02 novembre 2010

EPOXI sfiora Hartley a 23 milioni di km dalla terra



Mancano meno di due giorni all'incontro ravvicinato che avrà luogo il 4 novembre tra la sonda spaziale Deep Impact e la cometa Hartley2, il culmine della missione NASA ribattezza EPOXI. Deep Space era partita nel 2005 per una missione difficilissima: sparare una sonda-proiettile sulla massa della cometa Tempel e studiare gli effetti dell'impatto. Visto il successo di quel primo fantastico obiettivo, la NASA ha dirottato la sua missione verso altri bersagli.
Dopo un primo tentativo nel 2007 con una cometa, Boethin, che si rivelò troppo debole per poter calcolare una traiettoria è stata scelta la cometa Hartley, che avrebbe però richiesto un paio d'anni di viaggio in più. L'itinerario, nel corso del quale la sonda ha condotto una serie di osservazioni dei pianeti esterni, è giunto alla sua conclusione e Deep Impact andrà incontro ad Hartley sfiorandola a soli 700 km di distanza.
Saranno le 13.50 UTC del 4 novembre, quando Deep Space sarà a 23 milioni di chilometri dalla terra. Lo si potrà seguire in diretta su NASA TV e sul canale UStream del Jet Propulsion Lab.
In quel momento l'antenna ad alto guadagno della sonda non sarà rivolta verso la rete di tre antenne del Deep Space Network dislocato tra California, Spagna e Australia, Deep Impact dovrà fare da sola. Questa antenna trasmette su una frequenza di circa 8,4 GHz (X band) e per quanto possa sembrare incredibile è stata ricevuta in questi anni anche dai radioamatori. Originariamente Deep Impact era dotata anche di una antenna per la S-Band intorno ai 2 GHz, utilizzata per le comunicazioni tra la sonda e Impactor, il "proiettile" scagliato verso Tempel. Oggi questo link non è più necessario: Deep si limiterà a osservare Hartley con i suoi strumenti. I canali di comunicazione X-band da e verso terra hanno funzionato a velocità comprese tra i 2 e i 200 kbps. Tutte le comunicazioni tra DSN e Deep Impact sono descritte in questo volume del Deep Space Communications and Navigation Systems Center of Excellence del JPL.
Nel corso della missione sono stati condotti altri esperimenti interessanti, uno di trasmissione in uplink con array di antenne (per ottenere un rendimento superiore a parita di potenze complessive impegnate, documento uno e due) e un altro, molto avanzato, che prevede opportune tecniche e algoritmi di correzione per un tipo di comunicazione "delay/disruption tolerant" cioè in grado di funzionare anche con le lunghe latenze che si riscontrano quando i nodi di una rete di telecomunicazione si trovano a qualche decina di milione di chilometri di distanza. Potete seguire tutte le tappe della missione seguendo questo link. Il sito divulgativo Space Place realizzato dalla NASA propone ai più piccoli (ma scommetto che si divertiranno anche i grandi) un videogame che aiuta a spiegare i fondamentali della comunicazione spaziale. Il concorrente deve orientare le sue antenne paraboliche per scambiare con le sonde spaziali una certa quantità di dati nel corso di successivi passaggi di temporanea visibilità delle sonde stesse.


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