09 maggio 2010

Germania: canone no, "tassa mediatica per famiglia" sì

In Germania si è aperto un dibattito molto interessante sulla natura del finanziamento che i cittadini di uno Stato erogano sottoforma di "canone" all'ente radiotelevisivo pubblico di quello Stato. In Germania il canone si chiama con la sigla GEZ e deve essere versato da chiunque disponga di una radio, di un televisore, o di un computer. Si tratta insomma di un canone mensile da versare quando si è in possesso di un qualsiasi apparato di ricezione. Oggi gli abbonati versano circa 5,7 euro al mese per la radiofonia e quasi 18 euro, sempre al mese, per la televisione. ARD e ZDF ricevono 7,3 miliadi di euro grazie alla GEZ versata da tutti i cittadini.
Secondo un grande esperto di diritto fiscale, Pau Kirchhof, lo stesso che aveva aiutato la Merkel a scrivere le sue riforme, questa modalità "per apparato" oggi è obsoleta, superata dalla difficoltà di tracciare linee di confine precise tra tipologie di dispositivi diverse (un telefonino "sembra" molto diverso da una radio o da un televisore, eppure…). La normativa attuale, dice Kirchhof in un corposo documento presentato all'ARD, l'ente radiotelevisivo federale, è piena di buchi e troppo vessatoria, molto pesante da gestire (mille persone lavorano per riscuotere questo canone). La sua proposta è sostituirla con una sorta di "contributo mediatico" che ciascuna famiglia dovrà versare indipendentemente dai dispositivi utilizzati e in funzione del reddito complessivo della famiglia. In cambio le emittenti pubbliche dovranno essere prive di pubblicità per legge costituzionale. Inoltre l'ammontare della nuova tassa raccolta non dovrà essere maggiore di quanto generato attualmente con la GEZ perché l'introduzione di questa nuova modalità non deve essere vista come il semplice paravento per un aumento del canone.
Quello che segue è l'articolo del Die Welt, ma in rete si trovano già molti pareri su una decisione ormai imminente. L'obiettivo è discutere tutto e approvare da parte delle varie regioni in modo che la nuova modalità di versamento dei canoni radiotelevisivi possa partire già dal 2013. Tabea Rössner, portavoce del partito tedesco dei Verdi per le questioni relative ai media si dice d'accordo, come altri rappresentati dei partiti tedeschi.
Infine, per leggere il documento elaborato da Kirchhof, potete prelevare questo pdf. Naturalmente tutto è in tedesco, ma ormai Google Translate funziona piuttosto bene per farsi un'idea e se usate Chrome oppure la Google Bar, la traduzione è ancora più immediata.
RUNDFUNKFINANZIERUNG

Kirchhof will GEZ weniger "inquisitorisch" machen
6. Mai 2010

Der Ex-Wahlkämpfer der Union meldet sich zurück: Paul Kirchhof will die Schlupflöcher bei der GEZ-Gebühr schließen. Künftig soll es eine sogenannte Haushaltsabgabe geben. Kassiert wird dann unabhängig davon, ob Radio, Fernseher oder PC in Betrieb sind. Zudem fordert der Verfassungsrechtler ein Werbeverbot.

Die Rundfunkgebühr soll grundlegend reformiert werden – weg von einer Gerätegebühr hin zu einer Haushaltsabgabe. Künftig soll jeder Haushalt einen einheitlichen Betrag für ARD und ZDF bezahlen, egal wie viele Fernseher, Radios oder Computer vorhanden sind. Das ist der Vorschlag des Verfassungsrechtlers Paul Kirchhof, der ein entsprechendes Gutachten im Auftrag von ARD und ZDF vorgestellt hat. Heute ist die Abgabe von monatlich maximal 17,98 Euro an die Art der Empfangsgeräte gekoppelt.
Mit der Reform sollten ARD und ZDF außerdem auf Werbung und Sponsoring völlig verzichten, forderte Kirchhof. Das würde zur Glaubwürdigkeit der Öffentlichen-Rechtlichen beitragen. Dies ist auch eine Forderung der privaten Rundfunksender ebenso wie zahlreicher Verlage. Über das Gutachten wollen die Ministerpräsidenten der Länder am 9. Juni beraten. Die Umstellung soll Anfang 2013 mit dem neuen Rundfunkstaatsvertrag in Kraft treten. SPD und Union sind sich weitgehend einig und unterstützen eine Haushaltsabgabe.
Die bisherige Abgabe nach Gerätetypen sei durch die technische Entwicklung überholt und biete zu viele Schlupflöcher, sagte der Heidelberger Verfassungsjurist. Die Grenzen zwischen dem klassischen Radio oder Fernseher und neuen mobilen Endgeräten wie Handy, Smartphone oder Computer ließen sich mit dem Vormarsch des Internets nicht mehr aufrechterhalten. Eine Haushaltsabgabe sei auch deswegen gerechtfertigt, weil jeder Mensch mit der Informationsgesellschaft täglich in Berührung komme und damit auch etwa mit den journalistischen Angeboten von ARD und ZDF.
ARD und ZDF erhalten rund 7,3 Milliarden Euro aus den Rundfunkgebühren. Voraussetzung für eine Umstellung der Abgabe sei, dass die Bürger nicht mehr zahlen als bisher, „kein Euro mehr, kein Euro weniger, das ist kein verkapptes Erhöhungsprogramm“, betonte der frühere Bundesverfassungsrichter.




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