02 giugno 2012

Nell'ultimo messaggio radio della Earhart la soluzione del mistero dell'aviatrice scomparsa?

Sono trascorsi quasi settantacinque anni da quel 2 di luglio del 1937 in cui il bimotore Lockheed con a bordo Amelia Earhart e Fred Noonan decollarono da Lae, in Nuova Guinea, alla volta di Howland Island, una stretta buccia di terra in mezzo al Pacifico. Lei è la versione al femminile di Charles Lindbergh, il mitico trasvolatore dell'Atlantico. Anche Amelia, una delle prime americane a conseguire il brevetto di volo, aveva compiuto analoghe imprese e partendo da Lae si apprestava a compiere l'ultima tappa, la più rischiosa, del suo giro del mondo lungo la linea dell'Equatore, una rotta di 46 mila chilometri, un record assoluto per qualsiasi pilota. A Howland in attesa una unità della Guardia Costiera, la "Itasca". Senza GPS, fare il punto in pieno oceano non è semplice e proprio per questo accanto ad Amelia c'è Fred, nel ruolo di pilota navigatore. Sul Lockheed "Electra" (che coincidenza) dovrebbero essere installate apparecchiature di radionavigazione e apposite antenne. Il condizionale è d'obbligo perché i documenti dell'epoca non lo dicono con certezza e non dicono neppure se le antenne siano regolarmente in funzione, o se i due aviatori siano capaci di usare strumenti allora d'avanguardia.
Per i contatti radio la Earhart utilizza due frequenze da poco assegnate al traffico aereo dalla FCC, i 3105 nell'oscurità e i 6210 kHz nelle ore diurne. Il suo nominativo è KHAQQ. Fino alle 8 del mattino di Howland (l'aereo era partito a mezzanotte) la Itasca riceve le trasmissioni di KHAQQ in fonia, il segnale è sempre più consistente, segno che il velivolo è in avvicinamento. Poi alle 8 e 43 l'ultimo segnale identificato: "siamo lungo direttiva 157-337", un dato compatibile con un punto calcolato per un aereo che in quel momento sta incrociando l'isola. Ma l'aereo non si vede e dopo un po' i contatti radio si perdono. O meglio, proseguono senza più la certezza che il trasmettitore sia quello dell'Electra. Le ricerche scattano immediatamente, proseguono per quasi tre settimane, ma alla fine gli operatori del Search&Rescue si devono arrendere, la probabilità che Amelia e Fred si siano inabissati nel Pacifico è troppo elevata. La morte in absentia viene certificata due anni dopo, con cinque anni di anticipo sui tempi previsti dal tribunale, perché i parenti dovevano gestire il patrimonio rimasto, anche per pagare le spese delle missioni di soccorso.
Ma è davvero finita così la vita spericolata della leggendaria aviatrice? Il gruppo TIGHAR, The International Group for Historic Aircraft Recovery, che in questo weekend a Washington ha organizzato una conferenza per presentare e raccogliere gli ultimi fondi necessari per la sua prossima spedizione in pieno oceano, è convinto che il piccolo equipaggio dell'Electra sia riuscito ad atterrare su un'altra isola, da dove per circa due settimane fu possibile trasmettere dei radiomessaggi di soccorso. La morte sopraggiunse solo in seguito e i responsabili del TIGHAR sono convinti di poter ritrovare i resti di Amelia e del suo aereo nelle acque intorno all'atollo chiamato Nikumaroro (Gardner Island) vicino a Kiribati. Tra un mese partirà NikuVII, la settima spedizione di una squadra di ricercatori che afferma di aver già individuato in precedenza i segni di un possibile atterraggio di fortuna in quella stessa area. La zona è stata individuata, afferma il TIGHAR, attraverso una accurata analisi dei messaggi radio che dopo quel fatidico 2 luglio sono stati riportati da diverse fonti, dalla Guardia Costiera ai radioamatori dell'epoca. Molte di quelle ricezioni sono dubbie, ma una manciata di messaggi, in particolare quelli raccolti dalle linee aeree Pan Am alle Hawaii, appare compatibile con lo scenario di un aereo miracolosamente atterrato su un rilievo corallino, con il sistema elettrico ancora in grado di trasmettere e i motori ancora capaci di alimentare le batterie. Secondo i calcoli, quel rilievo corrisponde proprio a Nikumaroro ed è lì che NikuVII intende recarsi per stabilire una volta per tutte la verità e dare a Amelia Earhart una sepoltura certa e definitiva. Il sito Web di EarhartSearch 75, oltre ai link già segnalati dagli altri siti del TIGHAR, contiene una descrizione di questa incredibile avventura, mentre Rossella Lorenzi di DiscoveryNews ha dedicato un dettagliato articolo ai messaggi radio che in quel luglio 1937 tennero brevemente in vita le speranze di rivedere Amelia e Fred ancora in vita.

Nessun commento: