28 maggio 2008

Le 56 sedi di Radio Maria a convegno in Umbria

A Collevalenza, in Umbria, è in corso il congresso mondiale della World Family di Radio Maria, una realtà mediatica ormai presente in 56 nazioni (e su una ventina di frequenze a Milano e ovunque in Italia). Ecco la cronaca dell'evento raccontata da Zenit:

La voce di Maria si diffonde nel pianeta
Riuniti a Collevalenza i direttori e i presidenti delle 56 "Radio Maria" del mondo

COLLEVALENZA, lunedì, 26 maggio 2008 (ZENIT.org).- Si è aperto questo lunedì a Collevalenza (Pg) l'incontro che vede riuniti tutti i direttori delle radio e i presidenti delle associazioni che promuovono e diffondono "Radio Maria" nel mondo.
Nata nel gennaio 1987 in Italia, "Radio Maria" si è diffusa nei cinque continenti ed è oggi presente in ben 56 Paesi.
Tutti i direttori sono sacerdoti, secolari e appartenenti a 15 differenti Ordini religiosi. L'incontro di Collevalenza mira ad approfondire l'identità cattolica di "Radio Maria", con l'obiettivo di riuscire nell'opera di rafforzamento e diffusione della fede cristiana.
I lavori sono stati aperti da padre Livio Fanzaga, presbitero italiano dell'ordine dei Padri Scolopi, direttore di "Radio Maria", che ha fatto riferimento a un intervento pronunciato a Lourdes dal Cardinale Ivan Dias per spiegare che il rischio di perdere la fede "rientra nella lotta permanente, e senza esclusione di colpi, tra le forze del bene e le forze del male, cominciata all'inizio della storia umana e che proseguirà fino alla fine".
Padre Livio ha sottolineato il ruolo della Vergine Maria, decisivo per le sorti del confronto tra bene e male. Il direttore di "Radio Maria" ha indicato il male nel "relativismo che vuole creare una società senza Dio" e che "erode i valori permanenti e immutabili del Vangelo".
(continua)

"La lotta permanente, e senza esclusione di colpi, tra le forze del bene e le forze del male". L'onnipresente spauracchio del "relativismo"... Mai nessuna esitazione, nessun dubbio, eh Padre Livio? Questa sera ho dovuto lavorare, ma con mezzo occhio seguivo la docufiction su don Zeno Saltini, fondatore di Nomadelfia. Guardatevi oggi la seconda puntata, ne vale la pena. Era di Fossoli, don Zeno, un posto, in Italia, dove per diverso tempo il male assoluto aveva trionfato nel peggiore dei modi. Non lo sapevo, ma il primo nucleo dell'esperienza di Nomadelfia iniziò nel 1947, quando i giovani "apostoli" di quel prete scomodo strapparono il filo spinato del campo di concentramento di Fossoli. Cercavano, almeno loro, di cancellare l'abominio voluto tra gli altri dagli italiani che oggi ci vengono additati come esempio in nome di una conciliazione in cui non crede nessuno, con l'unica "arma" che don Zeno gli aveva insegnato a usare: l'amore. Avrebbero simpatizzato con la lotta permanente di Padre Livio?

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