23 giugno 2012

Chiavette DVB-T Realtek e Mac, un connubio complesso ma molto produttivo

Con parecchi limiti dovuti alla mia scarsa familiarità con la modalità Terminal di quella particolare variante Unix che è Mac OS X, sto cercando di seguire la questione dell'impiego in ambiente Mac OS X delle chiavette per la ricezione DVB-T basate sul chip Realtex RTL2832. La cosa più semplice da capire è che la chiavetta funziona anche quando la colleghiamo direttamente alla porta USB del Mac. Ci sono ancora parecchi punti oscuri che emergono dai vari tutorial disponibili online, ma molto è dovuto alla mia scarsa preparazione teorica e alla mancanza di pratica. Difficile venire a capo di tutto se non ci si sporca le mani. La parte essenziale di queste istruzioni è stata messa a punto da un radioamatore/programmatore italiano basato a New York, Alain De Carolis K1FM, che se non ho capito male dai profili Linkedin lavora negli USA per Dada Entertainment, società confluita nel gruppo Buongiorno.
Proverò a descrivere qui tutta la catena "SDR for Mac", dalla chiavetta inserita nella porta USB di un MacBook al software di ricezione (HDSDR in questo caso) che lavora su Mac in modalità semi-nativa, senza cioè ricorrere a tool di emulazione Windows. O meglio, senza ricorrere a un emulatore come Virtual Box, che esegue l'ambiente Windows dentro a una macchina virtuale, con conseguente spreco di risorse di calcolo. La parte di "emulazione" vera e propria entra in gioco quando il Mac deve eseguire un client SDR come HDSDR, il clone Windows di Winrad che riesce a girare su Mac/Intel grazie all'ambiente Wine. Quest'ultimo per l'appunto non è un emulatore (l'acronimo significa non a caso Wine Is Not an Emulator), ma un cosiddetto "strato di compatibilità" che inganna le applicazioni Windows consentendo la loro esecuzione su Mac attraverso una intelligente sostituzione delle chiamate alle funzioni di sistema operativo: il programma "crede" di dialogare con Windows e invece sta richiamando le funzioni Mac equivalenti. Tutto sembra molto complicato e di fatto lo è, non stiamo parlando di operazioni che l'utente Mac poco esperto possa affrontare in modo immediato. A giudicare dai filmati YouTube pubblicati da Alain e dagli altri sperimentatori del gruppo Google ultra-cheap-sdr (animato dall'australiano Balint Seeber) la catena funziona in modo piuttosto fluido, anche il software di DSP eseguito da un sistema operativo diverso da quello per cui era stato concepito. Recentemente Alain ha sperimentato la chiavetta con un upconverter per le frequenze HF, riscontrando una qualità addirittura superiore a quella di un ricevitore tradizionale.
Tornando alla catena di cui si diceva prima, i pezzi fondamentali sono costituiti da BorIP e da GNU Radio compilato sotto Mac. La prima componente, BorIP, è un software server in Python messo originariamente a punto per utilizzare su client connesso in rete il frontend SDR USRP, la cui prima versione disponeva di interfaccia USB. Il concetto è insomma molto simile all'uso di programmi SDR come CuteSDR o SdrDX che controllano frontend sdr connessi direttamente via Ethernet o attraverso server software che fungono in pratica da gateway tra USB e Ethernet quando si ha a disposizione un frontend connesso solo attraverso USB. BorIP Server per Mac fa parte di un pacchetto di applicazioni Python 2.x chiamato gr-baz e va installato dopo aver installato sul Mac l'ambiente GNU Radio (previa installazione dei tool di compilazione XCode e dell'ambiente "Linux su Mac" MacPorts). GNU Radio è indispensabile perché BorIP si basa sulle sue routine per estrarre le componenti digitali della banda base radio che verranno date in pasto a HDSDR. Ecco le istruzioni ricavate dai post di Alain su ultra-cheap-sdr:

1) Installare Xcode con le utilities di command line

2) Installare MacPorts

3) Installare GNU Radio con il comando:

sudo port install gnuradio

(installazione automatica ma lunghissima, può richiedere parecchie ore)

4) Scaricare gr-baz da SVN o da git

5) Modificare lo script 'bootstrap' alla riga 28 da:

'libtoolize --automake -c -f'

a:

'glibtoolize --automake -c -f'

6) Compilare e installare gr-baz

7) Copiare i file dalla directory gr-baz/grc/ alla directory ~/.grc_gnuradio/

8) eseguire il seguente comando:

export PYTHONPATH=$PYTHONPATH:/opt/local/lib/python2.6/site-packages:/opt/local/Library/Frameworks/Python.framework/Versions/2.6/lib/python2.6/site-packages/:/usr/local/lib/python2.7/site-packages/

(ricordare l'ultimo step e l'esportazione effettuata per le successive sessioni con Terminal)

Ecco una lista di link per approfondimenti:

Ultra cheap SDR (previa iscrizione ai Google Groups)

Le operazioni di cui sopra dovrebbero essere abbastanza chiare a chi avesse dimestichezza con il Terminal di Unix/Mac OS X e con ambienti come MacPorts e Wine for Darwin/Wine Bottler et similia. Più complicato avere dimestichezza con GNU Radio/GRC (GNU Radio Companion). Sono molto importanti i passi 5) e 8). Libtoolize è una procedura che abilita all'uso delle routine libtool (che a sua volta abilita l'uso di determinate librerie, importanti per il controllo della porta USB) da parte del pacchetto gr-baz. La modifica serve per guidare Mac OS X verso l'uso della versione GNU di libtool, che si chiama appunto glibtool (da quanto capisco sotto Mac libtool non è GNU e questa è una grossa fonte di confusione e di errori di compilazione/esecuzione). Importante anche il passo 8) per la corretta configurazione delle variabili e dei percorsi. Se tutto funziona, dovremmo avere un Mac che riconosce la chiavetta DVB-T previa attivazione di BorIP Server; e il software di demodulazione HDSDR (eseguito sotto Wine) che riceve e demodula i segnali attraverso la chiavetta (il programma client in questo caso si connette al localhost, la macchina su cui stanno girando BorIP e HDSDR, anche se è perfettamente possibile gestire remotamente la chiavetta connessa a un computer tramite l'indirizzo IP di quest'ultimo)
Come ulteriore riferimento, ecco due filmati YT. Il primo realizzato da Seeber (il suo australiano è molto criptico ma riascoltandolo più volte si capisce quel che basta) è riferito all'uso di BorIP e di HDSDR sotto Wine. Il secondo più recente riguarda la prova effettuata da Alain e in questo caso il suo inglese-americano è invidiabile e immediatamente comprensibile.





Visto che BorIP implementa in Python un "flowgraph", cioè una routine impostata con GNU Radio (che in pratica è un ambiente di prototipizzazione) e la sua interfaccia visual GNU Radio Companion, vi suggerisco caldamente di seguire il videocorso che lo stesso Balint Seeber ha realizzato sempre per You Tube. La prima puntata si trova qui:


e le successive si trovano riunite in questa pratica play list.
Ora non mi resta che provare a sporcarmi le mani direttamente, anche se credo di aver bisogno dell'aiuto di qualcuno un po' più ferrato di me. Wine e MacPorts ero riuscito a installarli tempo fa, ma non so quanto siano aggiornati e compatibili con roba esoterica come GNU Radio e gr-baz. Tra l'altro il mio portatile Intel non è di generazione recentissima. L'idea di poter disporre di un ricevitore FM avanzato qui su Mac mi alletta moltissimo e gli strumenti di cui stiamo parlando sono abbastanza prossimi all'idea di SDR nativo su Mac che sto inseguendo da anni. Sul versante Windows/Linux, il grande Christian Diemoz ha recentemente installato GNU Radio e anche da lui attendo nuovi spunti e guide how to.

22 giugno 2012

Bose Wave Music System III, una radio (FM/DAB) per orecchie esigenti

Bose ha aggiunto il DAB/DAB+ alle sorgenti audio usufruibili attraverso la sua personalissima linea di ricevitori e integrati Hi-Fi "Bose Wave Systems", la Wave Radio III e il Wave Music System III (con lettore CD), rispettivamente disponibili al prezzo indicativo di € 499.95 e € 699.95. Un kit di connessione all'iPhone consente di utilizzare lo smartphone Apple come sorgente sonora, accedendo anche alla musica in streaming e ai canali radiofonici di Internet, ma a differenza di altri apparati di questa classe la Wave Radio III non è una Internet radio stand alone.
Ho avuto la possibilità di provare il Wave Music System (analoghe le caratteristiche dello stadio radiofonico) ed ecco una breve recensione che spero possa risultare utile. Tutto, in questo modello di ricevitore da tavolo, inclusa la confezione del dispositivo in una robusta scatola con inserti anti urto in polistirolo, denota un approccio orientato alla massima qualità. Tirata fuori dalla sua scatola, il System sorprende innanzitutto per il suo peso. Non abbiamo a che fare con la tipica apparecchiatura da mass market, Bose si rivolge decisamente a una utenza che privilegia l'affidabilità. Bose è soprattutto famosa per la capacità di progettazione dei suoi sistemi di diffusione. Anche in altri segmenti, riesci sempre a combinare la massima resa sonora, anche in termini di potenza, con dimensioni estremamente contenute. Senza contare l'abilità nello studiare modalità di produzione di un suono che acquista una straordinaria spazialità anche quando il costruttore non ricorre alle tipiche installazioni con sistemi di altoparlante multipli.
Wave Music System III, in questo senso, non è da meno, l'effetto dell'audio stereofonico è decisamente una tacca sopra altri modelli di radio "Hi-Fi" provati recentemente. Persino con la normale FM, il suono è privo di fruscii ed estremamente pieno e convincente, ricco di una dinamica che forse gli stessi broadcaster non sono più abituati a sfruttare, impegnati come sono a comprimere digitalmente lo spettro audio e a schiacciare tutte le sue componenti di volume su livelli eccessivi. All'interno dell'apparecchio, si trovano due guide d'onda a serpentina che plasmano il suono creando un effetto analogo a quello di trasduttori decisamente più voluminosi. La presenza di questi particolari costruttivi giustifica il peso che è decisamente superiore a quello di altri apparecchi di questo tipo. Questa è una radio decisamente seria. Il design è molto particolare, potrebbe non piacere a tutti (è molto funzionale al design interno dei diffusori), ma è quanto mai sobrio e elegante. La radio è disponibile in grigio antracite e in bianco platino.
Non esistono pulsanti di controllo sul Wave System, a parte il sensore a sfioramento per l'accensione e lo stand/by. La sintonia e la scelta di bande/sorgenti (presente un ingresso aux) avviene attraverso il telecomando fornito. I leggibili led verdi visualizzano le informazioni di radiotext del sistema FM/RDS e del DAB. Inoltre sul retro sono integrati i connettori aux, cuffia, due prese d'antenna FM/DAB separate (viene fornito un dipolo filare tagliato per la banda III del DAB con jack mono micro e un adattatore jack/presa d'antenna TV/FM) e una presa per accessori BoseLink come il dock iPhone o l'inerfaccia Bluetooth per la ricezione di streaming wireless da smartphone e altri apparecchi.
Il giudizio finale sul Bose Wave Music System III è molto positivo. Si tratta però di un apparecchio per orecchie esigenti e vale come sempre l'avvertenza di verificare con cura le possibilità di ricezione della radio digitale DAB nell'area del possibile acquirente. Da un altro punto di vista, si potrebbe dire che una maggiore diffusione di dispositivi di questa classe sul mercato costituirebbe un ottimo incentivo a sviluppare e promuovere la radio digitale. Ma bisogna anche sottolineare come il DAB+ rappresenti sì una nuova opzione interessante, che tuttavia nulla toglie al grande potenziale della ricezione FM stereofonica analogica. Con questo apparecchio l'FM ha una resa decisamente superiore a quella del DAB con la vecchia codifica Musicam.

Makey Makey, come ti trasformo un banana in un mouse.

Una schedina formato carta di credito, una interfaccia USB, una porta per una futura connessione con l'immancabile microntrollore universale Arduino, qualche cavetto con prese a coccodrillo per fare contatto ed ecco pronta l'interfaccia utente universale per qualsiasi tipo di computer. Qualunque cosa riesca a condurre elettricità - anche una banana - si trasforma in un pulsante sinistro del mouse, in una barra spaziatrice o nelle quattro frecce di direzione, utilizzabili per controllare qualsiasi programma. Anche i software SDR.



L'invenzione è di due dottorandi del Media Lab, il "Lifelong kindergaten", Jay Silver and Eric Rosenbaum. Il prezzo in pre-ordine è di 40 dollari.

21 giugno 2012

Extream TV, set top box Android in una chiavetta

Visionee continua a stupire. Ieri sera Mauro ci ha fatto vedere una preview del suo nuovo giocattolino, un mediacomputer racchiuso nel classico fattore di forma di una chiavetta USB. Solo che l'interfaccia di Extream TV non è USB: il connettore è un maschio HDMI da inserire direttamente nel televisore HD per trasformarlo (con alimentazione 5V esterna) in un computer Android Ice Cream Sandwich da parete, capace di visualizzare tutte le app del Marketplace e di fungere da centralina di controllo domestica, grazie a protocolli wireless come Bluetooth, Wi-Fi e (credo) ZigBee. Ancora non si conosce il possibile prezzo al pubblico di questa meraviglia (qui con il suo telecomando a tastiera Bluetooth), ma dovrebbe collocarsi tra i 99 e i 149 euro. La piattaforma utilizzata è OMAP di Texas Instruments. Sarebbero anche in arrivo interessanti novità SDR...





18 giugno 2012

Alpine, il DAB+ in auto anche per l'aftermarket


Al crescere del livello di attenzione nei confronti del DAB+ nel mercato dell'autoradio di serie nel "dashboard" delle nuove autovetture, anche il mercato dell'after market si sta attrezzando per rispondere alla prevedibile richiesta di apparecchi in grado di ricevere i segnali digitali. Tra le novità del catalogo Alpine viste in un post di qualche tempo fa, ecco l'annuncio della disponibilità italiana del sintoCD Alpine CDE-136BT, con sintonizzatore DAB integrato, ingresso AUX e connettività Bluetooth per gestire una varietà di sorgenti audio, smartphone compreso. Abbastanza interessante, ma non certo di fascia bassa, il prezzo: 299 euro, nei negozi da fine mese.

CDE-136BT è il Sinto CD di Alpine dotato di sintonizzatore digitale DAB integrato, per ascoltare la radio con un’eccellente qualità audio. CDE-136BT è in grado di commutare automaticamente il segnale DAB, recepito dall’antenna opzionale (KAE-225DA), in segnale RDS, nel caso in cui la zona di passaggio non sia coperta.
Grazie al modulo Bluetooth incorporato è possibile gestire le chiamate e l’accesso alla rubrica dei cellulari associati. Si possono memorizzare fino a 6 numeri preferiti e il display visualizza lo stato di carica della batteria e la ricezione di SMS.
Sempre senza l’ausilio di alcun cavo,è possibile ascoltare la musica memorizzata sul cellulare direttamente via streaming.
L’ingresso frontale AUX consente di connettere con facilità i dispositivi elettronici o i navigatori così da ampliare la molteplicità delle connessioni esterne.
E’ possibile controllare l’iPod e/o iPhone direttamente dalla sorgente utilizzando la comoda funzione Quick Search, per cercare rapidamente i brani preferiti.
A livello estetico è possibile personalizzare il colore del tasto principale della sorgente scegliendo tra 4 colori (verde, blu, rosso e ambra), mentre gli altri tasti del frontalino possono essere impostati per disporre di un’illuminazione verde o rossa.
CDE-136BT sarà disponibile nei migliori negozi di elettronica di consumo a partire da fine giugno. Prezzo consigliato al pubblico: 299 €.

17 giugno 2012

Onde corte (e non solo) inedite: l'analisi professionale dei segnali digitali alla portata degli hobbysti

Uno sguardo inedito e molto specializzato sulla faccia meno visibile del pianeta radio è quello che Andrea Gerolla radioamatore genovese IK1YDE propone da qualche mese ai lettori del suo blog, Segnali e Modulazioni Digitali. In un post di qualche giorno fa Andrea riesce brillantemente a dimostrare come sia diventato possibile - grazie a tool hardware e software di prezzo e livello di apprendimento molto contenuti - analizzare a un livello di dettaglio fino a poco tempo fa impensabile ogni possibile tipologia di modulazione numerica utilizzata oggi nelle radiocomunicazioni broadcast, radioamatoriali e professionali punto-punto.
Anche un segnale complesso come la multiplazione ortogonale del DAB/Eureka 147 e le sue centinaia di sottoportanti, su una larghezza di banda di oltre 1,5 MHz, non necessita più di una strumentazione professionale (sebbene sia molto importante una conoscenza di base non propriamente banale). Nel suo post dedicato alla modulazione OFDM, Andrea (come si può vedere dalle due videate ricavate da S&MD) si serve di un software russo, Signals Analyzer, che avevo citato due o tre anni fa. "SA", fa vedere efficacemente Andrea, dispone di un modulo molto potente per l'esplorazione dei più intimi aspetti di un segnale OFDM le cui singole sottoportanti possono essere modulate, numericamente, in ampiezza e fase. I "versori" complessi che rappresentano queste modulazioni tracciano vere e proprie mappe di "simboli" che custodiscono una certa quantità di informazione binaria. Più densi sono questi simboli, queste mappe, più aumenta la quantità di informazioni veicolate (agendo eventualmente anche sulle leve dei symbol rate e del numero di sottoportanti, cioè della larghezza di banda).
Per modulazioni che occupano una banda così ampia occorre ovviamente servirsi di front end in radio frequenza proporzionati. Credo che IK1YDE si serva di un ricevitore wide band come uno scanner immettendo la media frequenza in un ricevitore SDR capace di campionare una finestra abbastanza larga. Finora questo limitava la scelta dell'apparato giusto al Perseus o a pochi altri, ma immagino che con un po' di maestria oggi si possa mettere anche una chiavetta DVB-T al servizio di questo tipo di analisi. La varietà di modulazioni esplorate in questo modo da Andrea è stupefacente: l'analisi viene svolta con software come il più volte citato SA (per dettagli tecnici su quest'ultimo è stato creato anche un blog a cura degli sviluppatori, l'MSM Group), e SpectraVue. L'eventuale decodifica delle informazioni radiotelegrafiche avviene invece con modem hardware della Wavecom e della Hoka.
Per orientarsi ancora meglio nella giungla dei vari modi digitali sono disponibili su Web "Signals" il celeberrimo catalogo di Leif Dehio (potrebbe risultare complicato accedervi, Leif è molto meticoloso nel controllare gli IP dei suoi visitatori per cui a volte bisogna contattarlo per uno "sblocco") e gli altrettanto ricchi ma più agevoli HFAsia e Digital Modes Samples. Non meno affascinante, per entrare in una realtà radiofonica spesso conosciuta anche agli ascoltatori più agguerriti, è Fascinating Shortwaves, di Fritz Nusser.

10 MHz: nelle onde corte sempre più libere spunta una strana stazione di tempo

Di fronte a un evidente fenomeno di accelerato smantellamento degli impianti trasmissivi dei broadcaster internazionali, le onde corte stanno diventando una specie di "zona temporaneamente autonoma". Le "hobby pirate" del centro e nord Europa ormai trasmettono sui 48 metri e su diverse altre frequenze non-broadcast tutti i giorni della settimana (un tempo si sentivano solo la domenica mattina). In Italia i pirati musicali non attecchiscono ma la voglia di occupare l'etere HF c'è. E mentre i privati che sperimentano l'uso delle onde medie per trasmissioni a carattere locale ricevono la puntuale diffida dagli ispettorati tecnici del ministero dello Sviluppo Economico (quello che ha raccolto il testimone del fu-Ministero delle Comunicazioni), sembra che le autorità competenti non battano ciglio davanti alle richieste di trasmissioni di "segnali di tempo" sulle frequenze tradizionalmente riservate da decenni alle emittenti di tempo e frequenza campione ufficiali. Dopo le tramissioni "revival" della stazione torinese IBF su 5 MHz, riattivata in questi mesi in modo un po' discontinuo dai radiosperimentatori che fanno capo all'Associazione Italiana Radioascolto, in queste ultime ore è spuntata una misteriosa stazione che trasmette sui 10 MHz il segnale orario in codifica SRC, quella utilizzata dalla RAI (a questo indirizzo il circuito e il software di decodifica SRC realizzato da Danilo Consonni e descritto in un articolo di qualche tempo fa su Circuit Cellar)
Da una prima analisi il segnale sembra provenire dalla Versilia, più precisamente dall'entroterra di Viareggio. La stazione trasmette in modulazione di ampiezza con portante inferiore soppressa e occupa il minuto con delle musichetta e l'annuncio dell'orario (il format è cambiato più volte). Viene data anche una sorta di identificazione, addirittura con un "locator geografico", il sistema di coordinate utilizzate dai radioamatori per fornire in modo stringato la loro posizione. Quello fornito, JN53DV, corrisponderebbe in effetti alla località dove opera un radioamatore versiliano, che non voglio identificare qui. In più, nel messaggio identificativo viene precisato un indirizzo Web, quello della associazione Italcable. Sul sito di questa organizzazione - che evidentemente vuole rifarsi alla tradizione della società radiotelegrafica che un tempo si occupava delle comunicazioni telefoniche internazionali dall'Italia - leggiamo che la rediviva Italcable è una "libera associazione senza fini di lucro" autorizzata da una "licenza del Ministero dello Sviluppo Economico" e che tra i suoi servizi c'è anche questo "segnale orario": "E' attiva la stazione radio trasmittente sulla frequenza 10MHz Modulazione d'Ampiezza, 24 ore su 24 il segnale orario Italiano, Locator: JN53DV, è in fase di ottimizzazione e probabilmente lo rimarrà per sempre, l'antenna, il trasmettitore e il sistema di controllo". Altri contenuti, per il momento, non ce ne sono e non si specifica altro sulla natura di questa presunta licenza (peraltro concessa, a quanto si dice, anche ai restauratori del segnale IBF su 5 MHz).
Il video che allego è stato realizzato nell'estremo levante ligure e molto probabilmente riguarda la ricezione dell'onda di terra dell'impianto (se davvero questo è localizzato in Versilia). Qui a Milano non sento nulla, ma sembra che nel centro Europa la nuova stazione di tempo copra il segnale della stazione cinese BPM. La radicale differenza è che mentre Italcable chiaramente non utilizza una time reference ad alta precisione e la sua portante non si trova esattamente su 10 MHz, la stazione BPM è a tutti gli effetti un campione "di laboratorio" in entrambi i domini. Che senso ha un'operazione di questo tipo, al di là della nostalgia per un medium sempre meno preponderante (ricordo che oltre a IBF in Italia operava anche la stazione di tempo romana IAM e tutte e due sono state chiuse diversi anni fa)? Sul piano tecnico non c'è nessuna motivazione reale, oggi grazie al GPS possiamo avere sorgenti di radiofrequenza e tempo decisamente più precise. L'uso di frequenze non-radioamatoriali e non broadcast colloca questi esperimenti a metà strada tra hobby e revival, il tutto favorito da una sorta di vacatio legis risultante dalla perdita di interesse nei confronti di questa porzione dello spettro RF. E' un peccato che in tale vuoto normativo nessuno cerchi di mettere in piedi iniziative radiodiffusive di stampo più informativo, culturale, sociale. Gli attuali giochi nell'etere attraggono un numero molto ristretto di appassionati e quando subentrerà la noia rischiano di non lasciare molte tracce.

13 giugno 2012

Onde corte: non c'è più religione. Eutanasia per le antenne di Radio Vaticana

A stupire è anche la rapidità nell'esecuzione dei piani di smantellamento. Quando ieri le agenzie hanno battuto la notizia, la cerchia degli addetti ai lavori, l'ormai sparuto popolo delle onde corte, ha capito forse in via definitiva che questo straordinario mezzo di comunicazione, durato per una ottantina d'anni, è proprio arrivato alla fine del suo percorso e che resta davvero poco tempo per elaborare il lutto. Nel caso della Radio Vaticana e delle sue trasmissioni in onde medie e corte per l'Europa e le Americhe - perché è della "radio del Papa" che stiamo parlando - c'è tempo solo fino al primo di luglio. A partire da quella data resteranno in piedi solo le trasmissioni verso aree in cui la ricezione via Internet e la ritrasmissione dei programmi attraverso le emittenti locali in FM sono meno garantite. Ma Radio Vaticana anticipa che in futuro le onde corte verranno progressivamente eliminate anche per quei target un po' più delicati degli altri. Del resto, gli impianti di Santa Maria Galeria hanno già fatto discutere nel recente passato, per la presunta pericolosità dei campi elettromagnetici sancita da una celebre sentenza.
La breve fase di transizione verso una multimedialità che non include le onde corte, neppure quelle digitali (dovrebbero cessare anche i test in DRM su 1611 kHz), viene spiegata dalla stessa emittente in un articolo del 12 giugno:

Perciò dal prossimo 1° luglio verranno terminate dal Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria tutte le trasmissioni in Onde Medie e quelle in Onde Corte verso la maggior parte dell’Europa e delle Americhe, che sono appunto le regioni del mondo in cui la copertura da parte delle ritrasmissioni radio e l’accesso tramite Internet sono ormai le vie di gran lunga preponderanti per fruire dei servizi della Radio Vaticana.
La riduzione attuale interessa circa la metà dei tempi di trasmissione dal Centro Trasmittente, dove si avvia lo studio per la ristrutturazione del Centro stesso in funzione delle nuove tecnologie di comunicazione. Nel corso dei prossimi anni si prevedono ulteriori riduzioni delle trasmissioni in Onde Corte, tenendo però sempre presente il dovere di servire con particolare attenzione quelle aree e popolazioni più povere o in situazioni di difficoltà (in particolare in Africa, nel Medio Oriente o in Asia), che non hanno altre vie alternative per ricevere capillarmente la voce del Papa e della Chiesa.
Dai prossimi giorni, i programmi radiofonici nelle diverse lingue informeranno i loro ascoltatori della nuova situazione, dando anche suggerimenti e indicazioni appropriate perché i tradizionali radioascoltatori in Onde Corte o Medie possano ricorrere alle vie alternative disponibili per fruire dei servizi della Radio Vaticana.
Le trasmissioni internazionali in Onde Corte e Medie della Radio Vaticana hanno svolto un servizio di valore incalcolabile nella storia della Chiesa - soprattutto in Europa - nel corso del Secolo XX, a sostegno delle popolazioni oppresse dalla guerra e dai totalitarismi. Mentre questo tipo di servizio si avvia al tramonto per lasciare il passo alle nuove tecnologie di comunicazione, sentiamo di dover esprimere viva gratitudine a chi vi ha dedicato con intelligenza e grande generosità le sue forze e il suo cuore per il bene di innumerevoli persone.

A testimonianza di 80 anni di storia, celebrati proprio lo scorso anno, rimarranno i due volumi curati per la Libreria Editrice Vaticana da Fernando Bea (fino al 1981) e da Alessandro De Carolis, intervistato qui: "Ottant'anni della radio del Papa". I prossimi ottanta non prevedono, purtroppo, l'uso delle onde corte. Il latino di quel "Laudetur Jesus Christus" con cui iniziavano le trasmissioni suonerà ancora più anacronistico sulle piattaforme digitali, ma almeno lui resiste.

12 giugno 2012

Dati RDS, un piccolo "tester" portatile visualizza lo stream dettagliato

Uno dei "2012 Pick" i premi annuali che Radio Magazine assegna alle tecnologie radiofoniche per alta o bassa frequenza è andato a Proteus-1 un simpatico analizzatore portatile di segnali RDS. Sviluppato da Dan Stofer (che lo presenta in questo video), Proteus è un ricevitore FM tascabile, in grado di fornire una dettagliata fotografia del bit stream veicolato attraverso la sottoportante del sistema RDS e verificarne l'integrità. Ho il sospetto che il dispositivo utilizzi uno dei System on Chip di SiLabs con decoder RDS integrato e in questo caso potrebbe anche comportarsi discretamente come ricevitore da campo su segnali molto deboli. Cercherò di approfondire i dettagli sull'eventuale disponibilità di questo strumento anche in Europa.

10 giugno 2012

glSDR, un client Android per l'SDR server based. HiQSDR e Quisk, telegrafia SDR

Non sono in grado di fare prove immediate perché il mio smartphone Android è in disuso da tempo e non credo di poterlo attivare senza effettuare delle ricariche, ma in questi giorni è stato rilasciato un nuovo client Android per la ricezione SDR mobile di postazioni d'ascolto remote. Il client, gratuito, si chiama glSDR e può essere prelevato da questa pagina di Google Play. A parte un paio di scarne videate non ci sono molti dettagli di questo front end software, ma a quanto mi è sembrato di capire il suo funzionamento è legato all'hardware di ricezione messo in rete attraverso la famiglia di soluzioni server dspserver/QtRadio del progetto openHPSDR "Ghpsdr3-alex" di Alex Lee (a sua volta basato sul lavoro di John Melton G0ORX/N6LYT, il quale tra parentesi sta sperimentando dspserver sul computer-su-schedina Raspberry PI) . Quest'ultima è una famiglia di software server side compatibile con una serie di ricevitori hardware SDR, una lista già piuttosto lunga e zeppa di nomi affermati: HPSDR, Softrock, UHFSDR, Microtelecom Perseus, SDR-iq, HiQSDR, Ettus Research USRP e, last but not least, le mitiche chiavette "rtl-sdr DVB-T dongle". Mi rendo conto che tutte queste liste possono fare venire il malditesta e forse è proprio questa complessità il motivo per cui l'elenco di ricevitori SDR compatibili QtRadio (il link riporta alla versione Windows di QtRadio) e quindi con questo client Android è piuttosto ristretto. Ma l'esistenza di soluzioni come glSDR potrebbe contribuire ad allargare il campo di chi è disposto a studiarsi la documentazione necessaria a mettere in rete i loro apparecchi radio software defined.
Voglio ancora una volta sottolineare che glSDR *non* è un software di demodulazione, è al contrario un semplice client che permette di controllare a distanza un SDR vero e di mettere in perfetta sincronia lo spettro visualizzato e l'audio del segnale demodulato. Resta però una soluzione molto interessante per l'ascolto della radio in mobilità. glSDR è la versione openGL di un altro client sviluppato in ambito Ghpsdr3/dspserver/QTRadio, chiamato invece AHPSDR.
I più acuti di voi avranno notato, tra le tante, una sigla un po' strana, HiQSDR, tra i nomi delle soluzioni hardware che si possono mettere in rete in ambiente dspserver (e che quindi sono controllabili in remoto attraverso un client come glSDR). HiQSDR è un transceiver a campionamento diretto basato con algoritmi di downconversion implementati su FPGA progettato dal radioamatore tedesco Helmut Goebkes DB1CC, il quale ha lavorato sul progetto che un altro radioamatore, l'americano James Ahlstrom N2ADR ha presentato nel 2011 sulla rivista QEX. Il framework messo a punto (se ne può discutere sul gruppo di discussione Yahoo "N2ADR-sdr") è piuttosto interessante perché intorno al suo progetto - ripreso Goebkes come HiQSDR - Ahlstrom ha sviluppato un software di demodulazione/modulazione, Quisk, pensato in funzione dell'esigenza radioamatoriale di ricevere e trasmettere con hardware SDR anche in modalità CW (telegrafia Morse). Quisk è stato sviluppato in linguaggi Python e C e il suo nome si riferisce al codice amatoriale QSK, in pratica l'espressione utilizzata dal radioamatore che si inserisce in un dialogo telegrafico. In altre parole, Quisk è un software SDR a latenza molto bassa per la ricetrasmissione in CW. Il software è attualmente disponibile per Linux e Windows e ulteriori dettagli si possono consultare sulla pagina di Ahsltrom (cliccare a sinistra alla voce Quisk)

Arduino e altre radio e SDR "senza pc"

Giancarlo Polo ha riportato sul gruppo FB "Radioascolto interattivo" (un salotto virtuale che sta riunendo alcuni dei più attivi radioascoltatori "DXer" italiani) il link al sito del radioamatore franco canadese Alain Boudreault VE2CUY dove trovate un interessante progetto basato su Arduino, il controller programmabile "open hardware" nato in Italia. Il progetto risale al 2009 ma interesserà certamente gli sperimentatori che si sforzano di sviluppare soluzioni software defined radio indipendenti dal PC. Alain utilizza Arduino per controllare il ricevitore Icom PCR1500, uno scanner wide-band (con onde corte) di tipo "black box" controllabile dal personal computer. Non è una radio SDR, il PCR è piuttosto un ricevitore analogico interfacciato, ma le potenzialità di questi microcontrollori stanno crescendo e quindi possiamo aspettarci molte novità in futuro.


Nello stesso filone si inserisce a buon diritto un kit progettato negli Stati Uniti dai radioamatori che fanno riferimento al club Austin QRP (QRP è la sigla radioamatoriale che definisce un contatto radio stabilito con trasmettitori a bassisima potenza, meno di 5 Watt). SDR2GO è un transceiver per bande radioamatoriali ad architettura QSD. Il microcontrollore utilizzato per assicurare l'indipendenza dal PC è se non sbaglio un dsPIC della Microchip. Informazioni sul kit si trovano all'indirizzo che ho appena linkato, quello realizzato da John Fisher K5JHF e da Kees Talen K5BCQ, mentre il gruppo "AQRP" si trova su Yahoo. A quest'altro indirizzo trovate un dettagliato PDF con le "builder's notes" di SDR2GO.
Completiamo la serie dei ricevitori o ricetrasmettitori "pc-less" con la semi-notizia - anche in questo caso non è propriamente una novità freschissima - di un prodotto finlandese ragionevolemente recente. Il dispositivo si chiama JUMA TRX2 ed è in buona sostanza una variante dell'ormai classico modello "DDS" con sintesi di frequenza e demodulazione near-zero IF. E' stato progettato dai finlandesi Juha Niinikoski OH2NLT e Matti Hohtola OH7SV e viene commercializzato in kit per autocostruzione e in versione per due bande amatoriali (80 e 40 metri) o a copertura "all band" in SSB e CW. Il brand JUMA propone tanti altri kit di ricevitori, ricetrasmettitori e lineari.


Chiavette DVB-T, un tutorial in lingua italiana e un forum zeppo di informazioni

Qualche giorno di "vacatio postae" mi sono costati un lungo arretrato di segnalazioni che riguardano gli aspetti hobbystici della radiofonia, incredibilmente vivaci nonostante l'epoca sempre meno propizia a un medium antico solo in apparenza.
Partiamo con uno dei temi caldi del momento, la sperimentazione sulle chiavette USB destinate alla ricezione dei segnali del digitale televisivo terrestre sui personal computer. Mi sembra doveroso riportare qui una pagina-tutorial realizzata dal radioamatore italiano Ivo Brugnera I6IBE, con numerosi consigli sulla corretta installazione dei driver per sistema operativo Windows che permettono di usare le chiavette DVB-T come front end SDR a bassissimo costo. Ivo ha messo insieme una quantità di trucchi che permettono di ovviare ai problemi di sintonia che spesso si verificano quando i driver determinano qualche incompatibilità di sistema. I trucchi lasciano intuire una attena lettura di uno dei gruppi di discussione di riferimento per i maghetti dell'SDR "dei poveri". Il forum si chiama Ultra-cheap-sdr.
Il gruppo è strapieno di informazioni, ho trovato persino questo filmato YT in cui Balint Seeber dimostra l'uso di una chiavetta controllata dal software HDSDR in emulazione Wine su MacOS X (dove è implementato anche GNURadio). Wow!

07 giugno 2012

DigiRadio, l'outsider pronto al rilancio?

E' stata resa disponibile sul sito Radio.it di Roberto Borri la versione 1.3 di DigiRadio, un software open source tutto italiano per la demodulazione "software defined" che personalmente non ho mai provato ma che indulgeva - a quanto riferitomi da alcuni miei corrispondenti - in diversi peccati di gioventù quanto a instabilità, crash inattesi e cattiva gestione delle risorse.
Adesso sembra che questa terza iterazione sia molto più stabile e anche parecchio efficace nella demodulazione dell'FM stereo (e decodifica RDS). Le due videate che vedete sono state "scattate" su un notebook neanche troppo carrozzato connesso a un Elad FDM-S1 e le .dll EXTIO in versione beta fornite da Elad, quelle a larghezza di banda variabile. DigiRadio consuma ancora parecchie risorse e quelle che seguono sono prove svolte con una finestra di banda di 192 kHz (ma si può arrivare fino ai 384, mentre senza una macchina di una certa potenza è meglio evitare porzioni di spettro più estese, fino ai 1536 Ksps possibili in pratica con le nuove .dll). Provatelo e sappiatemi dire.





05 giugno 2012

SudSDR2, dopo lo ZeSunSDR2, un nuovo ricetrasmettitore "ham" a campionamento diretto russo

Dopo il ricevitore russo-israeliano AfedriSDR, arriva direttamente dalla Russia - affiancandosi al progetto "Zeus" Zs1 - il ricetrasmettitore amatoriale SunSDR2, della Expert Electronics. Il 2 si riferisce alla seconda generazione di un ricetrans di tipo QSD e questa nuova generazione si basa su un circuito più avanzato a campionamento diretto. Il ricetrasmettitore ha un costo di lancio di circa 1.800 dollari e a quanto sembra le sue caratteristiche lo rendono molto appetibile per un radioamatore. Anche per chi si accontenta di ricevere, però, ce n'è più che abbastanza (non dimentichiamo che in Italia per possedere un ricetrasmettitore occorre la licenza). La FPGA della conversione diretta del SunSDR2, per esempio, implementa due canali di ricezione separati:

La copertura di frequenza sarebbe compresa tra 1 e 64 MHz e tra 95 e 148 Mhz. La descrizione dettagliata, per il momento, è solo in russo, ma la traduzione di Google è piuttosto efficace. I costruttori promettono di rendere disponibile anche la documentazione in inglese. Ancora una volta si conferma la validità della lunga tradizione del software russo non si esaurirà, è probabile che continueremo a vedere realizzazioni sempre più interessanti.

04 giugno 2012

jSDR, ricevitore FM e visualizzatore di spettro per chiavette RTL-SDR (sotto Linux)

C'è un aggiornamento al software per Linux (ma ricompilabile per Windows e, forse, chissà, per Mac) jSDR, che l'olandese Jan van Katwijk ha reso disponibile qualche tempo fa per rendere possibile, tra l'altro, la decodifica di segnali in FM con front end SDR di tipo QSD, come il PMSdr. La nuova release, 3.04, si apre per la prima volta anche alle diaboliche chiavette DVB-T ultraeconomiche e a quanto mi comunica il solito amico che la sa lunga, funziona incredibilmente bene.
Il pacchetto contiene tre diversi programmi: un ricevitore HF, il ricevitore FM e un semplice visualizzatore di spettro pensato appositamente per le chiavette. Tutti i software sono testati sotto Fedora e Ubunto ma l'esecuzione dovrebbe essere possibile anche in ambienti Windows su cui girino le seguenti librerie: MINGW, Qt, Qwt and libusb-1.0 (commenti sulla possibilità di ricompilare sotto Mac sono ben accetti). La descrizione sintetica che segue aiuta a farsi un'idea delle possibilità di questo software, ma Jan ha preparato un dettagliato manualetto che si può prelevare qui. Per scaricare il tarball con il codice, invece, bisogna essere iscritti al gruppo Yahoo "soft_radio".

The package contains three programs, a simple spectrum viewer for use with the rtl2832u based dongles, a fairly complete sw receiver and an am/fm receiver running without problems under Ubuntu and Fedora, and - for the advanced user who has MINGW, Qt, Qwt and libusb-1.0 running under Windows - under Windows.
The programs contain quite some improvements since the march 5 version, the most important one being that all three programs now support the DAB sticks with the rtl2832u as sdr device. DAB sticks provide 8 bit I and Q data with a data-rate of up to 3.2 M. While the spectrum viewer provides a view on a user selectable spectrum of up to 3 MHz, and therefore needs the full bandwidth, the FM receiver supports strong filtering of the incoming data to a data rate usable for WFM. Although the I and Q sample are only 8 bits, it turns out to be quite possible to receive WFM in stereo mode with decoding of (some of the) RDS signals. Just to give an idea of what turns out to be possible with a 26Euro DAB stick, I attach a recent screenshot of the FM receiver, while listening to a (dutch) station.
So, the sw receiver supports the elektor card (2007), the pmsdr (basic version but up to 165MHz) and the DAB stick with a predefined rate of 2880000 (filtered and decimated to either 96 or 192K) The fm receiver supports the pmsdr (basic version but up to 165 MHz) and the DAB stick. Selection can be made of the decoding bandwidth and DAB sample rate. A pretty strong filter is used to select an appropriate subband of what is coming out of the DAB stick. Some of the command line parameters will set the samplerate used in decoding and the samplerate used by the DAB stick.
The spectrum viewer supports the DAB stick. A command line parameter can be used to specify the rate of the incoming samples and the width of the spectrum. The package contains some scripts that are helpful in establishing the right environment (i.e. loading the libraries and development packages needed) in a directory "installation". The package contains a general description of the programs, including sections how to set frequencies, and about some important command line parameters in the directory "docs".

RadioMonitor, tornano le misurazioni dell'ascolto radiofonico. RTL102.5 prima, ma la Rai contesta la metodologia

Di ritorno dalla conferenza stampa di presentazione dei primi dati della ricerca RadioMonitor, voluta da GFK Eurisko. Si tratta del primo rilevamento su larga scala dalla liquidazione di Audiradio, in pratica dopo uno iato di quasi tre anni in cui non sono stati disponibili dati di ascolto del mezzo radiofonico. RadioMonitor vede la partecipazione di 17 network nazionali e 297 emittenti locali/regionali, con una avvertenza: Radio Rai partecipa attraverso l'iscrizione della sua concessionaria Sipra al ruolo di committente. Per la prima volta è stato utilizzato in Italia uno strumento di rilevamento elettronico, il meter digitale passivo (tecnologia sound-matching) messo a punto da Gfk-Eurisko per le sue analisi dei mezzi multimediali. I dati pubblicati oggi si riferiscono all'ultima "wave" disponibile di rilevamenti effettuati con un campione di 10.000 meter (informazioni integrate da un questionario elettronico) su un periodo continuativo di 28 giorni. A questi rilevamenti GFK Eurisko aggiunge le interviste telefoniche (CATI) a un campione di 60.000 persone.
Nei prossimi mesi sono previsti altri rilasci: ottobre 2012 (90.000 interviste CATI più altri 10.000 del panel "meter") e marzo 2013 (120.000 interviste più altri 10.000 panel "meter").
Tutti si affrettano a dire che il confronto con Audiradio non è possibile, proprio per la presenza di tecniche di rilevamento miste, ma la posizione di Radio Rai si differenzia sia sul piano delle cifre, sia su quello della critica metodologica. Rispetto al passato, infatti, per l'emittenza pubblica è un traumatico ridimensionamento. L'ammiraglia Radio 1 passa al quinto posto con più di due milioni di ascoltatori in meno, nel giorno medio, rispetto alla capolista RTL 102.5. Radio 2 settima, Radio 3 terz'ultima (superata di poco anche da Radio Maria). Le cose non migliorano nel rilevamento sui 7 giorni medi, dove RTL conferma il suo primato seguita a una certa distanza da Radio Dimensione Suono e Radio Rai perde qualche colpo: se Radio 1 mantiene la quinta posizione, Radio 2 scende all'ottavo posto e Radio 3 diventa penultima. Nell'insieme, i tre canali radiofonici nazionali Rai superano i 9 milioni di ascoltatori nel giorno medio. Più di un quarto dei 34,2 milioni di ascoltatori, ma forse c'era da aspettarsi di più dal broadcaster pubblico.
La discussione, accesa, sui dati è iniziata già nei corridoi di GFK Eurisko. Ho ascoltato Michele Gulinucci della programmazione di Radio Rai esprimere tutte le perplessità dell'emittente, che del resto aveva scelto di non farsi coinvolgere direttamente nella ricerca (i dati Rai, lo ricordo, compaiono a beneficio del "cliente" di GFK Eurisko Sipra). «La Rai avrebbe voluto puntare molto di più sull'uso di un sistema di rilevamento elettronico passivo,» ha detto Gulinucci ribadendo che il confronto con le indagini precedenti è inutile. «Il punto di passaggio rispetto al passato si deve discutere, ma non partendo dalla gamba del CATI. Se è vero che pubblicitariamente la radio è un mezzo trascurato, mi chiedo se vogliamo davvero perpetuare tale depauperamento, lasciando in piedi le vecchie interviste telefoniche.» GFK Eurisko ha difeso quella che ha definito più "una iniziativa imprenditoriale che una ricerca", sostenendo che in quanto tale l'indagine ha avuto pieno successo. Le indagini CATI erano indispensabili per assicurare una certa continuità con il passato e per evitare risultati che, con il solo meter, sarebbero apparse davvero "rivoluzionari". Peraltro, sottolineano i responsabili di Radio Monitor, il valore aggiunto di questa ricerca sta anche nella possibilità di incrocio tra dati di audience e dati qualitativi molto precisi sulla demografia dell'utenza radiofonica. Informazioni che possono essere preziose sia per chi voglia fare pubblicità a prodotti rivolti a fasce specifiche della popolazione, sia per gli editori che vogliano tarare meglio la loro programmazione. Dal mondo dei network privati arriva la dichiarazione di Eduardo Montefusco, presidente di RDS ma anche di RNA, Radio Nazionali Associate, che si è complimentato con RTL e si dice molto soddisfatto per la seconda posizione del suo gruppo nei 7 giorni (nel giorno medio RDS è quarta). «I dati sugli ascolti fotografano una tendenza alla nuove "democratizazione" della radio guidata dall'evoluzione tecnologica e multimediale degli strumenti di ascolto, come strumento accessibile a tutti, di rifugio, evasione e apprendimento leggero.»
A questo punto, il futuro di Radio Monitor dipenderà dalla partecipazione alla prossima campagna di rilevamento che avrà inizio in autunno, ma anche da quello che verrà deciso in sede Agcom (che dovrà fare probabilmente i conti con altri sistemi di rilevamento concorrenti). A fronte della chiusura di Audiradio, il regolatore aveva prescritto al mercato radiofonico di dotarsi di un nuovo sistema di rilevamento concordato, avvertendo che senza questa ripartenza Agcom stessa avrebbe provveduto a colmare il vuoto. Sullo sfondo, aggiungo io, rimane il tema, non affrontato in questa sede (ma per me è un errore) dell'evoluzione digitale della radio come piattaforma, ibrida, di distribuzione e creazione dei contenuti. Vero è che RadioMonitor si occupa anche dei dispositivi utilizzati per l'ascolto e che per i nuovi media come il cellulare e Internet viene certificato un ruolo ancora marginale. Ma sotto un punto di vista più ampio, quello che RadioMonitor misura è solo un aspetto di una realtà che è già diventata molto più articolata.

03 giugno 2012

Brainsway, onde elettromagnetiche per curare la depressione

Non tutte le radiazioni elettromagnetiche vengono evidententemente per nuocere. Ma se la notizia - pubblicata su Spectrum, la rivista dell'autorevolissima IEEE, la società degli ingegneri americani - dovesse diffondersi oltre l'ambito clinico per cui la tecnologia TMS, o Transcranial Magnetic Stimulation, è stata progettata, i cospirazionisti ci andranno a nozze. Si avverebbe la minaccia del controllo del cervello sotto l'azione di un'onda, come vaneggiava, a Milano trenta e più anni fa, il profeta di strada conosciuto come "C. T." Una società israeliana, Braisnway, avrebbe chiesto alla FDA americana l'autorizzazione alla messa in commercio di un nuovo dispositivo elettromagnetico per la cura non invasiva (e non farmacologica) della depressione. Si tratta in sostanza di un caschetto che incorpora gli avvolgimenti di alcuni elettromagneti. La corrente che passa attraverso le bobine induce un forte campo magnetico che a sua volta induce una corrente nei "circuiti" neuronali profondi. La IEEE spiega che la TMS "profonda" è analoga ma non completamente simile alla TMS ripetiva, un'altra forma di trattamento elettromagnetico delle malattie nervose i cui elettromagneti riescono a indurre correnti su strati molto superficiali.
Brainsway ha trovato il modo di contrastare l'attenuazione dei campi indotti nella materia neuronale. Leggiamo la spiegazione fornita dall'azienda israeliana: «the pulses are administered by passing high currents through an electromagnetic coil placed adjacent to a patient's scalp. The pulses induce an electric field in the underlying brain tissue. When the induced field is above a certain threshold, and is directed in an appropriate orientation relative the brain's neuronal pathways, localized axonal depolarizations are produced, thus activating the neurons in the relevant brain structure». La cosa sembra avere un senso. Nel giusto orientamento, il campo magnetico induce una corrente che agisce sul bilancio elettrochimico degli assoni, i "reofori" degli impulsi neuronali. Grazie alla depolarizzazione del canale di trasporto degli impulsi di attivazione delle cellule nervose, la TMS profonda riuscirebbe a risvegliere i percorsi neuronali compromessi dalla depressione.
Non saremmo di fronte a un rimedio fasullo, a dei dulcamara dei nervi. Le prove cliniche già condotte sulla TMS profonda parlano di risultati oggettivi, misurabili attraverso la scala di valutazione di Hamilton, un test che misura l'impatto della depressione attraverso una serie di domande multiple choice. I pazienti depressi trattati con le onde elettromagnetiche mostrano marcati segni di miglioramento. Se la FDA autorizzasse il caschetto Brainsway, sarebbe il quarto dispositivo "non invasivo" autorizzato dal 2005 a oggi. Rispetto all'elettroshock sembra comunque un bel progresso.

02 giugno 2012

Navdat, il Navtex 2.0: un simil-DRM per gli avvisi ai naviganti su 500 kHz


Ho cercato un po' di documentazione che approfondisse la notizia - apparsa oggi in un gruppo di discussione - sulla possibile introduzione di un nuovo sistema di comunicazione marittima per affiancare o sostituire il Navtex, una forma di radiotelegrafia FSK a banda stretta (170 Hz) utilizzato sulla frequenza condivisa di 518 kHz per la trasmissione di bollettini meteo e avvisi alla navigazione. Il sistema, Navdat, utilizza una modulazione OFDM 16/64 QAM simile al DRM Digital Radio Mondiale, ed è stata discussa qualche mese fa a Londra nel quadro di una conferenza IMO, l'organo di regolamentazione marittima dell'ONU, sulla possibile evoluzione del Global, maritime distress and safety system for communication (GMDSS). In questo documento riassuntivo del COMSAR, il sottocomitato IMO per le radiocomunicazione di soccorso e ricerca in mare, spiega che il Navdat ha una capacità di trasporto di 18 kilobit al secondo contro i soli 50 bit al secondo del Navtex. La modulazione si basa sulla raccomandazione ITU M.[500] e potrebbe entrare in funzione nella banda dei 500 kHz ormai lasciata libera dalle chiamate di soccorso in telegrafia Morse. Ignoro se sia già stato definito un calendario di introduzione del sistema, considerando che il Navdat rientra nel più ampio contesto della modernizzazione del GMDSS.

Elad FDM-S1, pronta la beta 3.0 del software di demodulazione

Elad, azienda italiana produttrice del nuovo ricevitore SDR a campionamento diretto FDM-S1, ha rilasciato in versione beta la terza edizione del suo software di controllo e demodulazione, l'SW-1 3.0. Ora lo spettro esplorabile si estende fino ai 1.536 Ksps e la finestra della GUI è ridimensionabile. Il nostro esperto romano ha già fatto le prime prove con un notebook dual-core in banda FM e la prima impressione è molto positiva. Ho ricevuto una serie di videate che illustrano bene la problematica dell'ascolto dell'FM in una area urbana ad alta densità. Qui la frequenza di 100.2 di Radio Radicale disturba, malgrado la sua distanza dal centro, i 100.3 di RAI Auditorium. SW1 è centrato su 100.2 con una larghezza di banda di 100 kHz. Ancora il software non implementa la decodifica RDS e la ricezione è avvenuta non in modalità undersampling ma con un convertitore FM->HF. L'esperto giustamente si chiede quanto tempo passerà prima di avere una FDM con acquisizione interna alla zona di Nyquist fino a 108 MHz e con un software abilitato all'RDS. All'attuale ritmo di evoluzione dei front end a campionamento diretto probabilmente ci vorrà poco, anche se i convertitori A/D, gli ADC, continuano a essere un anello debole nella catena di progettazione e implementazione.

Nell'ultimo messaggio radio della Earhart la soluzione del mistero dell'aviatrice scomparsa?

Sono trascorsi quasi settantacinque anni da quel 2 di luglio del 1937 in cui il bimotore Lockheed con a bordo Amelia Earhart e Fred Noonan decollarono da Lae, in Nuova Guinea, alla volta di Howland Island, una stretta buccia di terra in mezzo al Pacifico. Lei è la versione al femminile di Charles Lindbergh, il mitico trasvolatore dell'Atlantico. Anche Amelia, una delle prime americane a conseguire il brevetto di volo, aveva compiuto analoghe imprese e partendo da Lae si apprestava a compiere l'ultima tappa, la più rischiosa, del suo giro del mondo lungo la linea dell'Equatore, una rotta di 46 mila chilometri, un record assoluto per qualsiasi pilota. A Howland in attesa una unità della Guardia Costiera, la "Itasca". Senza GPS, fare il punto in pieno oceano non è semplice e proprio per questo accanto ad Amelia c'è Fred, nel ruolo di pilota navigatore. Sul Lockheed "Electra" (che coincidenza) dovrebbero essere installate apparecchiature di radionavigazione e apposite antenne. Il condizionale è d'obbligo perché i documenti dell'epoca non lo dicono con certezza e non dicono neppure se le antenne siano regolarmente in funzione, o se i due aviatori siano capaci di usare strumenti allora d'avanguardia.
Per i contatti radio la Earhart utilizza due frequenze da poco assegnate al traffico aereo dalla FCC, i 3105 nell'oscurità e i 6210 kHz nelle ore diurne. Il suo nominativo è KHAQQ. Fino alle 8 del mattino di Howland (l'aereo era partito a mezzanotte) la Itasca riceve le trasmissioni di KHAQQ in fonia, il segnale è sempre più consistente, segno che il velivolo è in avvicinamento. Poi alle 8 e 43 l'ultimo segnale identificato: "siamo lungo direttiva 157-337", un dato compatibile con un punto calcolato per un aereo che in quel momento sta incrociando l'isola. Ma l'aereo non si vede e dopo un po' i contatti radio si perdono. O meglio, proseguono senza più la certezza che il trasmettitore sia quello dell'Electra. Le ricerche scattano immediatamente, proseguono per quasi tre settimane, ma alla fine gli operatori del Search&Rescue si devono arrendere, la probabilità che Amelia e Fred si siano inabissati nel Pacifico è troppo elevata. La morte in absentia viene certificata due anni dopo, con cinque anni di anticipo sui tempi previsti dal tribunale, perché i parenti dovevano gestire il patrimonio rimasto, anche per pagare le spese delle missioni di soccorso.
Ma è davvero finita così la vita spericolata della leggendaria aviatrice? Il gruppo TIGHAR, The International Group for Historic Aircraft Recovery, che in questo weekend a Washington ha organizzato una conferenza per presentare e raccogliere gli ultimi fondi necessari per la sua prossima spedizione in pieno oceano, è convinto che il piccolo equipaggio dell'Electra sia riuscito ad atterrare su un'altra isola, da dove per circa due settimane fu possibile trasmettere dei radiomessaggi di soccorso. La morte sopraggiunse solo in seguito e i responsabili del TIGHAR sono convinti di poter ritrovare i resti di Amelia e del suo aereo nelle acque intorno all'atollo chiamato Nikumaroro (Gardner Island) vicino a Kiribati. Tra un mese partirà NikuVII, la settima spedizione di una squadra di ricercatori che afferma di aver già individuato in precedenza i segni di un possibile atterraggio di fortuna in quella stessa area. La zona è stata individuata, afferma il TIGHAR, attraverso una accurata analisi dei messaggi radio che dopo quel fatidico 2 luglio sono stati riportati da diverse fonti, dalla Guardia Costiera ai radioamatori dell'epoca. Molte di quelle ricezioni sono dubbie, ma una manciata di messaggi, in particolare quelli raccolti dalle linee aeree Pan Am alle Hawaii, appare compatibile con lo scenario di un aereo miracolosamente atterrato su un rilievo corallino, con il sistema elettrico ancora in grado di trasmettere e i motori ancora capaci di alimentare le batterie. Secondo i calcoli, quel rilievo corrisponde proprio a Nikumaroro ed è lì che NikuVII intende recarsi per stabilire una volta per tutte la verità e dare a Amelia Earhart una sepoltura certa e definitiva. Il sito Web di EarhartSearch 75, oltre ai link già segnalati dagli altri siti del TIGHAR, contiene una descrizione di questa incredibile avventura, mentre Rossella Lorenzi di DiscoveryNews ha dedicato un dettagliato articolo ai messaggi radio che in quel luglio 1937 tennero brevemente in vita le speranze di rivedere Amelia e Fred ancora in vita.