28 gennaio 2010

iPad, nuovo campione per il testo e la parola?

Era inevitabile che il settore della radiofonia americana cominciasse subito a interrogarsi sul possibile impatto di iPad sul mezzo radiofonico. Il primo commento che mi è capitato di leggere questa mattina è di Taylor on Radio Info, una newsletter che mi stupisce sempre per la sua lucidità. Un altro, più ampio e articolato, è quelo di Radio Survivor. Secondo i primi esperti chiamati a dare un giudizio, iPad non sarà affatto un nemico della radio ma potrebbe anzi ampliare le possibilità di fornire contenuti e servizi paralleli, anche grazie alla compatibilità con le applicazioni per iPhone, alcune delle quali già di orientamento radiofonico. E' il modello di iTunes che si impone e si allarga, si legge sulla newsletter specializzata. La prima vittima di iTunes è stata l'industria discografica, che ha visto sfumare il concetto di "album" a favore della "traccia" singola, venduta a 99 cent. Adesso la finestra di opportunità della microtransazione si apre anche per i giornali, che trovano in iPad un'alleato-nemico comunque interessante da affrontare. Con il suo schermo più simile alla metafora del foglio di carta che al monitor televisivo, iPad potrebbe favorire un tipo di informazione e intrattenimento nuovamente basato sul testo, sul "segno" statico. E niente impedisce di pensare alle possibilità di immergere questi segni in un ambiente sonoro piuttosto che visual-televisivo. Per quanto definito il televisore possa essere, nel suo schermo l'informazione testuale non vincerà mai. Ma con iPad la parola, l'aspetto tipografico, risulta enormemente potenziato dall'alta definizione e dalla qualità.
Nel corso della presentazione di Steve Jobs, quando si è parlato di iBooks sul grande schermo dello Yerba Buena è stato proiettato il confronto tra Kindle e iPad nella visualizzazione della pagina di un libro. E' stato un confronto spietato: per quanto sofisticata e leggibile, l'inchiostro elettronico di Kindle (che è un prodotto di enorme successo e continuerà a esserlo) è apparso assolutamente inferiore alla pagina in formato ePub degli Apple iBooks. Posso sbagliarmi perché la mia impressione è legata a fotografie che possono aver falsato la mia percezione. Ma credo che Apple, nel suo iper-realismo, sia riuscita ancora una volta ad azzeccare meglio la metafora dell'eBook rispetto a una Amazon che ha - giustamente - voluto creare qualcosa che avesse un'identità specifica, qualcosa che sapesse anche differenziarsi dal libro vero. Bezos vuole comunicare che il libro può abbandonare la carta. Jobs ci dice che il libro può vivere su iPad in un modo molto simile a quanto accade sulla carta, ma con tanti vantaggi in più. Credo che sia una strategia migliore. E soprattutto credo che sia una strategia che finalmente, dopo almeno vent'anni di forte prevalenza della componente visuale-iconica, premia il testo, la parola. Che può essere scritta o parlata, che in ogni caso si presta facilmente a mescolarsi con il suono e la parola della radio. Su questo ultimo punto il nuovo dispositivo Apple lascia aperta una grande incognita: il sistema operativo continua a non essere multitasking, non è quindi certo che si possa fare dello streaming in background alla trasmissione di informazioni di contorno. Credo tuttavia che possa davvero cambiare qualcosa, come è sempre successo quando Apple ha azzeccato i suoi magici slanci di creatività tecnologica. Se questo prodotto non si rivelerà meno apprezzato del previsto (ci sono a mio parere degli svantaggi, a incominciare da quella che a me pare una portabilità assai incerta: come ci porteremo dietro iPad?), ci saranno spazi di miglioramento ed evoluzione, come per tutti i devices ad alta tecnologia. Se la radio come metafora avrà qualcosa da dire, finirà per dirla.


The secret behind Apple’s iPad is iTunes.

That’s the same system that first bedazzled and then dismayed record industry executives, who realized they’d lost control of pricing and watched the traditional and profitable “album” concept fade with the ability to buy single tracks for 99 cents. Now the publishing businesses hope they’ve learned the hard lessons of the music biz and don’t give up as much control to the alluring new iPad. They hope it can help rescue newspapers, and give magazines and books added life through a new distribution channel – iTunes to the iPad. The gizmo also provides an enhanced experience for TV shows and movies sold through iTunes. Paying just $499 for the basic model (without 3G cell phone access) suggests that Apple can afford to make very little profit on the hardware, but will make out on the software – newspapers, magazines, books, TV, movies. And look out, Amazon Kindle, with your monochromatic screen – the iPad is in glorious color, with a real touch screen like its older brother the iPhone. Its importance to radio? Thought you’d never ask.
The iPad is “another great way for radio stations to distribute content on an elevated platform.” That’s consultant Paul Jacobs of Jacobs Media, who tells T-R-I there’s a lot for radio to like (and not much to fear) from Steve Jobs’ announcement. He says “it elevates the game, but it’s not a game changer.” Here’s his logic – “Unlike how the iPod changed mp3 players and the iPhone changed cell phones, this device opens up a new category between the iPhone and desktops.” He predicts there won’t be “any large impact on media, like radio. It’s not a threat, nor an enhancement.” For those broadcasters who have already invested in iPhone apps, yesterday’s news from Steve Jobs was good – the existing apps should run on the iPad, too. Jacobs says the price is a pleasant surprise ($499 for the basic model, up to $829 for 64 gigabytes of memory and connection to a 3G cell phone, with AT&T charging another 30 bucks a month). Paul’s bottom line – “it’s like the iPod Touch on steroids…bigger, faster, cooler.”

1 commento:

iKlee ha detto...

uno dei pochissimi prodotti apple che non trovo adeguato alla bisogna. scarso in offerte (rispetto a un macbook) e ingombrante come un macbook. se ho ben capito ha anche lo schermo lucido il che non mi pare un vantaggio per leggere. specie un libro.
mah?!