che i due candidati, Joseph Kabila e Jean-Pierre Bemba non si sono accordati sul dibattito televisivo previsto per la chiusura della campagna elettorale).
Se vi siete persi la trasmissione e la straordinaria gag del funzionario congolese che accoglie la troupe della RAI chiedendo "ma siete il canale di Berlusconi?" (con i giornalisti che da veri comunisti illiberali rispondono "no, no"), potete recuperare il 16 e 17 novembre alle 8,05 sempre su RAI 3, quando andrà in onda una versione più ampia in due puntate di un'ora ciascuna. Dal sito dei Beati è possibile accedere a un altro documentario, trasmesso su Arcoiris Tv.
Sullo stesso sito ho trovato quattro documenti PDF, elaborati per la formazione degli osservatori, ricchi di informazioni mediatiche per tre province, Nord e Sud Kivu e Maniama e per tutto il Congo. Sono stati preparati da un programma di sostegno agli osservatori canadesi in Congo con la collaborazione dell'UNOPS, l'ufficio di servizio dei programmi ONU e riportano le liste complete delle emittenti radio-tv attive. Una guida analoga, sulla capitale Kinshasa, l'ho trovata sul sito della Unité d'Appui au Programme de la cooperation canadienne en RDC. Molte di queste stazioni, come Radio Messager du Peuple di Bukavu, ascoltata nel corso de programma di RAI 3, sono ovviamente in FM. Ma c'è una emittente di Bukavu, Radio Kahuzi, gestita da una organizzazione religiosa americana, che opera sulle onde corte, su una frequenza di 6210 kHz, L'emittente, segnalata in Finlandia da Jari Savolainen a inizio settembre, è poi stata ascoltata anche in Italia dall'esperto (e, lo dico con più di una punta di invidia, superattrezzato, anche in termini di locations favorevoli) DXer Giampiero Bernardini, giornalista e pluriblogger. Io in questo periodo fatico a lasciare la mia bacinella di rumori RF milanese; ho avuto modo di provare la frequenza solo una volta, con un piccolo Degen 1103. L'unica cosa che arrivava era la misteriosa spuria della radio di stato greca, ERT, segnalata ultimamente da altri amici europei che cercavano di ascoltare il Congo, considerato quindi piuttosto coriaceo. Radio Kahuzi trasmette solo poche ore al giorno nella finestra utile per noi ed è stata ascoltata tra le 16.30 e le 17.15 UTC. Bisognerà riprovare e questo periodo elettorale sembra particolarmente indicato.

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L'inventore triste

Bello il pezzo che Francesca Cerati dedica su Nova24 di oggi a due protagonisti della storia della radio come Edwin Armstrong, inventore della modulazione di frequenza, e Alan Blumlein, pioniere della stereofonia. Ho già parlato di Armstrong qualche mese fa ma la Cerati mi spinge a ritornare sull'argomento perché se il pezzo su Nova per ragioni di brevità si limita a parlare della battaglia legale condotta da Armstrong e (dopo il tragico suicidio di quest'ultimo) da sua moglie Marion in difesa del brevetto sull'FM, l'inventore newyorkese deve la sua notorietà ad altre tre scoperte fondamentali, tutte brevettate con poca fortuna per il detentore: il ricevitore rigenerativo, il superregenerativo e soprattutto la supereterodina. Il principio di funzionamento del circuito supereterodino è quello che ancora oggi fa funzionare i nostri apparecchi radiotelevisivi e si basa a sua volta sulla teoria eterodina, esplorata nel mondo della radio da Reginald Fassenden, secondo cui è possibile ottenere una frequenza di oscillazione o di "battimento", accostando, fisicamente o elettronicamente, due diversi fenomeni oscillatori.
Nel circuito supereterodino il segnale ricevuto in antenna viene miscelato con un altro segnale, generato localmente e sincronizzato in modo da risultare sempre di un certo delta superiore al segnale che si vuole sintonizzare. Dal miscelatore dei due segnali escono due frequenze: il segnale ricevuto più quella locale e la differenza tra i due. Quest'ultima, vista la variabilità dell'oscillatore locale risulta sempre la stessa, la cosiddetta "media frequenza". E' su questa media frequenza che il ricevitore effettua le sue operazioni di demodulazione e amplificazione. Un approccio rivoluzionario perché un circuito accordato direttamente sintonizzato sulla frequenza da ricevere non può garantire particolari doti di selettività e anche l'amplificazione risulta difficile. Con la supereterodina, la preamplificazione può essere a larga banda perché gran parte del lavoro si svolge su una frequenza sola, in genere molto più bassa del segnale ricevuto.
Anche qui Armstrong non riuscì a far valere un diritto di paternità attestato da un brevetto registrato nel 1918. Se con l'FM il litigante fu la possente RCA di Sarnoff, la supereterodina venne contestata dal poco conosciuto militare francese Lucien Lévy, che effettivamente lavorò, a Parigi, dove si trovava anche Armstrong, su principi analoghi ma leggermente diversi. Sembra peraltro che Armostrong presentasse la propria invenzione senza omettere i riferimenti al lavoro di Lévy, ma ritenendo anche di aver introdotto molti elementi di novità, tra cui l'applicazione del circuito alla ricezione delle onde corte. I radioascoltatori gli devono moltissimo, ma lui morì, disperato e deluso, saltando dal tredicesimo piano del suo appartamento sulla 52esima strada e quel paranoico avvoltoio del Senatore McCarthy disse che fu "per paura che i rossi gli potessero rubare l'invenzione del radar".


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25 ottobre 2006

Arridatece a 'naloggico

Andrea Borgnino scrive:
Come al solito ecco un aggiornamento sulla situazione dei ricevitori Drm. Attraverso il forum di Drmrx.org ho scoperto che il Sangean DRM-40 non sarà disponibile prima delle fine di Dicembre o inizio 2007. Questo a causa, secondo quando dichiarato dai distributori tedeschi di Radiostore EK , di problemi alla ricezione del modulo Radioscape. La stessa notizia viene confermata dalla Sangean Europe che parla ormai di Febbraio 2007 come data di messa sul mercato dei ricevitori. A oggi l'unico ricevitore disponibile è il Morphy Richards che si può comprare per 199 Euro sul sito di T-Online. Il ricevitore non ha la presa di antenna esterna e dalle prime recensioni sembra soffrire degli stessi problemi di natura RF del DRM-40 Sangean.
Vi segnalo poi che ieri abbiamo provato l'MP-40 (il Sangean DRM-40 marchiato Roberts) connesso con un'antenna esterna Loop Weelbrook ALA 1530 e il risultato che la ricezione di qualsiasi segnale (AM o Drm) era impossibile sia in onde medie e in onde corte. Evidentemente il modulo Radiospace saturava per i segnali riceviti con l'antenna loop...
Questi sono i messaggi originali che sono transitati su Drmrx.org:

From Radiostore:
Sangean will not deliver the DRM 40 before end of December.
The reason is a poor reception quality with the Radioscape module. New
modules are available now and are actually tested by Sangean. If this test
is successful, the production line will start in December.
The morphy Richards is on stock now, but the DRM quality is very poor.

From Sangean, NL:
Thank you for your interest in our DRM radio.
Unfortunately, the procuction is delayed to dec./jan. 2007.
So we will not have stock before Febr. 2007.
By then, Roberts will sell DRM-40 in England and Ireland.
For more info, please go to: www.robertsradio.co.uk
Best regards,
Anke Markusse

Alla fine dell'anno di grazia 2006, con uno o due anni di ritardo sulle tabelle di marcia annunciate a loro tempo, salta fuori che l'unico pezzo di silicio disponibile per la costruzione di ricevitori DRM stand alone non funziona. Che se ne riparla a fine 2007. Sulla piattaforma Analog Devices Blackfin, base dei ricevitori cinesi Himalaya visti all'IFA di Berlino, è molto difficile sbilanciarsi perché il ricevitore in pratica l'abbiamo visto e provato io e pochi altri visitatori dello stand berlinese. Magari è entusiasmante. Magari no. Devo dire, complimenti, un percorso verso la radio digitale costruito benissimo. Dagli ingegneri.
E tutti gli altri? Beh, devo dire che gli "altri" cominciano a lamentarsi. Chi ascolta regolarmente le onde corte capisce che i test DRM, ormai molto numerosi, sono solo quello che gli americani chiamano un "pain in the ass", un dolore al fondo schiena. Non si capisce davvero perché i broadcaster continuano a testare in maniera indifferenziata, occupando per di più frequenze prossime alle trasmissioni analogiche, una tecnologia che sta dando preoccupanti sintomi di scarsa efficienza sulle lunghe distanze (la natura intima delle onde corte) e che soprattutto non può essere trasformata nel tanto decantato audio Cd-quality se non con accrocchi improponibili per milioni di persone abituate a usare scatolotti a pila che costano 30 dollari e funzionano perfettamente.

Re 11860: Why the hell are they allowed to transmit in the middle a radio-broadcasting band ??? There´s enough QRM made by DRM radio broadcasts. 73, (Patrick Robic, Austria, Oct 20, DX LISTENING DIGEST)

I agree with Patrick about this - there is megahertz of empty space available outside of the BC bands. There is another transmission on - I think - 9660 between 0700 and 0730 not shown on the DRM pages. Could it be the same data type of transmission? Both are very strong and seem wideband transmissions and are causing much noise and interference to adjacent stations at my location (Noel R. Green (NW England), dxldyg via DX LISTENING DIGEST)
Sulle onde medie europee la situazione non è migliore, perché i test avvengono di notte e disturbano canali un tempo liberissimi, che offrivano l'opportunità di ascoltare programmi esteri molto interessanti (con i soliti scatolotti da 30 euro...).
Davvero, signori ingegneri, che frittata state combinando per appiccicare dappertutto le vostre dannate etichette "digital inside"? Che senso ha?

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24 ottobre 2006

Dalla Russia con livore

Siamo proprio sicuri che le onde corte hanno smesso di avere un sostanziale impatto sugli aspetti sociali e culturali, sulla vita delle persone? Me lo sono chiesto ieri leggendo la mia dose ormai quasi quotidiana di notizie assemblate da Glenn Hauser per il suo DX Listening Digest, una fonte sempre più stupefacente per ricchezza e capacità di approfondimento. DXLD citava un articolo di un quotidiano californiano, adesso non ricordo quale: io ho trovato la storia sul sito dell'LA Times. La vicenda riguarda quello che sta succedendo a Sacramento, in California, dove la locale comunità gay si trova a subire pesanti attacchi da parte di una comunità religiosa oltranzista che non parla inglese ma russo, ucraino, bielorusso, rumeno. Il pezzo del Times, corredato da una foto indimenticabile (guardatela: siamo a Sacramento o a Krasnodarsk?), è straordinario ma un po' difficile da capire qui, perché cita congregazioni fondamentaliste evangeliche che in Italia conoscono in pochi, spesso commettendo l'errore di attribuire loro una matrice "protestante" che sicuramente c'è ma va capìta e interpretata nel modo giusto, senza generalizzazioni.
Per farla breve è successo che Sacramento è diventata una delle città più russe d'America, escludendo i centri tradizionali come New York. Decine di migliaia di russi con un canale via cavo, due stazioni radio, quattro giornali. E sono in buona parte evangelici, battisti, pentecostali. Oltranzisti, nemici dei diversi, violentemente conservatori. Come si è creata questa situazione, perché così tanti russi non cristiano-ortodossi proprio a Sacramento? Uno dei motivi è che da qui partivano i programmi, ripetuti sulle onde corte, di Word to Russia, Slovo v Rossii (scusate la traslitterazione e andatevi a leggere la storia di questa casa di produzione di programmi evangelici). Programmi che secondo il sito ufficiale dei produttori vengono tutt'ora ripetuti dall'interno della Russia e dalle numerose frequenze dell'Asia Pacifico di FEBC (andate qui per cercare le griglie dei programmi in russo). Ascoltandoli, molte famiglie finirono per idealizzare Sacramento come terra promessa. E quando Gorbatchev allentò un poco le maglie della cortina di ferro, cominciarono a colonizzare il loro personale far west. Peccato che in California non abbiano trovato solo un popolo di miti e obbedienti lettori dell'antico testamento. Eh no, si sono ritrovati davanti agli ebrei - mai abbastanza odiati dalle loro parti - e i gay. Spesso le due cose insieme! Bella fregatura, eh? La delusione trasuda quando il Times intervista una coppia originaria della Moldavia, che pensa seriamente di ritornarsene a Chishinau, dove le scuole non insegnano che non c'è nulla di male se un uomo dorme con un altro uomo. Immaginate il loro disorientamento: qual è, esattamente, la vera "terra di libertà"? Tranquilli, la radio oltranzista li seguirà ovunque.

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21 ottobre 2006

Lo spettro RF secondo Salvo


Il titanico sforzo di Salvo Micciché ha prodotto una nuova edizione aggiornata del DX Handbook, la pubblicazione (gratuita) di riferimento per molti ascoltatori nazionali e internazionali. Questa volta il lavoro richiesto è stato particolarmente lungo perché l'Handbook ha incorporato molti materiali che interesseranno i radioamatori e chi li ascolta, i cosiddetti SWL. Sono stati rivisti anche certi elenchi di frequenze, in particolare la lista dei radiofari ascoltati in Italia (ormai sono parecchi). E sono state aggiunte, a cura di Radiopassioni, anche molte URL di siti Web con liste di stazioni e repertori esterni all'Handbook ma sicuramente da esplorare.
Salvo ha preferito annunciare subito la pubblicazione, ma le prime modifiche verranno apportate presto, in occasione del prossimo cambio (fine ottobre) nelle frequenze di programmazione delle emittenti internazionali. Per richiedere il DX Handbook è sufficiente inviare un messaggio all'indirizzo:
richiestahandbook(at)radioascolto(punto)org.
I richiedenti riceveranno le istruzioni per il download.

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Onde medie secondo Fiorenzo


Nuovo aggiornamento per la lista delle onde medie europee che Fiorenzo Repetto realizzato attraverso un costante monitoraggio dalla sua residenza savonese. L'elenco è aggiornato a metà ottobre e contiene anche numerosi dettagli sulla tipologia dei programmi ascoltati. Sembra facile, ma dietro c'è un grande lavoro di sorvegliamento e l'abilità di rappresentare i dati in forma tabellare. Il PDF può essere prelevato seguendo il link della sezione Repertori e liste di frequenze free, qui sulla colonna sinistra di Radiopassioni (quella delle reference). Grazie a Fiorenzo per il suo contributo, ascoltare le onde medie europee dopo il tramonto, quando la propagazione favorisce le lunghe distanze, è una attività di enorme interesse. Da un punto di vista tecnico occorre sviluppare una discreta capacità per sintonizzare i segnali e si possono anche compiere i primi passi sul non facile terreno degli accessori (in particolare le antenne direttive). La programmazione, poi, è particolarmente diversificata, ricca di contenuti regionali e locali che fanno la differenza rispetto all'offerta delle emittenti internazionali.
Se posso permettermi un suggerimento a Fiorenzo, credo che sia arrivato il momento di monitorare anche i canali utilizzati per irradiare i test in modalità digitale Digital Radio Mondiale, per il quale il nostro monitor dovrebbe essere già attrezzato. Negli ultimi mesi questi test hanno cominciato ad aumentare e sarebbe molto interessante capire quali frequenze producano effettivamente un audio utilizzabile e quali rappresentano invece semplice rumore e interferenza sui canali adiacenti.

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Tecnologie militari in mostra

Questo non è certo un luogo di discussione focalizzato sulle applicazioni militari, ma volevo comunque segnalare due manifestazioni che mi sembrano interessanti sul piano tecnologico. Si tratta di due eventi, a Parigi e a Londra, in cui i rappresentanti dell'industria militare si riuniranno insieme ai loro clienti finali per discutere, appunto, di tecnologie avanzate per le telecomunicazioni e il comando. Non fraintendete, personalmente credo che la guerra sia una pessima cosa, specie quando i bombardamenti veri vengono preceduti da un raffica di bugie e propaganda sparate ad arte, ma dobbiamo imparare a convivere col fatto che tanta parte della ricerca scientifica viene finanziata col denaro per la "difesa". E che molte applicazioni civili hanno fatto il servizio militare da giovani. I due eventi di cui parlo sono per ultraspecialisti, ma testimoniano anche del particolare clima di un settore vincolato da un lato alla segretezza e dall'altro interessato a un atteggiamento di piena apertura alla discussione tra pari, di stampo molto tecnologico. La tecnologia della guerra e dell'intervento militare in situazioni di pace deve avere imparato che una certa misura di trasparenza produce applicazioni migliori. E' un po' il discorso della crittografia open source contro quella dei sistemi proprietari.
La questione del software defined radio che sta appassionando molti radioamatori e ascoltatori è oggetto di un convegno che si terrà dal 6 all'8 dicembre in un albergo di Londra, il Waldorf Hilton. "Software Defined Radio 2006" cerca di fare il punto sullo stato di avanzamento dei numerosi progetti SDR delle forze armate di molte nazioni europee, Italia compresa. Anzi, tra gli ospiti invitati a presiedere alle sessioni tecniche con un keynote, ci sarà il Generale Ispettore del nostro Ministero della difesa, Pietro Finocchio, un ingegnere elettronico esperto in sistemi avionici responsabile di Teledife, la direzione generale delle Telecomunicazioni, dell'Informatica e delle Tecnologie Avanzate. Il tema in programma è l'approccio italiano alla prototipizzazione SDR, basato sulla collaborazione strategica tra esercito e industria.
Non meno interessante si prospetta la discussione presso Euronaval 2006, salone parigino allestito nel parco espositivo annesso all'aeroporto Le Bourget, per tutta la prossima settimana dal 23 ottobre. Qui evidentemente gli argomenti sono tutti marittimi, dalla difesa al pattugliamento, dal salvataggio alle comunicazioni e la navigazione. A quanto si può leggere sul sito uno dei temi trattati sarà proprio la navigazione satellitare. Anche in questa sede molte aziende italiane sono state invitate a esporre e intervenire ai convegni.

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Armamentario per DXer estremi


Svezia, Norvegia, Finlandia. L'estremo nord dell'Europa, diciamo almeno sopra i 60 nord di latitudine, oltre a essere la patria di Babbo Natale è anche il luogo d'elezione del DX estremo. Per ragioni geografico-propagative, prima tra tutte la scarsa insolazione, ma anche per la distanza rispetto alle interferenze continentali, è a nord che bisogna evadere per dare la caccia alle stazioni più lontane. In ciascuna di queste tre nazioni esistono mitiche postazioni di ascolto regolarmente presidiate (una delle tre, la svedese Parkalompolo, ha visto anche la presenza di un team di DXer italiani). La più "estrema" delle tre, affacciata sul mare artico, è la norvegese Kongsfjord.
Non è di DX difficile che voglio parlare ma di circuiti e di strumentazione, in particolare di amplificatori, che possono funzionare benissimo anche in condizioni di ascolto più normali. Mi piace molto seguire la discussione sui principali reflector dedicati al software defined radio e ho visto con una certa sorpresa qualche giorno fa un post con la citazione di un amplificatore la cui documentazione è depositata nell'area The Dallas Files, del sito ufficiale del DX location di Kongsfjord. "Dallas" è Dallas Lankford, un radioamatore americano che ha pubblicato una quantità ragguardevole di circuiti e studi dedicati esclusivamente all'ascoltatore delle onde medie. È saltato fuori che uno degli amplificatori da lui descritti, lo schema "common base transformer feedback" (con due transistor a base comune e un circuito di retroazione piuttosto complesso basato appunto su trasformatori avvolti su toroidi), originariamente proposto da Norton, può interessare anche chi studia i discriminatori I/Q (in-phase/quadrature) che estraggono dai segnali modulati analogici le informazioni sulla natura del segnale modulante, per poi elaborare quest'ultimo via software. Trovate l'articolo di Lankford che descrive gli amplificatori CBTF in questo file pdf conservato tra i Dallas Files, una pagina che vale la pena compulsare con cura dove si parla anche di detector sincroni, antenne in controfase e molto altro ancora.
Gli amplificatori Norton in questione vengono molto utilizzati dai DXer nordici perché si prestano bene all'amplificazione dei segnali catturati con le antenne beverage, filari a multiplo di lunghezza d'onda che sulle onde medie arrivano a coprire tratte di centinaia di metri. Le caratteristiche di impedenza e cifra di rumore sono interessanti anche per gli sperimentatori dell'SDR.
Ed è dallo stesso ambito SDR che deriva un'altra interpretazione dell'amplificatore CBTF, quella del maestro Ulrich Rohde, co-fondatore della Rohde&Schwarz. Il suo circuito, a larga banda ma da dimensionare per tararlo sulle frequenze desiderate (no, non chiedetelo), si trova sul wiki confezionato dagli sperimentatori del progetto HPSDR .

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18 ottobre 2006

Segnale dei tempi


Cominciano ad arrivare dettagli sulla stazione di tempo e frequenza canadese, CHU, che da qualche tempo annuncia possibili cambiamenti (o chiusure?) per il prossimo aprile. I DXer nordamericani si sono attivati e la stazione ha risposto, spiegando che la questione riguarda in realtà solo la frequenza di 7335 kHz, che l'ITU ha riallocato alle stazioni broadcast (prima era ufficialmente utilizzata da servizi fissi non broadcast). Rispondendo alle richieste, il responsabile di CHU spiega anche perché queste emittenti continuano ad avere la loro importanza e continuano a valere i pochi soldi pubblici che le amministrazioni investono su di esse. Sono ancora in parecchi a usare una radio, a onde corte o meno, per ricevere segnali di tempo precisi. Anche se per la verità i satelliti GPS stanno diventando un riferimento universale.
Anche il progetto Network Time Protocol, i server che permettono di sincronizzare con precisione l'orologio dei computer via Internet, possono fare affidamento sui segnali di CHU e delle altre stazioni di tempo e frequenza. Il NIST americano, l'ufficio di standardizzazione da cui dipendono le stazioni WWV e compagnia ticchettando, ha addirittura una pagina Web con un elenco di produttori di orologi elettronici con ricevitore incorporato (qui in Europa sono piuttosto diffusi e quasi tutti utilizzano la stazione LF tedesca, DCF77). Altre informazioni sulla relazione tra NTP e stazioni di tempo e frequenza si trovano su questo sito della università del Delaware. Da lì sono risalito a una pubblicazione PDF del NIST con una dettagliata descrizione dei servizi della stazioni americane. Ecco il testo ricevuto da CHU da un componente del gruppo di discussione UDXF:

In April 2007 the licence on 7.335 MHz will have to be modified to reflect changes on the status of the band allocation by the International Telecommunications Union. This frequency has been changed from “fixed service” to “broadcast”. (The ITU decision does not affect the frequencies 3.33 MHz and 14.67 MHz.) Some alternatives are:

a.. Re-licencing just might be possible, calling the 7.335 MHz a “broadcast”.
b.. It is also possible to stop using that frequency (the most useful of the three we use). Stopping one signal is the easiest solution but could create problems for some clients who are counting on this particular signal.
c.. Change the frequency from 7.335 MHz to a nearby fixed-service frequency. It would need some investment from our part in new hardware and in manpower. It could also create problems for clients, and likely not all radios will be able to tune to the new frequency.

To be seriously considered, any of the above alternatives will need to have a zero-based budgeting justification prepared, comparing it against the least expensive alternative of closing CHU entirely. CHU is entering a phase where major investment in new transmitters will be required if it is to be kept operating. In the absence of input from the CHU user community, concerning the importance of CHU’s contribution in the modern world, this last option is an inescapable recommendation. The CHU code is also used as a radio clock, which can be used as a reference clock for an NTP time server. Software drivers have been written that can obtain the date and time from the code and that tune a digitally tuned radio to one of our 3 frequencies, to get the best signal. Users of this service generally don’t listen to the audio broadcast. So we cannot gauge the usage by sending this announcement.


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17 ottobre 2006

Buon compleanno RP


Il mio primo post su Radiopassioni porta la data del 21 ottobre 2005. Pensare alle celebrazioni per una iniziativa così di nicchia fa un po' ridere. In un anno Radiopassioni ha ricevuto circa ventriquattromila visite e servito oltre quarantatremila pagine (ho diversi counter, nessuno coincide, tutte le cifre sono puramente indicative), con una media che dovrebbe attestarsi su settanta visitatori unici quotidiani nell'intero periodo. A giudicare dalle curve di crescita questa media sembra essere in grado di aumentare, ma francamente non mi sembra che ci si possa aspettare molto di più da un sito di discussione al tempo stesso specializzata e personale come questo. Radiopassioni parla della radio così come la vedo io e ci mette dentro molti interessi - dalla propagazione al geomagnetismo, dalla storia alla geopolitica - che altri troveranno meno avvincenti, o semplicemente fuori tema. Da un punto di vista strettamente hobbystico altre realtà, fuori e dentro Internet, sono più brave a fornire dettagli sulle stazioni da ascoltare. Mentre considerando la radio in generale, certe tematiche, incluse la radio digitale, non potranno mai raggiungere un pubblico molto esteso. Almeno per ora, o a meno di utilizzare linguaggi e formati diversi, cosa che probabilmente non saprei fare in questi pochi ritagli di tempo.
Insomma, il primo - e probabilmente unico - bilancio di Radiopassioni si chiude in un modo che giudico molto positivo. Un pizzico di notorietà è arrivato, qualche raro complimento pure, l'occasionale insulto anche. Forse c'era da aspettarsi un poco di interattività in più e sperando di stimolarla ho attivato la funzione di commento (moderato) per la maggior parte dei post, ma anche qui l'esperienza insegna che la partecipazione diretta delle persone ha tempi di combustione molto lenti, non solo in ambiti ristretti come questo. Scusate se sembro un po' egoista, ma essendo questo un Weblog, è importante divertirsi a scriverlo. Un po' di divertimento nel leggerlo lo state dimostrando e ve ne sono grato.

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L'Italia ufficializza la radio digitale DRM


In esclusiva da Andrea Borgnino RP pubblica il report ufficiale della prima riunione dell piattaforma italiana del DRM, organizzata dalla RAI il 29 settembre scorso. La sperimentazione di Digital Radio Mondiale va dunque avanti e secondo Andrea si parlerebbe anche dell'attivazione di un secondo test in onde medie dopo quello di Siziano (Milano), probabilmente da Santa Palomba (Roma). Grazie, Andrea.

Nasce la piattaforma Drm italiana

di Andrea Borgnino (RAI, IW0HK)

Venerdì 29 settembre si è tenuto a Roma il primo incontro di costituzione del gruppo Drm Italia organizzato da Raiway e Radio Vaticana. Il Drm (acronimo di Digital Radio Mondiale) è l’unico sistema mondiale di trasmissione digitale non proprietario previsto per le onde corte, medie e lunghe ed in grado di utilizzare le stesse frequenze attualmente assegnate al servizio di radiodiffusione in Am nello spettro fino a 30 MHz. Lo scopo di questo incontro è stato l’incontro delle diverse realtà che stanno studiano e lavorando in Italia sul Drm.

L’idea è quella di creare, come è gia avvenuto in Francia, Germania, Russia e Spagna, un gruppo o un associazione che riunisca tutti gli “attori” interessanti al Drm nel nostro paese per poter coordinare meglio la comunicazione relativa a questa nuova opportunità per le onde medie e corte. Oltre ai due broadcaster organizzatori, Rai/RaiWay e Radio Vaticana, erano presenti diverse società che si occupano di Dsp e ricevitori Sdr e numerosi ricercatori che hanno come punto in comune di occuparsi di radio digitale in onde medie e corte. L’evento è stato inaugurato dall’intervento di Michel Penneraux del consorzio Drm che ha ricostruito la storia di questo standard Drm e ha fatto il punto sulla sua diffusione del mondo. Oggi sono disponibili 600 ore di trasmissione in modalità Drm e più di cento soci di trenta paesi collaborano attivamente al consorzio Drm. Terminata la presentazione di Penneraux sono iniziate le presentazioni delle ditte invitate da Raiway a questo evento. Paolo Ruffino di St Microelettronics ha illustrato i prototipi realizzati insieme a Kenwood per un autoradio Drm e ha annunciato per la fine del 2007 la disponibilità dei primi chip Drm realizzati da St. Pier Paolucci della Atmel Roma ha presentato il chip Diopsis, progettato e realizzato in Italia che grazie ad un potente Dsp a 40 bit floating point permette la ricezione del Drm e di altri standard delle radio digitale. A seguire Claudio Re della Sistel ha illustrato le possibilità del Drm e del futuro standard Drm Plus da utilizzare in banda Fm. Marco Genova della Digital Instruments ha presentato le ricerche che stanno effettuando per la realizzazione di un modulatore e un ricevitore “monitor” Drm. La presentazione successiva è stato invece di Pierre Vasseur del consorzio Drm che ha illustrato come è nato e come è organizzato il gruppo Drm Francia e quali sono i vantaggi di avere una piattaforma nazionale per lo sviluppo del Drm. Pierre Vasseur ha annunciato poi un importante accordo realizzato con alcuni produttori cinesi per la realizzazione di ricevitori Drm a basso costo e la decisione da parte della Cina di utilizzare lo standard digitale per le trasmissioni onde medie e onde corte durante le olimpiadi di Pechino 2008. A seguire Daniele Pernotto Peretto del Csp Piemonte ha illustrato il progetto che prevede la realizzazione all’interno del DttLab di un centro di eccellenza sul Drm, come già avvenuto per la televisione digitale terrestre, focalizzato alla creazione di applicazioni “ip based” e lo sviluppo applicativo di questo nuovo standard. L’ultimo presentazione aziendale è stata curata da Franco Milan della Elad che ha avuto come tema principale il loro ricevitore Hf Sdr Fdm-77 con demodulazione diretta Drm e i downconverter che permettono di modificare ricevitori per dotarli di un uscita If Drm compatibile. Terminate le presentazioni aziendali Paolo Lazzarini ha illustrato quale è stata l’esperienza di di Radio Vaticana con il Drm esponendo le varie problematiche relative alle modifiche dei trasmettitori onde medie e onde corte. Alberto Fassio di Raiway ha poi illustrato la sperimentazione in campo Drm effettuata da Rai con l’impianto di Milano Siziano e annunciando l'intenzione di estendere la sperimentazione anche in altre zone d'Italia. La conclusione delle presentazioni è stata affidata a Aldo Scotti di Raiway che ha illustrato i primi risultati della campagna di ascolti del segnale Drm di Milano Siziano nel Nord Italia. Un lungo dibattito ha animato l’ultima ora dell’incontro che ha avuto come principale risultato la possibilità di mettere alla luce le varie sperimentazioni italiane in campo Drm. I prossimi passi saranno la creazione di una mailing list per mantenere i contatti tra le varie realtà presenti e un prossimo incontro per la formalizzazione della nascita del gruppo Drm Italia.



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