17 ottobre 2007

BBC: TV (e in futuro la radio) gratis in Wi-Fi

Durante il convegno che ho moderato in occasione del Prix Italia di Verona, la responsabile di tutti i servizi audio and music della BBC Jenny Abramsky si era soffermata a lungo su iPlayer, l'applicazione che BBC mette gratuitamente a disposizione dei suoi ascoltatori per usufruire dei contenuti online dell'emittente. Ora BBC annuncia due importanti novità. La prima è un accordo con il provider Wi-Fi The Cloud per fornire gratuitamente l'accesso ai programmi della BBC da ciascuno dei 7.500 hotspot The Cloud in Gran Bretagna. La seconda novità - e questo è un discorso che interessa molto anche agi italiani - è la prossima uscita delle versioni per Mac e Linux del player P2P BBC iPlayer, oggi disponibile solo per Windows (iPlayer, basato su tecnologia Flash Video, per ora può accedere solo ai programmi televisivi in modalità on demand, anche se è previsto l'allargamento anche ai contenuti della radio). Il dubbio riguarda solo la possibilità di scaricare i programmi, già attivata nel player per Windows, dotato di supporto al DRM (digital rights management): forse la versione Mac/Linux sarà abilitata solo allo streaming. Perché il discorso ci interessa? Perché quando RAI.TV ha presentato la sua prima versione del player per i contenuti RAI, anche quella beta iniziale era solo per Windows. Ma Marco Nuzzo, seduto accanto alla Abramsky a Verona, ha assicurato che la prossima, imminente versione del player della RAI, sarà più aperto.
Le implicazioni dell'accordo tra BBC e The Cloud fanno tremare i polsi in uno scenario sempre più conflittuale tra modelli diffusivi digitali via etere e modelli "pure IP". Nel consumo mediatico in mobilità, la strada che BBC sta percorrendo rischia di portare a una netta sconfitta del broadcast contro il multicast digitale, considerando che tutte le infrastrutture wireless, telefoniche e internettiane, non solo confluiscono apertamente su IP ma lo fanno con un preciso obiettivo in mente: mettere sul piatto un fottio di banda, con o senza fili. Tutte le considerazioni che stiamo facendo oggi sul carico che il trasporto di un servizio di tipo diffusivo su una infrastruttura punto-punto forse dovranno essere profondamente riviste nel giro di pochi mesi. Oggi leggevo il commento non firmato (e quindi immagino attribuibile all'amico Massimo) su Newsline, a proposito dell'eventualità che l'intera strategia digitale in Italia possa fallire, determinando per l'FM analogica un insperato (ma paradossalmente non inatteso) prolungamento delle aspettative di vita. La radiotelevisione digitale sta imboccando decisamente un percorso legato a standard di rete IP, il che non esclude certo le possibilità di accesso via etere ma va contro l'idea di utilizzare l'etere come è stato fatto adesso, cioè come unico strato intermedio tra emittente e ricevitore. Se la radio digitale non lo terrà presente, una buona parte delle strategie infrastrutturali e l'economia di mercato ad esse afferente, potrebbe diventare presto materia da archeologia industriale. Come diceva uno che di radio se ne intende parecchio: meditate, gente, meditate.

BBC online to go free over wi-fi

The BBC's online services will be made available free of charge at thousands of wi-fi hotspots around the UK.

The corporation has agreed a deal with wi-fi firm The Cloud, which operates 7,500 hotspots around the country.
The news website, programme sites and downloads of TV shows via the iPlayer can be accessed freely. The BBC has also confirmed that users of Apple Mac and Linux machines will be able to use its TV catch-up service from the end of the year.
The broadcaster has signed a deal with Adobe to provide Flash video for the whole of the BBC's video services, including a streaming version of its iPlayer. Currently only Windows XP users can use iPlayer, downloading programmes on to their PC and keeping them for up to 30 days.

BBC ambition

The deal with The Cloud was about widening the reach of BBC content, said Ashley Highfield, the BBC's director of Future Media and Technology. Any wi-fi enabled device will be able to surf the BBC's website in one of The Cloud's hotspots without paying a log-in or subscription fee. Users wanting to download a BBC programme - or stream a video - will have to use a laptop initially. But the BBC said the ambition was to let users download programmes over wi-fi on to portable devices, such as the Sony PSP and Nokia 95.
Mr Highfield said: "This is the first of what I hope will be a number of relationships with wi-fi operators. "For us the killer is - there is no subscription required. You will be able to consume any of the content on bbc.co.uk; watch an episode of Strictly Come Dancing with your coffee, or if you are pressed for time, download it and watch it later."
At the end of the year users of Windows, Mac or Linux machines will be able to watch streamed versions of their favourite TV programmes inside a web browser, as well as share the video with friends and embed programmes on their own websites, sites such as Facebook and blogs.

Driving forces

Flash is one of the driving forces of online video, with millions of programmes and clips using the format every day to deliver content over the web. "This is a major step into the Web 2.0 world," Mr Highfield. Erik Huggers, the BBC's Future Media and Technology Group controller, said the corporation had partnered with Adobe because it was "leading the charge in making sure content is available across a variety of platforms".
But Mr Highfield said the BBC had not committed to offering the iPlayer to Mac and Linux users who want to download and keep content on their machines for a limited period. He said: "We need to get the streaming service up and look at the ratio of consumption between the services and then we need to look long and hard at whether we build a download service for Mac and Linux "It comes down to cost per person and reach at the end of the day."

Regular users

He added: "We are not ruling it out. But we are not committing to it at this stage." More than 250,000 people are using the iPlayer regularly each week, said Mr Highfield. The corporation is hoping to have more than 500,000 regular users by April 2008. The BBC has said it hopes to offer high definition (HD) downloads in the not too distant future.
"With spectrum capacity severely limited on Freeview at least until 2012 we believe quite strongly that IP (internet protocol) is a great route to getting HD out to wider audience." Mr Highfield said the corporation had already started talking to internet service providers (ISPs) about any potential impact of offering HD video content. Earlier this year ISPs expressed concern that the BBC's plans for the iPlayer could hit bandwidth. Mr Highfield said the BBC was looking into scheduling HD downloads in the night when demands on the net were at their lowest.
He added: "We do not believe there will be an impact on the infrastructure of the UK internet. It is more than capable of dealing with this level of demand."

Story from BBC NEWS:
http://news.bbc.co.uk/go/pr/fr/-/1/hi/technology/7045123.stm

Published: 2007/10/15 23:12:05 GMT

2 commenti:

Fabrizio ha detto...

ciao, il commento su newsline che tu citi, mi sembra alquanto sconclusionato.

Non sono affatto d'accordo su "Gli editori lamentano la disattenzione sostanziale del governo sulla digitalizzazione televisiva e – come al solito – l’inadeguatezza di molti organi periferici del MinCom nel gestire efficacemente lo spettro radioelettrico."

Se il dtt in Italia non ha avuto un boom non è a causa del governo, ma è a causa degli stessi editori.
Se la Rai trasmette 3 canali di test (2 sul mux A e 1 sul mux B), se Mediaset trasmette Mediashopping, se La7 l'altro giorno ha lanciato un nuovo canale chiamato Punto Shop Channel, ci si può lamentare col governo dello scarso successo del digitale???

La gente, per comprare i decoder, vuole contenuti validi. Quando ci saranno i contenuti, arriverà il boom del dtt.

Hamlet

Andrea Lawendel ha detto...

Su questo punto in particolare posso anche essere d'accordo con te, ma l'argomento non era il successo del DTT quanto piuttosto il confronto tra accesso a contenuti radiotelevisivi digitali via etere versus accesso ad analoghe forme di contenuto via infrastrutture (cablate o wireless) di tipo IP. Cito ancora dal commento di Newsline:
«Intanto parte la gara per il Wi-Max che – se tutto va bene (cosa che in Italia, visto l’andazzo, non è affatto certa) – rivoluzionerà l’accesso ad Internet, supportando e consentendo in modo particolare la navigazione in movimento. Da ciò discenderà, inevitabilmente, un’impennata dei servizi di audio e video streaming (che già godono di una crescita esponenziale) e una maggiore convergenza dei sistemi di ricezione radiotelevisiva con i p.c. Insomma, per farla breve, la radio e la tv saranno sempre più veicolate e ricevute con il computer, via Internet. Non è certo una novità: da anni (forse siamo stati tra i primi) sosteniamo che il futuro radiotelevisivo passerà prima dal cavetto di rame che dalla rivoluzione dell’etere.»
Ecco, su questo, soprattutto sull'ultima frase, secondo me dobbiamo riflettere. Che poi in questo posto disgraziato non ci sia un solo straccio di figura istituzionale o di mercato che faccia davvero la sua parte (Parlamento e governi regolando spettro delle frequenze e accessibilità, gli editori offrendo contenuti *veri*, non la solita fuffa calcistica e contenitori pubblicitari in larga misura tenuti su con gli stecchini delle leggende Auditel) è un altro paio di maniche. Ai destini del DTT non sono molto interessato, a parte la leggera delusione di chi d'estate si divertiva molto con il TV DX e ora non può ricevere più niente da nazioni europee che stanno alacramente spegnendo l'analogico.