17 settembre 2007

IBOC notturno: il cielo non crolla. Si sgretola

No, il cielo non è ancora caduto sulle spalle dei poveri BCB DXer americani, gli accaniti cacciatori dei più minuscoli segnali provenienti dalle stazioni a onde medie "ruspanti", spesso con meno di mille watt di potenza. Era attesa una catastrofe dopo l'entrata in vigore del regolamento FCC che permette alle stazioni digitali ibride HD Radio di tenere accese le bande laterali IBOC dopo il tramonto. Il cielo non è crollato ma il DXer americano ha perso definitivamente la sua verginità: da oggi la banda delle onde medie, come in Europa, è caratterizzata giorno e notte (di notte anche di più) dalle "impronte" digitali. E dove l'impronta è forte, i segnali analogici deboli vengono inesorabilmente cancellati. E il DX digitale? Come si comporta HD Radio con l'onda di cielo, è possibile ascoltare stazioni lontane? Per il momento la risposta pare negativa, tra le tante segnalazioni ho visto qualcuno che è riuscito a decodificare per qualche secondo l'audio di una stazione con 50 kW distante 600 miglia.
Il cielo non è crollato solo perché il numero di stazioni HD Radio in onde medie è ancora relativamente contenuto, forse un paio di centinaia. E non tutte hanno deciso di tenere IBOC acceso di notte. Ci sono quindi location più fortunate di altre e in tutte l'uso di antenne direzionali e sistemi di sfasatura consente di attenuare in parte le interferenze. In questi tre giorni (il regolamento è entrato in vigore il 14) ho seguito il flusso dei messaggi che si sono accavallati sulle liste NRC, IRCA e ABDX. Toni che fluttuano tra il rassegnato, il pessimista e il moderatamente ottimista. C'è chi per esempio "scopre" che sulle onde medie funziona bene la tecnica dell'ascolto su una singola banda laterale, quella più lontana dal segnale interferente. Beata ingenuità, da questa parte dell'oceano certi trucchi sono indispensabili da sempre.
Le onde medie in America sono sempre state ultra-protette perché il regolatore aveva una priorità: tutelare l'ascolto nel bacino pubblicitario (molto ristretto) di ciascuna emittente, tanto più nelle ore notturne in cui il segnale viaggiava più lontano. Una situazione ideale per il DXer che aveva a disposizione tutti i canali esclusi quelli occupati dalle powerhouse locali. Era una vera pacchia, una continua pesca al segnalino tra migliaia di stazioni da tutto il continente. Non sarà più così. A mio modesto parere non si tornerà indietro, come appunto sperano i moderatamente ottimisti dall'altra parte dell'Atlantico. «IBOC non prenderà mai piede, è una tecnologia nata morta,» continuano a ripetere gli irriducibili dell'analogico. Ma è solo un mantra consolatorio. IBOC si estenderà, magari gradualmente, ma lo farà. Le radio digitali si venderanno sempre più numerose, il parco installato verrà lentamente aggiornato. Alla fine la FCC imporrà lo switch off dell'analogico e i segnali ibridi diventeranno tutti digitali. Forse le stazioni medio-piccole migreranno in parte sugli stream digitali secondari delle radio più grandi, ma per molte stazioni ultralocali in futuro non ci saranno abbastanza risorse per continuare. A meno che i regolatori, con un ultimo lampo di generosità, non riservino una porzione di frequenze al proseguimento dell'emittenza analogica (improbabile, in una nazione tanto infrastrutturata sul protocollo IP e il cui mercato pubblicitario accetta il Web come medium primario).
Restano aperte nei prossimi anni le opportunità di DX transatlantico e transpacifico sulle coste orientale e occidentale. Anche se la tendenza alla digitalizzazione e alla contrazione del numero di stazioni analogiche sulle onde medie sembra inesorabile ovunque. Si sono, ci siamo divertiti moltissimo, fin che è durata. Qualche annetto di divertimento il futuro ce lo riserva. Facciamo in modo che questo renda più dolce il lento tramonto.

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