26 aprile 2007

Internet, la tua stazione

Tra le discussioni della mailing list del progetto SDR SoftRock ho trovato oggi un riferimento a un buffo software radioamatoriale, CQ100. Si tratta del "terminale" di un interessante progetto VOIP chiamato QSOnet. Ho trovato una concisa ma esauriente spiegazione curata da un radioamatore inglese, Dave deSouza Kirby, G3VFP. Che cos'è CQ100? Graficamente ha l'interfaccia di un ricevitore controllato via Web. Viceversa si tratta di un ricevitore Web controllato graficamente. Scaricando il programma e registrandosi a QSOnet (il servizio è a pagamento, ma non è caro, ed è riservato esclusivamente ai radioamatori con regolare licenza, di qualsiasi classe), si ha la possibilità di entrare in contatto VOIP con altri utenti del programma attraverso uno dei sei server "riflettore" che gestiscono altrettante "bande" virtuali di questa strana Web radio. La cosa funziona esattamente come quando si sintonizza una frequenza su un ricetrasmettitore vero, ma qui non c'è nessuna emissione di RF. Uno "spettrogramma" permette di visualizzare le "frequenze" occupate in quel momento. A ogni canale virtuale corrisponde in pratica una stanza di un sistema di chat vocale che non esce mai da Internet. L'ideatore del progetto e del software, Doug McCormack VE3EFC, parla non a caso di "ionosfera virtuale". C'è già chi sta facendo qualche piccola variante sul tema, immettendo in QSOnet stream ricevuti attraverso la ionosfera vera. WaterwayRadio Net, un network di radioamatori velisti che si riunisce ogni mattina sui 7268 kHz, può essere ascoltato attraverso QSOnet "sintonizzandosi" sul canale virtuale di 29268 kHz. Il CQ100, nato nel settembre del 2006, è diventato rapidamente molto famoso. Ci sarebbero già 10.000 iscritti e ho trovato persino un filmato su YouTube.

La differenza rispetto a sistemi con EchoLink, che utilizzano il VOIP ma se servono come backbone di trasporto che unisce una serie di autentici ponti radio interconnessi via Internet, è evidente. CQ100 è un sistema VOIP puro, non peer-to-peer, che lavora in modo simile a Skype ma consente di entrare in contatto con persone di cui non si conosce alcun nickname. Si accende il ricevitore, si visualizzano le frequenze occupate in quel momento e si chiede di parlare, un po' come succedeva con la vecchia Citizen Band. E' anche divertente? Beh, l'emozione di un collegamento a lunghissima distanza, con un audio disturbato e evanescente, rimane un'altra cosa. Ma QSOnet potrebbe servire anche per fare pratica sulle bande radioamatoriali e soprattutto è un sistema che vorrei poter utilizzare anch'io per parlare con gli amici. Spero di trovare presto qualcosa che non richieda una licenza da OM.

2 commenti:

Andrea ha detto...

"Spero di trovare presto qualcosa che non richieda una licenza da OM."

Anche perchè con gli OM centra veramente poco.

Andrea Lawendel ha detto...

Condivido la critica di Andrea. Non credo però che QSOnet voglia porsi come surrogato di una attività radioamatoriale non virtuale. Mi era piaciuta l'implementazione del software e non vedo per esempio perché non si debba applicare il concetto per offrire ad esempio un servizio di chat. Ovvio, il rischio è che tutto si trasformi in una scatola di rutti, insulti e affannosi lamenti. Non a caso QSOnet chiede la fotocopia della licenza per registrare i suoi utenti.
Immagino anche che sempre via software sia possibile simulare meglio un collegamento ionosferico. CQDX potrebbe per esempio variare improvvisamente il bit rate o il livello audiodei QSO virtuali, introducendo rumori, scariche e interferenze digitali.