05 dicembre 2007

UPA, un codice per gli spot alla radio

Radio e RAI e alcune delle principali emittenti commerciali FM italiane si sono accordate con l'UPA per una autoregolamentazione dello spot radiofonico. Un tetto al numero di spot per break pubblicitario, la certificazione della trasmisione, regole in caso di presenza di inserzionisiti concorrenti nello stesso break, sono tra le norme che l'accordo affronta con la speranza che la pubblicità in radio possa diventare meno aggressiva e più fruttuosa sul piano comunicativo ed economico. Appare verosimile l'intenzione di affiancare la Francia, dove la pubblicità in radio attira il 10% degli investimenti complessivi, ma illudersi che in questo ambito la radio cresca "come" Internet sembra più azzardato.

RADIO/ SOTTOSCRITTO ACCORDO PER REGOLAMENTARE MESSA IN ONDA SPOT

05-12-2007 13:47

Tra Rai, Radio 24, Rds, R 101, Rtl 102.5 e altre per 70% ascolti

Milano, 5 dic. (Apcom) - Certificazione della messa in onda; regolamentazione del numero di spot, che per la Rai non potranno superare i 10 per ogni break pubblicitario e i 12 per le emittenti nazionali; regolamentazione della presenza di spot di aziende direttamente concorrenti. Sono questi i punti dell'accordo sottoscritto oggi tra Radio Rai, Rtl 102.5, Rds Radio dimensione suono, Radio R 101, Radio 24 Il Sole 24 ore, Radio Kiss Kiss, Radio Italia solo musica italiana e le loro concessionarie con Upa e Assocomunicazione. Obiettivo dell'accordo è la "valorizzazione del mezzo e della pubblicità che in esso è contenuta con positivi effetti sui ritorni degli investimenti pubblicitari delle aziende". Le radio che hanno firmato gli accordi rappresentano oltre il 70 per cento dell'ascolto totale delle radio nazionali.
"Il fatto che queste principali emittenti hanno raggiunto un accordo sull'affollamento pubblicitario significa che vogliono competere in questo mercato dandosi delle regole", anche per attenuare "il rumore di fondo provocato dai troppi spot" osserva Fidelio Perchinelli, amministratore delegato di Assocomunicazione, secondo cui "queste regole saranno l'inizio di una nuova crescita per le radio".
Per Valerio Di Natale, presidente della Commissione Upa per i Rapporti con i mezzi, che ha lavorato per il raggiungimento dell'accordo, l'intesa "è centrata sul tema della qualità del mezzo e degli investimenti" per andare "al di là di quello previsto dalla legge". La pubblicità, spiega, "funziona ed è più efficace quanto più è autorevole il mezzo che la veicola".
L'accordo, osserva Roberta Lai, amministratore delegato di Radio 24, può aiutare "le emittenti a guadagnarsi più credibilità e permetterà attraverso nuove regole di avere, auspichiamo, più risorse".
Oggi, fa notare Di Natale, gli investimenti pubblicitari radiofonici costituiscono circa il 6-7 per cento del totale, per un valore di circa 600 milioni di euro. "Possiamo arrivare, come in Francia, al 10-12 per cento. Intanto, per il 2008 prevediamo una crescita del mercato pubblicitario radiofonico non inferiore al 7 per cento. Sarà il mezzo che crescerà di più assieme ad Internet".


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