28 settembre 2009

Disastro Radio RAI, dati Audiradio impietosi

Prima Comunicazione ha pubblicato sul suo sito la classifica dell'ascolto radiofonico nel giorno medio, relativamente al quarto bimestre dell'anno. Per le emittenti radio RAI è un mezzo tracollo. L'ammiraglia Radio 1 mantiene il primato della rete nazionale più ascoltata, ma scende sotto i 6 milioni di ascoltatori ( 5.994 mila) e RTL 102.5, la prima delle commerciali, si avvicina a 5.391 mila, pur perdendo qualcosina rispetto al quarto bimestre 2008. Radio 2, con 3.389 mila ascoltatori scende sotto Radio Italia. Radio 3, con un magro 1.781 mila di quota ascolto cede il passo a Radio 24, perdendo oltre 17 punti percentuali sul periodo 2008 (Radio 2 perde il 28,5%, Radio 1 l'11,3).
Dopo le due giornate trascorse a Torino, a contatto con il meglio della programmazione pubblica europea, se non internazionale, l'incontro con la dura realtà dei fatti della nostra radio è deprimente, a dispetto di quello che ho sentito dire a proposito di piani di rilancio della radiofonia. Il confronto con altre nazioni, specialmente in Europa, non è facile perché in nessuna altra nazione europea le reti radiofoniche pubbliche devono affrontare la concorrenza di una quindicina di network privati a copertura nazionale (e sono nazioni dove pluralismo e democrazia danno molti meno segni di sofferenza, l'economia va meglio in generale e la radio è spesso più ricca in termini pubblicitari). Ma il calo è pur sempre importante e francamente non si vede una via d'uscita che non passi per il rischio di una televisionizzazione della radio: la scelta cioè di andare allo scontro con i network commerciali sul terreno dell'intrattenimento fine a se stesso e del chiacchiericcio. Si dirà che uno scenario di questo tipo viene incontro alle richieste del pubblico, che mostra di voler voltare le spalle a programmi culturali come Radio 3. Ma bisogna anche tener conto delle pessime condizioni in cui in Italia si ascolta questo canale, relegato a poche frequenze spesso interferite. Considerando che Radio 3 cerca di trasmettere buona musica, non può sperare che le orecchie del suo pubblico, abituate ai Cd, non storcano... Il naso.
Volete dire come la pensate sull'argomento? Iscrivetevi al mio nuovo spazio di discussione, Radiopassioni, il forum!

27 settembre 2009

Le selezioni del Prix Italia presentate a fahrenheit

Con un commento dei suoi alle mie note dalla conferenza su radio e informazione al Prix Italia, mariu ci ha regalato la registrazione del pomeriggio di venerdì 25 settembre della trasmissione Fahrenheit, lo spazio culturale e librario curato dal neodirettore di Radio 3 Marino Sinibaldi. Ho pensato che fosse il caso di mettere a disposizione i link per un ascolto più diretto, come ideale integrazione dell'annuncio dei premi assegnati da questa importante manifestazione.
mariu deve aver lavorato moltissimo per riversare e ritagliare tante ore di programmazione in tante puntate più compatte, perfette per un riascolto in podcast. Non mi sono rimaste più parole di gratitudine. Potete ascoltare la serie di spezzoni preparati dalla nostra amica lettrice direttamente qui o scaricarli nel vostro mp3 player: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11.





















Prix Italia 2009, i vincitori

Con un po' di pazienza ho scovato online i comunicati stampa relativi ai vincitori dell'edizione 2009 del Prix Italia a Torino, per la radiofonia. Il lancio è di Adn Kronos ripresa dal sito del quotidiano Libero. Le agenzie e l'ufficio stampa RAI riferiscono che domenica 27 settembre il digitale televisivo terrestre trasmetterà un canale speciale su cui verrà proiettato il meglio dei partecipanti presentati per i premi televisivi. Anche il sito Web del Prix Italia dovrebbe visualizzare una selezione di programmi, sperando che tra questi ci sia anche la "menzione speciale" de “Il canto del popolo ebraico massacrato” (Dos lid funem oysgehargetn yidishn folk) di Yizhak Katzenelson. Presentato per la prima volta da Moni Ovadia e la sua Stage Orchestra in occasione del Giorno della Memoria il testo, definito da Primo Levi “opera senza uguali nella storia della letteratura”, ripercorre l’annientamento dell’ebraismo polacco dall’invasione nazista al rogo del ghetto di Varsavia. Il "canto" fu scritto dall’autore nel lager di Vittel, in Francia, e fu sepolto in un barattolo di latta ritrovato nel 1945. L’autore era stato trucidato ad Auschwitz l’anno prima. Palco e Retropalco presenta un’ edizione adattata e diretta per lo schermo da Felice Cappa con un montaggio in cui, alle immagini dello spettacolo messo in scena al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, si alternano quelle del viaggio di Moni Ovadia sulle tracce dell’autore. “La giuria ha voluto una menzione speciale per questo programma – è la motivazione - che ha il merito di aver scoperto un libro di poesie scritto da Yizhak Katzenelson in campo di concentramento. Una produzione coinvolgente e intensa con musiche originali dedicate ai sopravvissuti”. Difficile che la cosa riguardi anche i premi radiofonici, perché in quel caso non sarebbe possibile visualizzare i sottotitoli...
Per i radiodrammi premiate la Francia e la Germania. Per i radiodocumentari la Polonia (che vince anche il secondo premio per la musica) e ancora la Germania. La Finlandia riceve il primo premio per la musica.

http://www.libero-news.it/adnkronos/view/192057
http://www.libero-news.it/adnkronos/view/192062
http://www.libero-news.it/adnkronos/view/192066

Per la sezione radio, due premi per Germania e Polonia, uno a Francia e Finlandia. Nei RadioDrama vincono i francesi di Srf con 'Farben' (Colori), diretto da Marguerite Gateau. Per i giurati: ''Incantevole esplorazione su antisemitismo, femminismo ed etica nella ricerca scientifica e nelle loro disastrose inaspettate conseguenze, nel XIX e XX secolo. Straordinarie l'interpretazione e la regia che con un magnifico progetto musicale danno la sensazione che il suono penetri nei pori come il gas sulfureo che e' il cuore del drama''.
La tedesca Ard e la sua 'My body in nine parts' (il mio corpo in nove parti) di Goetz Naleppa e scritto da Raymond Federman vince tra gli Adattamenti Drammaturgici perche', si legge nella motivazione ''in questa meravigliosa versione, Raymond Federman offre un'esplorazione della sua stessa esperienza sull'invecchiamento, attraverso il ritmo della poesia incorporando il jazz, una danza di lingue e una divertente gioia ironica. Il caratteristico accento franco-inglese di Federman gli conferisce una straordinaria veridicita'''. [NdR: My body in nine parts verrà trasmesso il 29 settembre, alle 21.01, dal canale austriaco ÖE1 disponibile al seguente stream: mms://apasf.apa.at/oe1_live_worldwide]
Tra i Documentari Radio, il premio per la migliore qualita' globale va alla Pr polacca, per 'Guilty or not guilty' (Colpevole o innocente, WINna niewinna qui l'mp3) di Patrycja Gruszynska Ruman. ''E' la storia - scrivono i giurati - di Stanislawa Rachwal, attivista politico detenuto ad Auschwitz e condannato a morte durante la seconda guerra mondiale. Colpisce la profondita' del conforto morale imposto all'ascoltatore e la maniera elegante con cui e' stato realizzato''.
E' ancora la Ard tedesca ad aggiudicarsi il Premio Speciale per la Straordinaria Originalita' tra i Documentari Radio con 'Lost in music- The Cornel Chiriac story' (Perso nella musica - La storia di Cornel Chiriac) di Patrick Banush. ''Il programma - recita la motivazione - colpisce per l'abilita' con cui il produttore ha combinato la musica con la storia di Cornal Chiriac, paladino della liberta' fra i giovani del suo paese, ed esplora un periodo di repressione ed ingiustizia storica''. [Cornel Chiriac è stato deejay a Radio Free Europe, a Monaco, dove lavorava quando fu accoltellato al petto]
La Pr polacca doppia la vittoria anche nella sezione Radio - Musica/Programmi sulla Musica: 'The forgotten's prayer' (La preghiera della dimenticata) diretta da Dorota Halasa e Katarzyna Michalak viene definita dalla giuria ''una piccola composizione musicale che apre una finestra sulla storia della musica, culture differenti e generi, narrato in maniera intelligente ed elegante. Un programma emotivamente commovente''.
Ai finlandesi della Yle, infine, il premio Radio Musica - Composizione Musicale con'Creation game' (Il gioco della creazione) di Jovanka Trbojevic. ''Lavoro tecnicamente eccellente - dicono i giurati - L'abbondanza di musica elettronica e' il modo piu' appropriato per illustrare il mondo virtuale dei videogiochi. Il dialogo di due bambini che giocano si trasforma in un serio monito sullo sviluppo e sul futuro dell'umanita'''.
Infine, per la sezione web vincono Danimarca e Inghilterra. Alla Dr danese il premio per il miglior sito del servizio pubblico Demokratibooster www.dr.dk/Tema/Booster di Rune Geertsen e Nicolai Lang. ''Sito interattivo e graficamente accattivante - dice la motivazione - Sfrutta le nuove tecnologie del Web per sensibilizzare i giovani nell'approccio con la democrazia''.
Dell'inglese Bbc, invece, il premio per il Miglior sito dedicato ad eventi speciali con Bbc Red nose day www.bbc.co.uk/rednoseday di Daniel Judd. ''Un sito - per i giurati - che affronta in modo chiaro e ben confezionato una delle iniziative piu' belle: aiutare i bambini malati in ospedale. Design semplice ed efficace. L'accessibilita' e' il suo punto di forza''.

26 settembre 2009

Ai microfoni di "49-1" nasce la Cina popolare

Il primo di ottobre 1949 Mao Zedong proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese. In Cina fervono i preparativi per le celebrazioni (questa la pagina dell'emittente di stato di Pechino) ma non trovo da nessuna parte notizie sull'emittente "49-1", la prima stazione ufficiale della neonata repubblica, riportata in questo articolo di oggi dello spagnolo Diario Publico. L'unico riferimento che ho trovato - almeno per il momento - riguarda l'antica sede dell'emittente che oggi è un bene vincolato dalla sovrintendenza storica della capitale cinese, nel distretto di Chaoyang.
La radio de la revolución

La emisora 491, la más antigua de China, anunció el 1 de octubre de 1949 el nacimiento de la República Popular

Por: ANDREA RODÉS 26/09/2009

"¡El Gobierno Popular Central de la República Popular China ha sido fundado hoy!", declaró el líder comunista Mao Zedong ante la multitud de 300.000 personas reunidas el 1 de octubre de 1949, hace 60 años, en la plaza Tiananmen de Pekín. Pero si su mensaje llegó a ser escuchado ese mismo día por decenas de millones de compatriotas de todo el país, fue gracias a la emisora 491, la radio más antigua de China, que pronto se convertiría en un símbolo de progreso tecnológico del nuevo Gobierno comunista.
"Esta radio ha sido clave en la historia moderna de China", explica Feng Ya Li, una reportera jubilada de 491. Feng vive con su marido, ex guardia de seguridad de la emisora, en uno de los apartamentos para los trabajadores de la radio. Desde la ventana de su salón, se puede ver la sede original de la estación de radio, olvidada en un suburbio de inmigrantes al este de Pekín.
Su construcción fue encargada a la compañía japonesa Mitsui en 1918 por Duan Qirui, uno de los poderosos señores de la guerra que dominaron el panorama político al caer el imperio e instaurarse la República nacionalista, con el fin de poder transmitir señales y telegramas a la marina.
"Puede mandar más de 10.000 caracteres al día a EEUU y Gran Bretaña", informaba el diario Yi Shi Bao en diciembre de 1923. En 1937, la radio más moderna de China quedaba bajo control de los japoneses, que la usaron para difundir su propaganda mientras ocupaban el norte de China.

Guerra civil

"La radio pasó a convertirse en un lugar secreto", explica Feng, quien recuerda la decena de guardias rusos que se encargaban de impedir la entrada de chinos a la emisora. Tras la rendición de Japón en 1945, la radio pasó a manos de las tropas nacionalistas del Kuomintang en una guerra civil con los comunistas. "La situación económica del Kuomintang era tan mala que tuvieron que derribar la torre de transmisión para vender el acero", recuerda Feng. En 1949, los comunistas ganaban la guerra. "Esta radio fue clave para la liberación", dice Feng.
Cuando se declaró la fundación de la República Popular China, el 1 de octubre de 1949, la radio pasó a llamarse 491 la Primera de 1949 y se convirtió en portavoz del gobierno de Mao y de las ideas marxistas. Sus programas se emitían en 32 lenguas y se podían oír en otros países comunistas. "Fuimos una radio de referencia", recuerda Cui, director técnico de la radio entre 1955 y 1999. "Pero pasamos momentos duros", añade este anciano de 78 años.
Cui reconoce haber tenido la suerte de no haber sufrido mucho durante los años de la Revolución Cultural, cuando las purgas contra intelectuales y sospechosos capitalistas por poco acaban con el director de la radio. "Eran tiempos difíciles, pero los empleados entregábamos nuestra vida al trabajo", dice Cui. Feng comparte su opinión: cree que los periodistas de hoy no trabajan tan duro como ellos, "pero al menos no están sometidos a tanta censura y pueden hacen programas más cercanos a la gente", añade.
Referencia nacional

Igual que millones de jóvenes durante la Revolución Cultural, en 1968, con 16 años, Feng fue obligada a abandonar la escuela y enviada a un pueblo remoto del norte de China. Allí, un funcionario del Partido la escuchó cantar y la mandó a la radio. "Como no tenía en casa, tenía que salir fuera para poder escucharme por los altavoces de la calle", recuerda. Desde entonces, su sueño era trabajar en 491, la radio de referencia nacional gracias a la propaganda y a su tecnología.
Cui enseña con orgullo el primer transistor importado de Francia en 1967, un Thomson que hoy se expone en el patio de la emisora, convertida en patrimonio cultural. A su lado, el primer transistor hecho en China en 1972: un primer paso hacia la reforma y la apertura económica que transformaría el país en menos de 30 años.

25 settembre 2009

Radio News Conference, live audio

Eccomi di ritorno da Torino, dove questa mattina si è tenuta l'ultima parte della Radio News Conference con una animata discussione tra giornalisti radio(webtelevisivi) sui vantaggi e svantaggi delle newsroom, delle redazioni unificate. O "integrate". Con l'inesorabile tendenza delle emittenti pubbliche nazionali verso l'occupazione (non manu militari, fortunatamente) di tutte le possibili piattaforme mediatiche, ci sarà sempre più necessità di spazi di collaborazione integrata a comune. Ma come si gestiscono? Come si ottimizzano? E soprattutto come si evitano i potenziali rischi e svantaggi, prima tra tutti l'omologazione delle notizie prodotte.
Non è facile tracciare un bilancio complessivo di un evento così denso e articolato. I just wanted to say, Michael and all other friends and colleagues at EBU and member broadcasters, is that the quality of your events and productions is always astounding, as usual. Thank you for such a stimulating conference.
Non è proprio come essere presenti, ma ecco l'audio degli interventi che ho registrato.

Mattina del 24:

Pomeriggio del 24:

Mattina del 25, prima parte:

Mattina del 25, seconda parte:

RNC - Multigiornalisti per zone critiche

Nils Horner, parla delle sue avventure di corrispondente dall'Asia per Sverige Radio armato di un equipaggiamento satellitare (4mila dollari il dispositivo, 10 dollari al minuto per l'upload dell'audio). Rutger Mazel invece lavora nella integrated newsroom della olandese NOS e a Torino ha parlato della sua esperienza di reperter per la radio, la tv e il Web dalla Kabul elettorale. La domanda è monojournalist o multijournalist?
Nel frattempo ho provveduto a caricare anche il filmato prodotto dalla radiotelevisione belga fiamminga VRT per promuovere la redazione poligiornalistica, multimediale e convergente (tv, radio, Web) inaugurata nel 2007. Ecco il filmato così come potete trovarlo su YouTube:

RNC - Quando radio, tv e Web lavorano insieme

Si sta avvicinando la conclusione di questa conferenza tutta dedicata alle notizie e al giornalismo nella radio che cerca di stare al passo del cambiamento del mondo. In fin dei conti i problemi che stiamo discutendo da due giorni non riguardano certo la sola radio. E infatti gli ultimi panelist invitati dal grande Mike Mullane, dell'EBU, intervengono su questioni assolutamente crossmediali. Forse l'intervento più interessante è quello di Wim Willems, il capo delle News del broadcaster pubblico fiammingo. Nel 2007, le redazioni radio, televisione e Web di VRT hanno preso la coraggiosa decisione di unire i rispettivi desk in una "integrated newsroom" in cui i giornalisti dei tre mezzi lavorano tutti insieme, a stretto contatto, collaborando e a volte contaminandosi a vicenda (anche se tutti ammettono che non è facile lavorare per la tv e al tempo stesso per la radio). Grandi vantaggi in termini di stimoli, creatività e flussi di lavoro (e anche di costi, anche se su questo punto Wim nega decisamente che la newsroom integrata sia stata fatta con meri obiettivi di risparmio). E gli svantaggi? Il rischio più grosso è che una unica grande redazione produca, per i tre mezzi, contenuti simili tra loro, che il pubblico trovi su radio, tv e Web esattamente gli stessi argomenti, trattati nello stesso modo. C'è anche un "fattore acquario" a causa del quale i giornalisti finiscono spesso per isolarsi, magari davanti allo schermo di Internet, e perdono contatto con la realtà. La bottom line è che la redazione integrata è sicuramente più efficiente, più ricca di inventiva, più produttiva e sempre in grado di compensare abbondamentemente gli svantaggi di cui si è parlato. Willems ha presentato un bel video che ho ripreso con il telefonino ma non posso, per ragioni di banda, caricare qui.

RNC - Radio RAI punta con decisione sull'hi-tech

Autentica dichiarazione d'amore nei confronti della radio quella di Garimberti alla Radio News Conference. Confermate le forti intenzioni di rilancio del mezzo in seno alla RAI (Andrea mi sta dicendo che la radio è l'unica ad avere aumentato il budget). Il problema più grande di tutti è la riconquista del pubblico giovanile. Piccolo - neanche tanto - motivo d'orgoglio: Garimberti ha citato verbatim da Radiopassioni. Lo ammetto, lo speechwriter è un amico, che di radio ne sa sicuramente più di me. Ma in fin dei conti sono soddisfazioni.
Adesso Antonio Preziosi sta parlando di come è cambiato il modo di accedere alle notizie con la nascita di Repubblica.it o Corriere.it. L'impegno del sito Web del giornale radio RAI è di diventare una fonte consultata nello stesso spirito, con la stessa agilità e autorevolezza. Puntando sulle tecnologie, sugli user generated content. Un obiettivo molto nobile, direttore. Sono il primo ad augurarmi che abbia successo. Ma mi basterebbe molto meno. Magari una fonte senza condizionamenti?

RNC - Giornalismo multimediale. O giornalismo?

Paolo Garimberti inizia il suo keynote alla Radio News Conference EBU qui a Torino, con una bella rievocazione dei suoi anni di corrispondente della Stampa a Mosca. E dei suoi primi inserti audio alla Radio della Svizzera Italiana ("50 secondi, da bravi svizzeri"). Erano gli anni dell'URSS e della morte di Nasser, in una sede di corrispondenza piena di nebbie e barriere.
Oggi è il contrario, dice Garimberti. Oggi sei talmente "sintonizzato" sul mondo che non puoi permetterti di ignorare le notizie, se non le dai non sai fare il tuo mestiere. La giornata di oggi è dedicato appunto al giornalismo nell'era della convergenza e dei contenuti multimediali. Mentre scrivo il presidente della RAI sta parlando di Walter Cronkite e cita Barack Obama per soffermarsi sul giornalismo che sembra - purtroppo - prevalere oggi.

RNC - BBC Visual Radio phase II


Dovendo spostarmi da un piano all'altro del magnifico Palazzo della Radio per seguire in un altro convegno l'intervento del responsabile del sito Web della CNN non ho fatto in tempo a parlarvi dell'ultimo intervento della giornata, qui alla Radio News Conference dell'EBU. Brett Spencer ha illustrato brevemente la cosiddetta Phase II della sperimentazione Visual Radio di BBC Radio 5 ive, canale di notizie e commenti della Beeb che si può ascoltare sui multiplex digitali del DAB, online su Internet e attraverso i trasmettitori in onde medie. Un fatto, quest'ultimo che lo stesso Spencer ha sottolineato per far osservare l'intrinseco paradosso di una macchina radiofonica capace di affiancare una sperimentazione così spinta a una tecnologia apparentemente obsoleta. La radio visuale non è la televisione e non vuole esserlo, ha giustamente precisato, ma non è neppure radio nel senso stretto del termine, della purezza e solitudine della parola. Non è chiaramente un medium che può essere distribuito fuori da un contesto completamente digitale, ma a giudicare dalle reazioni di chi ha potuto seguire, lo scorso giugno questa seconda fase di una serie di test iniziati con BBC Radio 1 nel gennaio di quest'anno e proseguiti a giugno sul Simon Mayo show di Radio 5Live (ovviamente su Interne e BBC iPlayer), la non-radio, il "Frankenstein" o il "mostro" come lo chiamano i suoi stessi ideatori, sembra essere piaciuta agli ascoltatori. Un misto di Webcam e videotext avanzato, che favorisce l'interazione - via Web, telefonino e quant'altro - con i normali contenuti audio. Brett, responsabile di "all thing digital and interactive" di Radio 5 Live può essere raggiunto su Twitter (i suoi ultimi tweet sono chiaramente da Torino). L'audio del suo intervento lo potete ascoltare qui e di seguito potete leggere il post dei BBC Radio Labs dedicato proprio alla Visual Radio Phase II



Son of the Revenge of Visual Radio
Guy Strelitz, Thursday, 4 June 2009

Since I published this post I've learnt that some elements of the trial haven't been finalised yet so I've edited the post to remove some names and dates. I'll come back with full details once they're all confirmed. In January, Visual Radio came to your PC screen. This Summer It's Phase II. It's bigger. It's better. It's still a trial but it's here for longer.
What hasn't changed is the basic architecture. It's still driven from a Ruby on Rails application in the studio. It still publishes updates with a push model via our distribution partners at Monterosa (though more on that below) and it's still rendered at your end on a Flash client. But...

It's Bigger

In January Visual Radio was available for one week Chris Moyles and Switch on Radio1 only. Phase II includes Simon Mayo on 5Live for three weeks (though not on Wednesdays), followed by 6 weeks for Moyles and Switch on Radio1, Material World on Radio 4, and the 6Music Hub Sessions. And the CPS can manage multiple programmes simultaneously.
This might sound like a simple administrative decision, but it's meant serious re-engineering of almost all the components in the software chain, and a range of new designs for the console.
More than this though, these shows could hardly be more different from each other. We've seen what Moyles does with music and chat on Visual Radio. Material World is a science and technology magazine and it'll be fascinating to see what Quentin Cooper and the production team do with the new platform.

It's in Widescreen

In Phase 1, producers were often unable to keep the right-hand-side of the console fresh - the bit that shows votes, SMS and the studio blog. Producers had compliance concerns around voting and graphs, and maintaining a blog or approving SMSes for publication turns out to be a lot of extra work in a busy studio. In Phase II, the studio can expand the left-hand-side to take over the entire Visual Radio client. This favours pretty pictures (images, studio cam and the NowPlaying feed) over the more involving reading-and-writing stuff - not our original aspiration, but this is what you find out in a trial.
We've also put screen size in the hands of the visual listener. In Phase II you can expand the Visual Radio client to fill your entire screen.

It's Mobile

Because watching the radio on your laptop just is so last-month, in Phase II you can watch the radio on your mobile! So now we've added a push feed through our new mobile distribution partner - wecomm - who are also building the mobile client for us. We'll publish more details when this becomes available next week.

It's Listening to You
Sending text messages to the studio remains incredibly popular. In Phase II you can do it for free, through the console.
We had decided that you weren't going to be able to vote through the console. Then wecomm pointed out that on mobiles this would mean having to leave the Visual Radio application to send an SMS to vote, then open the app again. Not cool. So now there's a separate feature to participate in votes directly from the mobile or the desktop client.

It Wants to Feed...

The studio team can put BBC News, Sports and Weather feeds on the right-hand-side of the console, or across the bottom of the screen.

...and It's Heeerre!

Visual Radio Phase II launched with Simon Mayo, 5Live at lunchtime on Monday. It'll be running for three weeks (but not on Wednesdays). Find it on the 5live homepage during Simon's show: 13.00 - 16.00
From mid-June we'll be visualising more programmes - from Radio 1, Radio 4 and 6Music.
We've made a monster. We think it's pretty cool.
We hope you enjoy it!

24 settembre 2009

Prix Italia: Locast, il territorio parla e ascolta

Mi sono trasferito al secondo piano del Palazzo della Radio per seguire, qui al Prix Italia di Torino, il convegno su Come realizzare il migliore sito Web del mondo. Insieme allo speaker/moderatore Wim Schepens chief editor della tv olandese NPO e plurivincitore del premio Prix Italia per il miglior Web site, c'è Kenneth C. Estenson, general manager di CNN.com e Piero Gaffuri (qui con la segretaria del Prix, Giovanna Milella), AD di RAInet e direttore Nuovi Media. Gaffuri ha parlato di "Locast", local e Webcast, progetto crossmediale del MIT (il principal investigator è il torinese Federico Casalegno) che vede la partecipazione della RAI. Il sistema si basa sull'uso di terminali geolocalizzabili che grazie a una specifica taggatura del territorio consente di viaggiare per questo territorio usufruendo di contenuti pertinenti ma anche postando i propri contenuti user generated. L'esperimento RAI si è svolto a Venezia sfruttando la rete wi-fi che copre tutta la città e i contenuti d'archivio resi disponibili dalle Teche RAI di Barbara Scaramucci. Alcuni luoghi di Venezia sono stati taggati e in quei luoghi il telefonino poteva visualizzare contenuti correlati e al tempo stesso uploader sul sito di Locast il contenuto generato al momento. Piero Gaffuri la chiama "tv intorno a noi", qualcosa per acquisire dagli UGC stimoli per poter generare nuovi prodotti.
Adesso sto seguendo il general manager del sito della CNN (81 milioni di pagine in un giorno quando Kathrina colpì New Orleans...). Il punto fondamentale, sta dicendo Kenneth, è... Put the audience first. E' quello che è stato fatto dal nuovo sito istituzionale della RAI, www.rai.tv? Non saprei. Forse non proprio per tutta l'audience... Il sito RAI.tv soffre secondo me di qualche problemino di accessibilità. Mi sarebbe piaciuto discuterne alla fine con Gaffuri, che sfortunamente dopo il suo intervento ha dovuto cedere il microfono agli altri due relatori e abbandonare il convegno a causa di altri impegni. Sarà per un'altra volta.

RNC - Crimine, terrorismo e industria dei media

Iniziata la sessione pomeridiana della Radio News Conference dell'EBU a Torino. Pausa pranzo molto stimolante in uno dei ristoranti di Piero Chiambretti a Torino (ristorante di sushi, che non hanno servito; in compenso ho potuto bere dell'acqua minerale "riserva" Piero Chiambretti e mi sento davvero purificato). Al tavolo Mike Mullane, organizzatore della conferenza, John Dickie, del dipartimento di italianistica dello University College di Londra e autore di un libro sulla mafia e Pino Arlacchi, parlamentare europeo e grande esperto di criminalità. La criminalità e la sicurezza dei reporter nei teatri ad alto rischio sarà il tema della discussione, il che spiega la presenza di questi esperti. Ma durante il pranzo si è parlato di moltissime cose, incluso il problema della traduzione di libri di successo come Gomorra di Saviano (Dickie sostiene che la traduzione inglese di Gomorra è un disastro). Per il lungo lavoro svolto per conto delle Nazioni Unite Arlacchi è una miniera di considerazioni e analisi sulla criminalità e il terrorismo. La sua tesi è che il terrorismo esiste nella misura in cui i media ne costruiscono il mito (facendo il gioco del terrorismo). Il suo libro L'inganno e la paura, il mito del caos globale, uscito all'inizio dell'anno per Saggiatore, riassume questa visione.
Subito dopo mangiato John è entrato in libreria per acquistare l'Educazione siberiana, del russo Nikolai Lilin, che ho avuto modo di citare poco fa, a proposito di crimine e traduzione. Lilin è stato uno dei protagonisti del Festival della traduzione di Bellinzona, Babel, di cui non ho ancora parlato (trovate però già diverso materiale di mariu su Radiopassioni, il forum). Educazione siberiana è il romanzo della gioventù dell'autore in Transdnistria, lo "stato (criminale) che non c'è" posto ai confini tra Moldavia e Russia. Potete ascoltare da Bellinzona la voce di Lilin, che parla e scrive in italiano, scaricando questo file da Mediafire.

RNC - Banksters and time pressure

David Murphy, giornalista finanziario dell'Irish Independent e ora di RTE, ha scritto con Martina Devlin (qui un suo articolo di presentazione sul libro) un bestseller intitolato Banksters, dedicato alla pesante crisi finanziaria in Irlanda e al ruolo (negativo) delle banche.
Nel dibattito seguito agli interventi della mattinata, Hans-Jürgen sottolinea anche l'aspetto della time pressure, della necessità di produrre volumi di notizie almeno dieci volte superiori rispetto al passato. «Non riusciamo neppure a seguire fino in fondo le conferenze stampa.» Questo e anche il problema dei formati. «Abbiamo i format che ci consentano di entrare nelle notizie per sette o otto minuti?»

RNC - Tomas Miglierina: i giornalisti "comodi"

Tomas Miglierina, della Radio della Svizzera Italiana, chiama al telefono da Pittsburgh, dove il giornalista radiofonico sta coprendo il G20. Il giornalista ha disimparato a fare domande scomode, che in effetti nessuno incoraggia. Non necessariamente per una sorta di conspiracy theory... Un quadro pessimistico quello tracciato dal corrispondente da Bruxelles per la RSI. Ci sono segnali di ottimismo soprattutto nei segnali che il pubblico sta lanciando al mondo dell'informazione, quello a favore di un approccio più etico.

RNC - La negazione della crisi nelle notizie

Hans-Jürgen Maurus, corrispondente dell'ARD tedesca. Parla della sindrome Eyes Wide Shut che ha preso tutti i giornalisti che avrebbero dovuto parlare della crisi finanziaria... Oggi è il giorno di fare mea culpa (in latino nel testo) riconosce Hans-Jürgen. Quali sono le ragioni di questa sindrome, di questo disastro? Non è solo un incidente. La Lehman è una leggenda, non una causa, solo un sasso lanciato nello stagno di casi anche peggiori. I segni sul muro c'erano, da anni, nessuno li ha voluti vedere, dal famoso caso del rogue dealer della Baring Bank di Singapore...

RNC - Imparare il linguaggio di finanza e economia


Marie Kinsey, della scuola di giornalismo della Sheffield University, parla di linguaggi, ruoli, responsabilità del giornalista, specialmente nell'informazione finanziaria, specialissimamente in epoca di crisi finanziaria...

Radio News Conference Live - Antonio Preziosi

Inizia la Radio News Conference dell'Ebu al Prix Italia di Torino. Antonio Preziosi responsabile di Radiouno e dei giornali radio, parla dei progetti sui giornali radio e di Radio Uno come CNN della radio (lo slogan era stato coniato da Livio Zanetti). Confermata la sua vocazione informativa, ma oggi la sua struttura a scatole spezza l'idea di flusso continuo che Preziosi intende privilegiare. Via le rubriche e il materiale registrate, la musica deve essere il tappeto su cui corrono le notizie (citazione dal predecessore Ruffini). Musica connotativa, perché l'ascoltatore non dimentichi che le news hanno la priorità. Il relatore parla di un nuovo programma, "Start", condotto da una giornalista e un deejay (che ha debuttato l'altro giorno con miniconcerto di tre minuti di Ludovico Einaudi). Tutto ancora in fase sperimentale. Se tutto sarà positivo, Radio Uno potrà davvero essere quella preconizzata da Livio Zanetti, una radio all news, di flusso.
Nel 2009 sarebbe anche l'ora, forse...

WeaveRadio, la personalizzabile che "annuncia" Twitter

Eccone un'altra. Alla conferenza Demo (edizione autunnale), come spiegava l'altro giorno TechCrunch (grazie Francesco), viene presentata la stazione radio su Web "personalizzabile" WeaveRadio. Demo è uno dei convegni più d'avanguardia del circo tutto americano - e non solo, visto che tra gli invitati ci sono diverse aziende estere - delle startup. Non deve stupire, quindi, se WeaveRadio ha tutte le caratteristiche della Radio 2.0, qualcosa cioè che somiglia più a Internet che a una radio da ascoltare. Anche qui il concetto della "radio del 21esimo secolo" è quello della aggregazione di contenuti, che nel caso vanno al di là dei normali flussi audio, podcast e musicali, arrivando fino alle notizie, tra Twitter e altre fonti. E ovviamente non mancano le funzioni social per la condivisione e il dialogo tra amici. Secondo TechCrunch ricorda il servizio di aggregazione di Stitcher, (un'altra Web radio personalizzabile), ma in Stitcher non troverete, chessò, la possibilità di seguire i vostri amici su twitter con la sintesi vocale, senza dover nemmeno fare lo sforzo di leggere i fatidici 140 caratteri. Forse WeaveRadio in questo senso può risultare utile e simpatica per chi non ci vede bene, o per chi non deve distrarsi osservando lo schermo del computer o dello smartphone (sì perché evidentemente Weave è anche su iPhone). Ce la farà ad aver successo? E chi lo sa.
DEMO: RadioWeave Lets You Build A Custom Social Radio Station

by Jason Kincaid on September 22, 2009

RadioWeave, a startup that’s launching today at DEMO fall, is looking to bring radio into the 21st century. The company has built a platform for customizing an online streaming radio station that extends beyond just podcasts, music, and news.

In some senses RadioWeave reminds me of Stitcher, which lets you build your own custom radio stations out of your favorite content sources. But RadioWave includes a number of features that Stitcher doesn’t, like the ability to follow a Twitter account and have its tweets read aloud to you (albeit by a very robotic-sounding voice). You can also import feeds of your local weather and traffic.
The site’s playlist creation features seem convoluted, but its initial setup flow (which is reminiscent of Twitter’s suggested users lists) will get you up and running within a few minutes. There are some social elements that let you share your audio content with other users. You can also share your playlist of ‘tags’ with others, so they can tune in to a RadioWeave station that’s similar to yours. Along with RadioWave’s web interface, the service also offers an iPhone application that you can download here.

22 settembre 2009

Renon 2009, il paradiso SDR tra i monti altoatesini


Sabato e domenica, 26-27 settembre, l'altopiano di Renon/Costalovara, sopra Bolzano accoglie l'undicesima edizione del convegno radioamatoriale sulle radiocomunicazioni, con particolare attenzione alle tematiche Software Defined Radio. L'organizzazione è dell'I-Link Packet Radio Group dell'Alto Adige, sotto l'amorevole e attento coordinamento di una instancabile Silvia IN3FOT.
Non ho ancora idea se mi sarà possibile partecipare, ma se c'è un convegno europeo da mettere in calendario, ebbene Renon è davvero un'occasione imperdibile, per l'esclusiva combinazione di cervelli e paesaggio. Nella foto di Alberto Di Bene qui in basso vedete Nico Palermo, l'inventore del ricevitore SDR Perseus, che spiega la teoria dei downconverter implementati in FPGA. Era l'edizione dello scorso anno. Trovate l'audio delle lezioni di Nico in questa cartella sul servizio di file sharing Mediafire. Per info sulla riunione: segretaria (at) i-link (dot) it.


Prix Italia 2009, Torino la qualità in radio


In questi giorni si tiene a Torino il Prix Italia, una delle manifestazioni più interessanti (e veramente prestigiose) ideata per celebrare la programmazione radiotelevisivaweb di qualità. Il programma è particolarmente fitto e può essere visualizzato in forma compatta in questa pagina. Giovedì e venerdì dovrei partecipare alla conferenza EBU su radiofonia e news, sarei lieto di incontrare anche qualche lettore, contattatemi alla mail qui in fondo.

MixCloud, la radio futura (ma senza presente)

Rimango sempre un po' basito davanti a chi si interroga sul futuro di tecnologie che hanno a malapena consolidato un incerto presente, ma l'esperimento di MixCloud - apparso ora su PodcastingNews (grazie Francesco) - mi pare degno di menzione, anche se sono spinto a chiedermi se questo sia piuttosto "il futuro del podcasting".
Le intenzioni dei fondatori di MixCloud, startup attiva negli Usa e in Gran Bretagna che si autodefinisce la YouTube dell'audio, sono di "rendere la radio più democratica" attraverso un sito che possa mettere in relazione il navigatore di Internet con la sua estesa offerta per l'orecchio. Una offerta che comprende sia i canali radiofonici tradizionali, sia i podcast, le registrazioni live, le compilation di brani, iansomma l'insieme di stream e file sonori che sono in qualche modo accessibili in rete ma di cui tendiamo a ignorare l'esistenza. E' l'ormai angoscioso problema di un contenuto alla perenne ricerca di qualcuno che lo prenda in considerazione. Questa azione di "cloudcasting" (ogni contributo audio si chiama infatti cloudcast), MixCloud cerca di realizzarla attraverso gli strumenti sociali del Web 2.0, come la creazione di canali personalizzati e naturalmente con un bell'elenco ricercabile per tag, personaggio, artisti e quant'altro. Sembra che siano già un migliaio i deejay iscritti, e vedo che ci sono anche fonti famose come BBC Radio 1.
Interfaccia accattivante, tutto funziona, tutto "si sente". Ma io comincio a chiedermi che funzione riusciranno mai a svolgere gli aggregatori come MixCloud e se per caso queste guide, directory, meta-quelchevolete non rischiano di diventare ancora più dispersivi del medium che cercano in qualche modo di contenere. Ci sono decine, forse centinaia di questi esperimenti. Chi aggregherà gli aggregatori di questa radio che si ascolta senza radio, ma anche senza avere la minima idea di che cosa c'è da ascoltare?


What is Mixcloud? from Mixcloud on Vimeo.

18 settembre 2009

Software Defined Macintosh Radio

Ho già parlato in passato del progetto software di Stefan Mrozek, che ha implementato una console di demodulazione Software Defined Radio per Macintosh. Ora il suo notevole programma esce in versione 1.0, con una nuova elegante interfaccia e con una serie di estensioni e istruzioni per l'uso della piattaforma Mac (MacOS X 10.5) come controller del mitico, ultraeconomico front end QSD SoftRock (anche con il suo DDS basato su chip Si570). La pagina di download del sito di Stefan include anche un link a una versione di Dream, il software di decodifica delle trasmissioni DRM. Sorgenti, binari linux/win/mac e altre informazioni si trovano sulla pagina del progetto SourceForge.
Le spiegazioni sul software SDR sono in inglese, un discorso più approfondito per l'uso di un hardware come il SoftRock con il Mac è in tedesco, ma ci sono fotografie che possono aiutare. La postazione di Stefan comprende, oltre al Mac e al suo software, una multiporta USB programmabile chiamata IO-Warrior, immagino per il controllo del DDS del SoftRock e una piastra esterna di acquisizione audio a 96 kHz utilizzata per "leggere" la finestra di spettro campionata dal circuito QSD. Questa piastra, la eMagic a 6/2, veniva costruita da una ditta acquisita da Apple anni fa e non viene più prodotta. Immagino che il software di Stefan, chiamato semplicemente DSP Radio, sia in grado di controllare anche l'acquisizione tramite normali ingressi analogici del Mac. In ogni caso mi sembra un lavoro davvero superbo, in grado di supportare anche i modelli rice/trans del SoftRock.

Un documentario sul Cile in ascolto di Mosca

In Cile un documentario di Andrés Daie ricorda i 17 anni di “Escucha Chile”, la trasmissione di informazione, propaganda e musica, che Radio Mosca rivolse alla nazione sudamericana nel duro periodo della dittatura di Pinochet. Una dei commentatori più celebri di quel pezzo di storia radiofonica e politica del dopoguerra fu Volodia Teitelboim, giurista, politico, saggista di origine ebree-ucraine, scomparso lo scorso anno e autore di un corposo diario della lunga avventura radiofonica. Un trailer di Escucha Chile, una voz viene desde lejos è visibile sul sito del canale televisivo La Tercera.


Documental recuerda el sonido de “Escucha Chile”
Por Javier García / La Nación

Miles de horas de transmisión hicieron del espacio radial, transmitido desde la capital rusa, un hito histórico y el programa de radio más oído en la dictadura. Volodia Teitelboim y José Miguel Varas fueron claves para su continuidad, que ahora llega al cine.

Se escucha la voz de Volodia Teitelboim que sale de una radio a pilas de onda corta con un cable de cobre como antena. El escritor habla del golpe militar ocurrido hace un par de horas, de la muerte de Salvador Allende, de La Moneda en llamas. Se lo imagina, su voz tiembla. Es la noche del 11 de septiembre de 1973. Se oye el inicio de la Canción Nacional. El biógrafo de Pablo Neruda y Vicente Huidobro volverá al día siguiente.
Teitelboim estaba en Europa y “Escucha Chile” nació en Radio Moscú -la radio estatal de la ex Unión Soviética-, el día que Augusto Pinochet se tomaba el país.
El programa duraría 17 años, y sería escuchado por miles de personas que deseaban comunicarse con sus familiares, que querían saber cómo el mundo reaccionaba ante el desastre político local. El escritor José Miguel Varas llegó a ser su director.
Miles de horas de transmisión que hicieron historia, y que ahora reviven en un documental.
“Escucha Chile”, dirigido por Andrés Daie, fue producido por OídoMedio y Etnomedia Producciones, y será estrenado el 24 de septiembre (a las 20 horas) en el Centro Arte Alameda. En la oportunidad se realizará una conversación entre los periodistas Vicky Quevedo, Juan Pablo Cárdenas y José Miguel Varas.

DATOS FIDEDIGNOS

El documental “Escucha Chile” recoge las experiencias asociadas a la historia del programa, el cual se oía incluso en los centros de tortura como Isla Dawson, que produjo fieles auditores clandestinos. Del programa, bautizado “Habla Moscú, escucha Chile”, se haría cargo un grupo de chilenos exiliados, entre otros, Eduardo Labarca, Pepe Secall y Rolando Carrasco.
Ellos recibían y transmitían la información de los chilenos que lograban conseguir datos fidedignos de detenidos y de la situación política del país. Pero no sólo de denuncias vivía el programa, también se logró crear espacios dedicados a la música y la cultura a través de diversos segmentos. En Chile y en el mundo se podía escuchar el programa gracias a su transmisión en onda corta, una señal de baja frecuencia que viaja a niveles muy altos. Los militares intentaron acallar las transmisiones, pero todas representaban un elevado costo.
El documental relata una serie de historias, como la de Eduardo Martínez, quien estuvo preso en el centro prisioneros políticos Tres Álamos, donde con un sistema de antenas preparado por un grupo de prisioneros escuchaban el programa. También habla de su experiencia Miguel Lawner, quien recibió una llamada realizada desde los estudios de Radio Moscú al campo de detención de Ritoque, donde se encontraba.


Nella Babele della lingua russa

Dopo una anteprima documentaristica che ha avuto luogo ieri sera (della proiezione di "Siluro Rosso" parla mariu su Radiopassioni, il forum) inizia oggi alle 18 al Teatro Sociale di Bellinzona la quarta edizione del Babel Festival, un evento (nella foto il responsabile artistico Vanni Bianconi) che mescola letteratura e traduzione in un intreccio di suggestiva efficacia. La lingua ospite quest'anno è il russo e a Bellinzona, nella piccola ma cosmopolita Svizzera italiana, convergeranno alcuni degli autori più interessanti del panorama contemporaneo. Alcuni di questi autori risiedono all'estero e addirittura scrivono in altre lingue, rendendo il famoso intreccio ancora più denso di implicazioni e rimandi. Ecco qui in sintesi il programma del festival, che dura fino a domenica 20. Con mariu cercheremo di seguirlo il più possibile, per raccontarvelo. La Retedue della Radio della Svizzera Italia dedicherà domani, sabato 18, una diretta di un'ora e mezza e il sito ufficiale della manifestazione dovrebbe riservare, come ha fatto in passato, un'area podcast con l'audio degli interventi.

Venerdì 18 settembre

17.00 barBabel
Apertura dell'opera Effetto Barnum dell'artista Kerim Seiler

18.00 Teatro Sociale
Apertura ufficiale del festival e presentazione del programma Moving Words di Pro Helvetia.

18.30 Teatro Sociale
Tavola rotonda. Scrittura e presa sul reale: Ulickaja, Gallego, Shishkin, Pusterla, Kostioukovitch
(russo e italiano)

Sabato 19 settembre

10.30 Palazzo Civico
Anna Starobinec e M.A. Curletto
(russo e italiano)

14.00 Palazzo Civico
Mikhail Aizenberg e Serena Vitale (russo e italiano)

16.00 Teatro Sociale
Ljudmila Ulickaja e Emanuela Guercetti
(russo e italiano)

18.00 Teatro Sociale
Ruben Gallego e Elena Gori Corti
(russo e italiano)

21.30 Teatro Sociale
Concerto: Brodsky Quartet

Domenica 20 settembre

10.30 Palazzo Civico
Mikhail Shishkin e Stefan Zweifel
(tedesco e italiano)

14.00 Teatro Sociale
Elena Boc’orisvili e Emanuela Bonacorsi
(russo e italiano)

16.00 Teatro Sociale
Serena Vitale [qui una breve intervista alla celebre traduttrice, scrittrice e docente raccolta da Moby Dick per Radio Svizzera Italiana]
(italiano)

17.15 Teatro Sociale
Nicolai Lilin
(italiano)


17 settembre 2009

Pubblicità radio, secondo King una horror story

Non sono un cultore del re dell'horror (ammetto, è un po' riduttivo come confinamento in un genere letterario che forse sta stretto a un grande autore) Stephen King. Ma forse rivelerò a qualcuno dei suoi fan un particolare curioso che io ignoravo completamente: insieme a sua moglie Tabitha, King controlla tre stazioni radio, a Bangor, nello stato del Maine. Si tratta di una rock station, WKIT e di WZON, AM e FM, che trasmettono un formato sports talk.
Come riferisce oggi la newsletter Ross on Radio, King è intervenuto sull'ultimo numero di Entertainment Weekly per lamentare la triste condizione in cui versa il mercato pubblicitario per le radio musicali negli USA. Lo scrittore dice che gli incassi per la pubblicità sono, letteralmente, "nel cesso", che l'unico a guadagnare oggi alla radio è il machismo politico di destra alla Rush Limbaugh. E si interroga anche su che cosa potrà mai prendere il posto della rock and roll radio una volta che saranno tutte strangolate dalla mancanza di fondi. Ci saranno ancora personaggi come Carroll James, della stazione WWDC, il leggendario dj (morto nel 1997 a 60 anni) che per primo fece ascoltare I want to hold your hand agli americani?
What's going to replace rock & roll radio?

I can personally testify that it's on life support, because I own a rock station (WKIT in Bangor, Maine) and I see the balance sheets. If I may wax vulgar, ad revenues are in the pooper. And this is true whatever the rock format: pop, oldies, heavy metal, middle-of-the-road (which I think of as Doobie Brothers Radio). Right now the only real radio rent-payers are right-wing ratchet-jaws like El Rushbo. If there's no rock & roll radio, who's going to find the great new artists to make the little girls scream? Where are the DJs like COusin Brucie...or Carroll James of WWDC, who is credited with playing "I Want to Hold Your Hand" first in America? How culturally important are the gabbling "personalities" who make prank calls and own morning drive-time? Let's put it this way: As far as I'm concerned, you can take Opie and Anthony and shove 'em where the sun doesn't shine.
E' così drammatica la situazione? Beh, sì, non è certo allegra. Un'altra newsletter di oggi, Taylor on Radio, afferma che nella prima metà del 2009 radio e quotidiani mostrano la stessa, identica percentuale di calo di introiti pubblicitari (dati TNS Media Intelligence), il 24% e rotti. La TV perde negli USA "appena" il 10%. Il Los Angeles Times ironizza sul fatto che ormai sui grandi media non investono più nemmeno i protagonisti del mercato dei media. Il big spender Procter&Gamble ha tagliato di un quinto la sua spesa, oggi al top delle inserzioni acquistate troviamo l'operatore telefonico Verizon. E considerando che la telefonia non è propriamente in ottima salute...

Radio revenue dropped as much as newspaper did in the first half of 2009 – and that’s bad.

TNS Media Intelligence says newspaper ad spending fell 24.2% - and radio slid 24.6%. That’s bad company to be in. TV spending was down 10%, if you bundle in local, network and syndication. Magazine spending was down 21% but still not down as much as radio. Billboards and outdoor dropped more than 15%. So radio, by an estimated 0.4% was literally the medium with the largest percentage drop, year-over-year. The only media to gain were Internet display ads (+6.5%) and those newspaper-delivered FSI’s (free standing inserts), ahead 4.6%. TNS finds that if you jumble up all the revenue, U.S. ad spending for January through June fell 14.3% to about $61 billion. The L.A. Times reports the irony that “even big media isn’t spending as much on big media.” Disney, News Corp. and Time Warner all pulled back their own advertising. Top national advertiser now? It’s no longer Procter & Gamble, which slashed spending 20%. It’s Verizon, which invested $1.9 billion in advertising in the first half of 2009.
Su Prima Comunicazione online ho letto i dati pubblicitari Nielsen relativi al mercato pubblicitario italiano. Qui la radio non perde come i giornali (sarebbe impossibile perdere come i giornali), ma un po' meno. Rispetto a un 21% perso dalla stampa quotidiana non free (i giornaletti gratuiti perdono quasi il 28%, i periodici a pagamento il 29%), da noi radio e tv sono più o meno alla pari, la contrazione è del 16,6%. Contro quasi 300 milioni incassati dalla radio nei primi sette mesi del 2008, quest'anno sono entrati poco meno di 250 milioni. Internet ha incassato 340 milioni e sta chiaramente inseguendo i periodici cartacei, crollati da 709 a 502 milioni di incasso nel periodo. E' una fortuna che le affissioni perdano il 27%, perché la radio presto potrebbe valere quei magri 100 milioni accumulati dai cartelloni sui muri delle città. Sono cifre che, anche fatta la tara della popolazione, impallidiscono rispetto ai 61 miliardi di dollari fatturati nei primi sei mesi dell'anno dalla pubblicità americana. In America i proprietari delle stazioni hanno gli incubi anche se non si chiamano Stephen King. Mi chiedo che cosa dovrebbero fare qui.

Siempre fui loco, Manu Chao per La Colifata

Sareste matti a non approfittarne. Manu Chao, il cantante franco-basco-gallego, ha registrato un album con e a sostegno dei pazienti dell'ospedale psichiatrico Josè Borda di Buenos Aires, celebre internazionalmente per l'esperimento terapeutico-radiofonico di Radio La Colifata, LT22, l'emittente loca. L'album si può prelevare gratuitamente dal sito Vivalacalifata.org ma non sarebbe leale farlo senza inviare un piccolo contributo in donazioni. Altre notizie si trovano sul sito ufficiale del cantante meticcio e clandestino. Siate generosi. Ecco un piccolo estratto "italiano", Habemus Papa:

(grazie a Francesco per la segnalazione dal Guardian)

15 settembre 2009

Opera da camera, al Radiodramma Hotel

Agenzia Fix è il titolo di una opera in musica di Alberto Savinio che la radio italiana trasmise il 14 novembre del 1949 (esattamente, al giorno, dieci anni prima che nascessi io), con il testo letto da Arnoldo Foà e l'orchestra diretta niente meno che da Carlo Maria Giulini. Era uno dei radiodrammi selezionati per il Festival della Letteratura di Mantova e l'ho registrato, così com'è, con i rumori ambientali, al Radiodramma Hotel. L'Agenzia Fix è una sorta di clearinghouse, di camera di compensazione, dell'aldilà. L'ufficio incaricato dell'accoglienza e della trasfigurazione del corpo in pura anima. Un distaccato Dottor O, consigliere delegato dell'agenzia, accoglie nell'ufficio uno che si è appena tirato un colpo in testa, rievoca con lui le altre perdite della sua vita, lo prepara al ritrovamento e...
La registrazione è quella che è, non me ne vogliate, anche il suono originale è chiaramente recuperato da un vecchio nastro. Spero solo che i preziosi materiali che erano stati raccolti e stipati nelle stanze del Radiodramma Hotel vengano messe a disposizione, online, in modo più degno. L'opera è stata presentata da Francesco Anzalone anche in occasione del festival del teatro di Santarcangelo, per una analoga iniziativa sul radiodramma. Ma soprattutto venne ripreso quattro anni fa da Esercizi di memoria, il programma di gemme d'archivio del minatore musicale Arrigo Quattrocchi, scomparso ahimé da pochi mesi. Mi fa tra l'altro molto, molto piacere segnalarvi qui che Esercizi di memoria, dopo un'estate di inquietante silenzio, riprende il suo lavoro di paziente ricerca, sotto la guida di Lorenzo Chiera, che di Quattrocchi è stato a lungo collaboratore. Si comincia tra sabato e domenica 20 settembre, a mezzanotte precisa, con l'Idomeneo di Mozart e, tra domenica e lunedì, sempre a mezzanotte, con la Clemenza di Tito, due registrazioni di inizio anni Settanta sotto le direzioni di Colin Davis e Istvan Kerstez. Quando ad Agenzia Fix, ecco la scheda dal sito DelTeatro.it e un estratto dall'opera Radiodramma e arte radiofonica, pubblicato da EDT nel 2004 e catturato da Google Books. Potete ascoltarlo qui o scaricarlo.



Le nuove frontiere dell'EPG e del tagging per la radio

Trovo di grande interesse la seguente nota della National Association of broadcasters (NAB) sui lavori della commissione incaricata di studiare nuove applicazioni di EPG (guida elettronica dei programmi) per la radiofonia, in questo caso per la radiofonia numerica HD Radio.
Date un'occhiata - anche al sito del progetto FASTROAD, Flexible Advanced Services for Television and Radio - ché il discorso prosegue più avanti.

HD Radio EPG at the NAB Radio Show

Next week's NAB Radio Show (Philadelphia, PA, September 23-25, 2009, www.nabradioshow.com) provides a perfect opportunity to showcase some of the results from the NAB FASTROAD HD Radio electronic program guide (EPG) project. Through the FASTROAD (that's Flexible Advanced Services for Television and Radio On All Devices, www.nabfastroad.org) technology advocacy program, NAB has been funding the development of business requirements, system architecture and specifications of an HD Radio-based EPG for local radio broadcasters (see the August 3, 2009 issue of Radio TechCheck for additional information on this project).
In the Radio Show exhibit hall (booth 310), the project team of BIA Advisory Services (Chantilly, Va. www.bia.com), Broadcast Signal Lab (Cambridge, Mass., www.broadcastsignallab.com), and Unique Interactive (London, UK, www.uniqueinteractive.co.uk) will be demonstrating various aspects of the HD Radio EPG system which they have developed. Four specific demonstrations will be available (see diagram below):

* EPG service bureau demo - a number of the EPG system "models" developed by the FASTROAD project team involve use of a "service bureau" which collects EPG data from stations on a market-wide (or broader) basis, then organizes this data and sends it back to the stations in a format suitable for transmission over the HD Radio advanced data services channel. In the booth at the show, a demonstration of the EPG service bureau interface located at the radio station will be given, highlighting how the station uses/edits the EPG database, then uploads this data and other necessary parameters to the service bureau;

* Remote link to Boston field trial - since July of this year, a live EPG field trial has been underway in the Boston, Mass. radio market. Stations from the markets adjacent to Boston, including Worcester, Mass. and Providence, R.I. are also involved, showing how an HD Radio EPG can serve listeners as they travel. At the show, a live EPG monitor running on a computer in Boston will be mirrored to the Radio Show booth via remote desktop connection, showing EPG data received off-air from the field trial. This demo highlights what is called the "shared" EPG model, in which one or more "bearer" stations transmit EPG data for all other participating stations into the market;

* EPG transmitter/receiver demo - an HD-Radio Importer and transmitter will be in the booth, connected to a dummy load and feeding a signal (with EPG data) directly into two receivers an iBiquity EPG-enabled prototype receiver (a PC peripheral implemented on a printed circuit board) and a prototype EPG-enabled portable HD Radio receiver being developed by consumer electronics manufacturer Cydle Corp (www.cydle.com). Here, the "parochial" model of EPG service will be highlighted, in which each station transmits only its own EPG data, including all multicast services the station may carry;

* EPG Web browser demo - in addition to the over-the-air broadcast of EPG data using the HD Radio advanced data services channel, the Boston field trial also includes a demonstration of how local station EPG information can be made available over the Internet for display on a PC or a Web-connected mobile device (such as an iPhone). Shown in the booth will be PC and iPhone Web-browser displays of EPG data from an EPG service bureau Web server. This demonstration highlights one aspect of the "network" EPG model whereby a general EPG resource on the Internet is filtered by information about the listener's location, so that the device being used to obtain the EPG information (in this demo, the PC and iPhone) can obtain localized EPG data from a master database.
Disporre di una guida interattiva che riesca in ogni istante a indicare quali programmi si possono ascoltare alla radio, o alla tv, è una questione ormai fondamentale in un panorama mediatico complesso e multitematico come quello attuale. E' necessario implementare reti radiofoniche a standard numerico per avere a disposizione certe soluzioni? La risposta a mio parere è che sì, un sistema come il DAB o HD Radio aiuta, ma che anche per l'FM (e forse per le onde medie) analogica abbiamo la possibilità di trasmettere i metadati necessari attraverso l'RDS. Non conta insomma che le informazioni digitali siano inserite in un contesto di frame numerico su portanti modulate numericamente o se invece queste informazioni viaggiano su sottoportanti di una portante analogica opportunamente modulate a loro volta.
A questo proposito vi invito a leggere un recente post di Nick Piggot che fa un punto della situazione del sistema RadioTAG, proposto nell'ambito del più esteso progetto di "DNS aperto per la radio" chiamato appunto RadioDNS. Nick fa le sue considerazioni all'indomani dell'annuncio del nuovo Apple iPod nano con radio FM integrata e funzioni avanzate come l'iTunes Tagging per l'FM analogica (dove, spiega Nick, i metadati che servono al nano per contrassegnare i brani e allestire una lista della spesa su iTunes dopo la sincronizzazione nano-computer, viaggiano appunto su RDS). RadioDNS costituisce un formato per metadati universale e aperto la cui documentazione è disponibile sul sito ufficiale. E non perdetevi i link di Nick ai post di Mark Ramsey e James Cridland (che si dilunga sull'uso di RDS da parte di iTunes Tagging) sullo stesso argomento nano.
Apple iPod Nano – now with FM and Tagging. Is that good?
10/09/2009 Filed under: radio, technology — Nick Piggott

Just when you think there’s nothing interesting you can blog about, Apple come and chuck fresh meat to the wolves.
Of course, everyone’s excited about Apple including radio in one of their devices for the first time. That’s clearly good news. It would be amazing news if it was a DAB Radio in Europe, and an HD Radio in the States, but let’s work on that one. Baby steps.
Let’s assume that Apple don’t incorporate functionality into their devices unless they think users are going to go “wow – cool”. As Mark Ramsay says, Apple didn’t just throw an FM tuner in there; they “enhanced radio”, so it includes pause/rewind and tagging. Adding this kind of functionality costs real money (in material and engineering time), so we should be pleased that Apple see that as a worthwhile investment. Yes, Radio is still cool, and still valued even by the cool kids who buy Apple iPod Nanos. This is a “radio” that 15-24s will love to have.
James explains a bit about how the existing Apple iTunes Tagging works. It’s a system designed to do one very specific job, for one specific group of stations and listeners. It transmits Apple iTunes Catalogue IDs in spare RDS ODA (Data) groups, using a form of encryption (discuss…). The radio station incorporates the iTunes IDs into their FM RDS transmission, the iPod Nano receives/decodes this, and when you hit “Tag” it stores the ID/Artist/Title in memory. When you sync up your Nano with iTunes, iTunes converts that into proper store links, and offers you the downloads. It works. Listeners can tag songs on the radio, and buy them in iTunes. A similar service is also available on HD Radio, and was launched earlier, IIRC.
So what’s not to like. Isn’t this the perfect demonstration of innovative revenue generation in a digital media world?
Maybe, but I don’t think it was initially designed with the listener in mind. It looks like a system designed to turn radio listeners into Apple iTunes customers. There’s nothing wrong with that, incidentally. The rather depressed radio business got a big kick out of being able to announce a tie-up with Apple, who are highly regarded. There’s significant kudos is being allowed to play with the smartest boys on the block.
James has pointed out the weaknesses in the existing system. It doesn’t scale terribly well (although I believe either FM or HD have also started parallel transmission of Amazon IDs for their MP3 store?), and it only works for iTunes and material that’s in iTunes.
There another weakness in the system, in my opinion.
If you look at how the meta-data moves around, it goes in one direction only. From the radio station, via FM, the Nano, iTunes and to Apple. After the radio station has splurged the meta-data out on the broadcast platform, it has no control or visibility of it from that point onwards. There has to be a contractual relationship between Apple and each Radio Station for Apple to pass information about the songs sold back to the radio station. I have no idea how detailed that information is. Does it list every transaction, by every device, by time of day? Does it report transactions, or tagging events, or both? Or do they just get a $ total each month and a check for the affiliate fees?
Excluding the broadcaster from the process, and obfuscating the outcome, diminishes the value for radio. It turns us into an customer acquisition vehicle, without getting rich information on listener behaviour.
There’s also the small problem of ne’er do wells “stealing” the meta-data. Let’s assume that someone nefarious decides to strip that meta-data, and amend the affiliate ID to be their own. You might use an apparently legitimate streaming portal, or attractive device, and that money would go to the middle-man, not the radio station. The value of meta-data is increasing, and we should be more careful about whom we exchange it with. In my opinion, broadcasting meta-data risks destroying value. I do agree that meta-data should be open, but I generally think that you should know who you’re providing it to. (I’m going to blog about the side-effects of this shortly).
As you’d expect, I think the RadioTAG model is fairer. It keeps our meta-data relatively secure, whilst still allowing legitimate users (like listeners and Apple) to have access to all the information they need. It scales well, because it’s not transmitting vendor specific information over the air. The broadcaster can see who is requesting what meta-data when, and use that to track listener behaviour in real-time. And very importantly, it lets people tag *anything* interesting they hear on the radio, not just the songs.
I’m excited that Apple are into radio. I’m excited that the Nano is such a great little device. I’m excited for the prospects of Tagging on the Nano. I just want to make sure we make it great for listeners, as well as for radio stations and for Apple.





L'agonia di uno spazio radiofonico culturale

Pochi giorni fa, con una decisione che nessuno si è degnato di annunciare o spiegare a un pubblico radiofonico che come quello televisivo in Italia assiste impotente a un continuo stillicidio di programmi e palinsesti rimandati, aboliti, spostati, ritagliati, la nuova dirigenza di Radiodue ha deciso di ridurre drasticamente il tempo di programmazione di Alle 8 della sera, un valido programma culturale divulgativo che affronta tematiche molto diversificate. Attualmente in onda c'è per esempio un approfondimento su D'Annunzio a Fiume che svela molti particolari di una storia che in Italia conoscono - forse fatti salvi i diretti interessati istriani - in quattro o cinque persone.
Alle 8 della sera andava in onda alle 20 dal lunedì al venerdì. Ora il suo spazio si riduce a una mezz'oretta la sola domenica e l'abituale slot viene occupato dal puro intrattenimento enogastronomico di Il Cammello di Radiodue Decanter, "il luogo dove trova spazio la cultura e l'amore per il mondo del vino". Il programma decurtato si era conquistato un pubblico molto fedele, abituato tra l'altro a collezionare i podcast dei vari cicli di puntate. L'editore Sellerio pubblica anche una collana di libretti stile Que sai Je, ispirati ai temi andati in onda, lo fa dal 2006 per la curatela di Sergio Valzania, che di Radiodue è stato fino a poco fa direttore e che insegna all'Università di Genova. La piccola (ma forse neanche tanto) comunità di ascoltatori di Alle 8 ha deciso di protestare. Sui forum di discussione di Radiodue, su quello dei collezionisti di podcast di Radiotre (I nostri podcast), sul gruppo di discussione Raipodcast, l'amica mariu ha pubblicato una lettera aperta trasmessa al nuovo direttore di Radiodue, Flavio Mucciante che ha preso il posto di un Sergio Valzania (fino a poco fa responsabile sia di Radiodue, sia di Radiotre, quest'ultima passata alla direzione del "fahrenheitico" Marino Sinibaldi) nominato a "responsabile dei palinsesti e del marketing della radiofonica". Chi partecipa attivamente o meno a questi gruppi di discussione sta garantendo in varia misura la propria adesione.
Io lo faccio attraverso il mio spazio - non solo attraverso il blog Radiopassioni ma soprattutto, se lo ritenete opportuno, sul suo nuovo spazio di discussione strutturato, Radiopassioni, il forum - che cerca da sempre di sottolineare la fondamentale importanza della programmazione radiofonica di qualità. Una importanza che altre nazioni non faticano a rilevare. Il pubblico di Francia e Gran Bretagna può accedere a un canale culturale (France Culture e BBC Radio 4) e a un distinto canale di musica colta (France Musique e BBC Radio 3). In Germania non ne parliamo, l'offerta radiofonica culturale e coltomusicale è addirittura imbarazzante, sia a livello nazionale che di singolo land.
Una analisi sommaria dei dati Audiradio relativi ai periodi del primo semestre 2008 e primo semestre 2009, rivela il pessimo andamento della radio pubblica italiana a fronte di un piccolo aumento di ascoltatori della radio in generale. Il crollo di Radiodue è vistoso, -26% C'è naturalmente di mezzo la brutta storia della non riconferma di Fiorello e del suo fortunatissimo programma.

Primo semestre 2009 totale ascoltatori radio 38.874 (giorno medio):

Radiouno 6.214
Radiodue 3.879
Radiotre 1.858
Isoradio 1.013
Notturno 106

Primo semestre 2008 totale ascoltatori radio 38.670 (giorno medio):

Radiouno 6.990
Radiodue 5.235
Radiotre 1.974
Isoradio 1.216
Notturno 129

Andando a guardare il disaggregato per fascia oraria, si nota che l'unica fascia a mostrare una relativa tenuta - appena il 5% di perdita - è proprio quella tra le 18 e le 21, dove naturalmente domina un programma di grande impatto come Caterpillar ma che evidentemente risulta complessivamente equilibrata e seguita. Si passa da una media giornaliera di 1.010.000 ascoltatori a 962.000, altre fasce perdono assai di più. Nel dubbio, tuttavia, si decide di intervenire sulla cultura, su questo brutto vizio di voler ricordare le cose e pensarci su. Perché nell'Italia del governo Berlusconi, il migliore degli ultimi 150 anni per sua stessa ammissione, dove la metà del sistema agisce come se si trovasse dentro a un postribolo e l'altra metà è impegnata a giustificare comportamenti ributtanti e illegali facendoli passare per neoilluminismo, la cultura è il vero vizio assurdo. Non era il caso di chiedersi se per caso il merito della sostanziale tenuta della fascia 18-21 di Radiodue fosse anche, nel suo piccolo, di Alle 8 della sera?
Sono contento che la Rai dedichi sei ore alla settimana a parlare di una sostanza tanto nobile nel paese dove la maggior parte delle persone ascolta la radio in auto, l'ultimo posto al mondo dove
vorremmo sentire parlare di vino. Quel che conta è che al posto degli approfondimenti di Alle 8 ci verranno propinate le solite sciocchezze in libertà, tranquillizzanti e capaci di scivolar via senza lasciare traccia (speriamo, almeno nel sangue). Il rischio più temuto, dai responsabili (?) dell'emittente, è che l'ascoltatore possa soffermarsi a riflettere su qualcosa. Su qualsiasi cosa. Per evitare questo rischio è meglio parlare di alcool agli automobilisti, anzi chissà che Radiodue non decida di inaugurare in fascia pomeridiana dalle 12 alle 15, quella che ha perso un bel 47% di pubblico, un'ora di programmazione tutta dedicata ai superalcolici, mentre la fascia tardo serale potrebbe proporre una mezz'ora quotidiana sull'extasy, sicuramente apprezzata dai giovani in attesa di rave.
A proposito, già che ci siamo perché non sostituire direttamente il compianto Viva Radiodue con un più consono ai tempi Viva la Figa?