06 aprile 2012

Quel che resta delle Ande

Il mese di aprile è sempre stato molto favorevole alla ricezione delle emittenti sudamericane dell'area andina. Poco sotto l'equatore le giornate si stanno accorciando dopo l'estate australe e il sole tramonta molto rapidamente dissolvendo gli strati bassi della ionosfera. In corrispondenza della linea del terminatore, la gray line, si determinano così condizioni sui 90, 60 e 49 metri, molto favorevoli in corrispondenza del tramonto locale, quando qui è passata la mezzanotte (ora legale). L'unico problema è che queste bande appaiono ormai falcidiate rispetto a 15 o 20 anni fa.
Questa notte nella breve trasferta ligure dei giorni che precedono Pasqua ho effettuato un breve monitoraggio tra i 3.200 e i 6.200 kHz e facendo finta di aver completamente dimenticato i bei vecchi tempi (non una gran fatica nella mia situazione da pre-demenza), potrei anche ritenermi soddisfatto del buon numero di stazioni che è ancora possibile ascoltare da Peru, Bolivia e Brasile su queste frequenze.
Le prime due in particolare hanno goduto di un periodo d'oro verso la metà degli anni 80, quando i radiohobbysti, equipaggiati con apparecchiature che oggi in molti casi verrebbero giudicate rudimentali, scoprirono che i segnali dalla regione andina all'Europa risultavano ricevibili quando le condizioni geomagnetiche risultavano un po' - ma solo leggermente - instabili e in una fascia oraria contrassegnata da una marcata intensificazione proprio nei minuti corrispondenti al passaggio della linea d'ombra, specie quello del tramonto sulle Ande (alla nostra alba i segnali ricevono un analogo boost ma a quel punto non tutte le stazioni sono ancora accese). Per anni fu una autentica corsa alla ricezione dentro e fuori le bande designate per i servizi broadcast, e molte prede, stazioni che utilizzavano impianti acquistati sui mercati del surplus navale o militare, si ascoltavano su frequenze occupate da navi e aerei.
Che cosa è rimasto di quel bendidio? Non molto, ma stazioni come la boliviana Radio Mosoj Chaski, che trasmette in lingue locali su 3.310 kHz



o la vecchia conoscenza di Radio Tarma, dal Peru su 4.775 kHz


svolgono tuttora la loro funzione di faro propagativo. In questo periodo il loro segnale comincia ad arrivare verso le 23:00 UTC, in teoria potrebbero arrivare anche prima.
La cosa interessante è che non sono sole. Ieri notte sono arrivate almeno altre dieci o quindici stazioni e addirittura su 3.355 kHz dovrebbe esserci una nuova radio di Lima, Radio JPJ (acronimo del nome del suo direttore Jesus Parraga Jimenez), segnalata la prima volta lo scorso anno su 3.360 kHz. Il nome della stazione può essere nuovo ma difficilmente l'impianto trasmittente utilizzato lo è, anche in passato era abbastanza consueto vedere i trasmettitori passare di mano in mano, in base alle peripezie finanziarie dei loro prioprietari (allora si vociferava che molte emittenti boliviane erano in realtà gestite direttamente dai narcos e trasmettevano messaggi utili ai piccoli aeroplani che attraversavano i confini per trasportare la merce grezza). Poco più sopra, nei 60 metri, è quasi incredibile ascoltare ancora la voce di Radio Huanta 2000 (Peru), Santa Ana e San Miguel (Bolivia), mentre la più forte delle boliviane rimane Radio Pio XII su 5.952,3 kHz. Sono frequenze ormai occupate da vent'anni e parlano delle Ande profonde, del loro versante interno che digrada nell'immenso bacino amazzonico. San Miguel per esempio trasmette da Riberalta, chilometri a valle rispetto a Madre de Dios di Puerto Maldonado, stazione peruana intitolata allo stesso fiume (ieri arrivava debole anche lei). Oggi in pochi secondi Google Maps ci mostra la cartografia e decine di foto di posti che da giovani riuscivamo a individuare a stento, acquistando i nostri atlanti da editori inglesi o americani.
E' una vera fortuna che gli amici di Mosquito Coast DX, italianissimi, continuino a tenere aggiornate le pagine di un sito che ancora raccoglie le segnalazioni di tutte le stazioni latinoamericane in onde corte, una piccola edicola votiva che può ancora fungere da prezioso punto di riferimento per chi vuole provare a sintonizzarsi, in diretta, approfittando della stagione favorevole su quel che resta delle Ande.

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