20 novembre 2008

Olanda: guai per la musica impegnata di Concertzender


Un servizio pubblico che invece di offrire spazi alle nicchie di interesse persegue una strategia quasi commerciale di massimizzazione dell'audience. Una società di produzione che da un quarto di secolo confeziona un raffinato palinsesto di musica jazz, antica, contemporanea e multietnica. Che nasce come broadcaster locale per volontà di una libera associazione, si affida a collaboratori volontari e insegue - da quando esiste (ben prima che esistesse Internet) - gli spazi necessari per farsi ascoltare in tutta Olanda via etere, satellite, cavo. L'associazione si chiama Concertzender e dopo lunghe peripezie era riuscita a trovare uno spazio (e mezzo milione di euro di finanziamenti annui) sulle frequenze della radio via cavo olandese, occupando alcune ore, soprattutto notturne, sul canale pubblico Radio 6. Il servizio pubblico è il Nederlandse Publieke Omproep. Il quale in questi giorni ha fatto sapere che a partire dal prossimo anno, quando entrerà in vigore la nuova legge sull'emittenza che il Senato olandese si appresterebbe ad approvare (il Senato in Olanda ha un potere meno esteso rispetto al nostro, ma può dare il suo veto), per Concertzender non ci saranno né spazi né soldi. Radio 6 si orienterà verso contenuti sempre più graditi al grande pubblico.
E' grigio il futuro di Concertzender, costituita 1982 proprio con l'obiettivo di far ascoltare musica di nicchia ma di alta qualità. Oggi l'emittente trasmette, oltre che via Internet e cavo, anche sulle frequenze del digitale televisivo terrestre di Digitenne. Ma non ha frequenze in FM. Secondo l'NPO, lo status delle relazioni tra l'associazione ConcertZender e l'ente pubblico olandese cambierà nel 2009, con la nuova legge. Il testo, sostiene il broadcaster pubblico, impedirebbe di avere rapporti con associazioni esterne. «Ma è una interpretazione che non convince per niente,» mi spiega via Skype David De Jong di DutchMedia.nl, un sito specializzato che racconta, in olandese (questo è l'indirizzo del blog), la situazione dei mezzi di comunicazione nei Paesi Bassi. Il bello è che la spiegazione avviene in fluentissimo italiano, perché David ha la mamma milanese e pur essendo nato e sempre vissuto ad Amsterdam parla come un madrelingua. «In questi giorni c'è stata una dichiarazione di un ministro che rispondendo all'interrogazione di un piccolo partito ha promesso di interessarsi al caso di ConcertZender. Ma io non credo che le cose cambieranno,» conclude David, soffermandosi sulla strana contraddizione di un servizio pubblico apparentemente pluralista ma apparentemente incapace di dare spazio ai contenuti che interessano una minoranza di persone. «Dal 2006 la radio pubblica Olandese non trasmette più via etere musica jazz. Adesso si rischia che la musica seria (musica antica, la musica classica più impegnata, l'opera, la musica sperimentale, ecc.) trattata e scelta da musicisti professionisti, non sarà più disponibile, né via Internet, né via cavo, né sul digitale terrestre,» dice.
In Olanda gli enti pubblici sono in effetti due, spiega ancora il giornalista olandese. Oltre l'NPO, il NOS Nederlandse Omroep Stichting, ha la responsabilità della produzione di telegiornali e dello sport. «Ma i direttori degli enti pubblici, in realtà si limitano a gestire dei palinsesti, la produzione dei programmi vera e propria è affidata ad associazioni che rappresentano gruppi di interesse politico o religioso.» In Olanda ci sono infatti "broadcaster" protestante, cattolico, socialdemocratico. La legge prevede l'assegnamento di frequenze, etere e cavo, a livello nazionale, provinciale e locale e gli spazi vengono occupati dai programmi su basi proporzionali. «Parlano di pluralità, ma alla fine si tratta anche di moltiplicare la burocrazia,» giudica David.
Concertzender era finita sulle "frequenze" (la radio viene sintonizzata sul coassiale come sull'etere) attribuite alla nuova Radio 6, la radio orientata verso i contenuti musicali più impegnati, come il jazz o la worldmusic. A Radio 4 è associata la musica classica più tradizionale mentre Radio 5 è una sorta di canale oldie, di musica per adulti (forse i giovani direbbero per i "babbioni"). Ma ora Radio 6 vuole cambiare e comunque i soldi per Concertzender non ci saranno più: serviranno, si dice, per produrre nuovi canali digitali tematici. Come associazione, spiega ancora David, Concertzender è per certi versi simile al produttore di un settimo canale radiofonico pubblico, FunX. «FunX nasce in realtà nel 2002 come unione di quattro enti pubblici locali, di Amsterdam, Rotterdam, Utrecht e Den Haag, dell'Aia,» spiega ancora David De Jong. «Ha una programmazione molto giovanile e oltre a ricevere molti più sussidi può contare, in quelle quattro città, anche su frequenze in FM. La versione nazionale di FunX (trasmessa su cavo, Internet e digitale terreste come Concertzender) viene prodotta sotto concessione della NPO (NOS) che finanzia i programmi con 2 milioni di euro all'anno; in questo modo insieme al finanziamento a livello locale e ministeriale, FunX viene finanziata con un totale di 3,8 milioni di euro annui. Concertzender riceve solo mezzo milione.» Chiedo a David se secondo lui ci sono possibilità, per Concerzender, di accedere a una frequenza in onde medie. «E chi le pagherebbe? Ormai è chiaro che le onde medie in Olanda stanno finendo in mano ai broadcaster religiosi. E' arrivata persino Radio Maria.»
Sul sito di Concerzender, che secondo Medianetwork ha dovuto rimuovere il testo di un appello alla mobilitazione degli ascoltatori lanciato la scorsa settimana, appare adesso, anche in inglese, un messaggio ottimistico sulle dichiarazioni del ministro Ronald Pasterk. Secondo l'emittente, il caso verrà presentato in Parlamento il prossimo lunedì 24 novembre.

Culture Minister Plasterk will be pressuring the Dutch Public Broadcasting System (NPO) to keep the Concertzender on the airwaves. He made this concession in response to questions in Parliament posed by MP Boris van der Ham of the D66 party. ‘I am willing to discuss the matter further with the [NPO] board of directors in order to get a clearer picture of how the Concertzender's valuable contributions to Dutch musical culture can be given a suitable place in a new constellation,' Plasterk writes.
Van der Ham had asked Plasterk for more clarity mid October. According to Van der Ham, the Concertzender is an important contributor to the Dutch public media with its ‘extraordinary programming of serious music - not found on any other public radio station’.
The Concertzender responded to this news positively: ‘We are very pleased that the minister acknowledges the value of the Concertzender for Dutch musical culture. We are therefore assuming that the minister will be able to convince the NPO to keep the Concertzender on the air’, said Sally Farrar, spokesperson for the Concertzender.
The NPO is seeking to dismantle the Concertzender and use its funding to finance two or three new digital theme channels. Last week, Dutch broadcaster VPRO reported it would be discussing hosting these new theme channels with the Concertzender.
Van der Ham intends to ask Plasterk on Monday November 24th during the parliamentary debate of the media budget if the minister meant that he intends to retain the integrity and identity of the Concertzender as a whole or if he agrees with NPO policy.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ascolto sempre questa radio che trovo meravigliosa per i contenuti musicali che propone. Ma ultimamente è sorto un piccolo problema. Da quando ho installato sul mio computer Ubuntu 11.04 non riesco più ad scoltare la rubrica Radio on demand. Poichè è una vera miniera di informazioni mi dispiace molto. Chiedo se qualcuno sta vivendo il mio stesso problema.

Andrea Lawendel ha detto...

Questa richiesta starebbe a pennello nello spazio di discussione Radiopassioni, il forum! Perché non iscriversi e aprire un thread? Immagino che l'anonimo lettore si riferisca a i vari canali tematici raggiungibili dalla colonna di destra della home page dell'emittente online. Su Mac OS X Snow Leopard l'ascolto funziona. Proverò a segnalare il caso all'amico r3fan, il nostro super esperto di Linux.