24 agosto 2007

Il Sangean DRM-40 non va in produzione?

Se i boatos fossero confermati sarebbe un colpo durissimo per il partito del DRM. Forse sufficiente a mettere in dubbio la validità dell'intero progetto, o perlomeno gettare una luce spietatamente critica sulla qualità dell'unico chipset DRM (mi riferisco al modulo Radioscape) che fino a oggi è riuscito a tradursi in una timida, ma concreta offerta commerciale. Stamattina su DXLD ho visto riportato il post dell'olandese Rick, apparso su alt.radio.digital, con la segnalazione dell'avviso che da qualche giorno è possibile leggere su Thiecom.de, affidabile negozio online specializzato in ricevitori per le onde corte e scanner.

Bad new I guess...
I've been waiting since 2004 for the Sangean / Roberts DRM-40 receiver. Today I read the following at Thiecom.de:

"DRM40 kein Liefertermin - vermütlich keine Produktion!"

For those of you who don't speak German: "DRM40, no delivery status known - possible no production at all!" Rumors are going that Sangean can't get the receiver stable and is plagued byplagued by drop-outs in units.And to make it all a bit worse: the DRM-40 has dissapeared from: www.sangean.com and www.sangean.nl
Maybe someone from Sangean can clear this up? Anyway, I'll ask them at the upcoming IFA in Berlin.

Rick.
Thiecom sostiene insomma che il Sangean/Roberts DRM-40 - diversi esemplari pre-release del quale campeggiano in una stanza di RaiWay a Monza per i test su 693 kHz - forse non verrà più prodotto.
Resto ogni giorno più esterrefatto per gli errori di tattica e strategia che questa importante realtà tecnologica del mondo della radio digitale ha inanellato in tutti questi anni. Questa notte - sono in Liguria, alle prese con un sacco di problemi alle antenne e con rumori ambientali fuori controllo - mi sono soffermato sulla parte alta delle onde medie, dove il maledetto rumore del DRM si sente su 1530, 1575, 1593 kHz, con terribili conseguenze sulla ricezione dei programmi analogici. I soliti test che non possono dimostrare più niente, se non la TOTALE (scusate lo shouting) inutilità del DRM in un contesto commerciale. Pochissime persone starebbero comunque consumando programmazione analogica su queste frequenze. E un insieme praticamente vuoto di ascoltatori è in grado di accedere, allo stato attuale, alle trasmissioni digitali. L'EBU dovrebbe finalmente prendere una posizione ferma contro chi sta provocando questa situazione ridicola. Il mercato dovrebbe finalmente urlare in faccia ai fornitori di apparati DRM di piantarla di imbrogliare i broadcaster pubblici che spendono i nostri soldi in tecnologie tutt'altro che future-proof (e mi fermo qui per non sospettare retroscena ancora più spiacevoli). Oltre a non potere ascoltare le trasmissioni digitali, grazie a queste assurde prove 24 ore su 24 spesso si rischia anche di non poter sintonizzare trasmissioni analogiche finanziate con tasse e canoni di abbonamento!
Se veramente Sangean dovesse cancellare il DRM-40 dal tavolo di progettazione, sarebbe la prova dell'instabilità dei componenti Radioscape. Situazione peraltro anticipata da moltissimi segnali. Quello di Sangean è un brand che conta, le sue radio digitali DAB sono decisamente più affidabili. Un suo disimpegno sul chipset Radioscape peserebbe come una pietra. Forse tombale. Considerando che anche il chipset Analog Devices che avrebbe dovuto essere montato a bordo del secondo modello DRM di Himalaya visto l'anno scorso all'IFA (Himalaya recentemente è uscita con un ricevitore Radioscape), lo scaffale del silicio per la demodulazione e il decoding del DRM si fa molto più corto. E il numero di soluzioni non sperimentate aumenta proporzionalmente. Sono in contatto con un amico italiano imprenditore dell'hardware che proprio in questi giorni mi parlava di un suo progetto basato su un chipset DMB/DRM/analogico della Mirics. L'interesse di questa persona va in questo momento in direzione del DMB, ma comincio a chiedermi se sia proprio la componente DRM di questi chip ad avere qualcosa che non va per colpa delle caratteristiche del sistema. L'esperienza maturata con la decodifica software effettuata con DReaM, mostra tutti i punti deboli del DRM in condizioni propagative ionosferiche. Secondo il mio modesto parere il consorzio che propone questo controverso standard farebbe bene a impartire un radicale mutamento di rotta, proponendo il DRM in sostituzione della copertura analogica locale con potenze medio-basse, su frequenze che potrebbero tranquillamente essere scelte nella porzione compresa tra i 26 MHz e la banda I televisiva gradualmente abbandonata dalla TV analogica. Ma forse è troppo tardi per prendere decisioni alternative rispetto a un corso che, al momento, non appare destinato al successo.

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