31 agosto 2013

Il ritorno delle AM low power all'italiana

Sembra proprio che il fenomeno delle piccole stazioni in onde medie che in questi ultimi due anni hanno trasmesso in modo - con poche eccezioni - alquanto sperimentale e occasionale, sia tornato a imporsi all'attenzione degli hobbysti. Dopo l'avvento di una non ancor meglio localizzata Radio Azzurra su 1233, nella giornata di venerdì 30 agosto, mentre ero in Liguria, ho scoperto una nuova trasmissione di prova su 1386 kHz. Segnale molto buono, musica soul-funky, qualche raro annuncio (che suona come "Radio Bar") con slogan assortiti ("my music, my life") e dopo qualche ora di incertezza la conferma che la stazione sembra rivolta a un pubblico italiano, con un chiaro annuncio dell'ora in questa lingua. Ho catturato un piccolo campione del format di questa nuova stazione presumibilmente a bassa potenza, anche se di incerta origine (il suono potrebbe arrivare da nord o da sud) e l'ho caricato su YouTube:
Nello stesso giorno della presunta Radio Bar, ho notato che anche Radio Azzurra 1233, dopo diversi giorni di silenzio, è tornata in onda, forse con qualche watt di potenza in meno. Sarebbe interessante riuscire a fare qualche triangolazione per delimitare le due rispettive location. Ci proviamo?

25 agosto 2013

SDR anche su tablet o via MIDI

La condivisione su Facebook del mio ultimo post dedicato ai cloni del SoftRock ha suscitato l'interesse di un lettore, Marco Barsotti che sempre su FB mi ha chiesto se c'è un modo per controllare questi ricevitori con un tablet o uno smartphone. Sì, qualcosa c'è in effetti. iSDR è una applicazione nativa iOS che supporta proprio questi front end "in quadratura" o Quadrature Sampling Discriminator. Per il mondo Android c'è il progetto SDR Touch, dove al posto di un SoftRock si utilizza una chiavetta DVB-T. Ne ho riparlato proprio in questi giorni.
Esiste poi tutto l'ambito di sperimentazione dell'SDR client/server, con client eseguiti su tablet che accedono alle risorse messe a disposizione di server dedicati al controllo dei frontend e alla demodulazione della banda base. Sostanzialmente si tratta di realizzare un server tcp che controlla un hardware SDR che potrebbe essere di uno dei tre tipi canonici: QSD, direct sampling (Perseus) e tuner controllato (le chiavette DVB-T per esempio). In pratica il server è interfacciato direttamente con l'hardware SDR e esegue il software di demodulazione. In più monta il software necessario per "presentare" in rete, via tcp, le informazioni necessarie, cioè l'audio, la grafica del waterfall sincronizzata, la GUI del software di demodulazione. Un server può essere molto basic, non deve essere per forza un pc, la gente sperimenta anche con Raspberry e altri nanocomputer. Il client può in teoria essere residente su quel che si vuole, anche un tablet. Il problema è che lo sviluppo dei software SDR seri è avvenuto tutto su Windows e il port di questi programmi non è banale. Cominciano però a esserci le prime app client. Un primo esempio per Android (su iOS le cose sono complesse a causa della sua blindatura), è stato aHPSDR, che in teoria dovrebbe funzionare anche con server che si interfacciano con il SoftRock
C'è poi una sorta di terza via, molto interessante, che sfrutta una interfaccia inaspettata: la specifica MIDI. In teoria l'hardware SDR può essere consirato un dispositivo di trattamento audio e questo significa che è possibile concepire applicazioni che controllano un front end SDR come se fosse uno strumento musicale digitale. Tom Zicarelli, KA1IS è stato uno dei primi a proporre un approccio di questo tipo realizzando un controller SDR per l'ambiente DSP Max/MSP, distribuito da Cycling74. Max è un software per Mac e Windows utilizzato per applicazioni di sound art e Zicarelli è riuscito a implementarvi gli algoritmi della demodulazione AM, FM/FMW, SSB. SDR in Max/MSP  gira su Mac o Windows e grazie ai connettori MIDI di questa piattaforma DSP è possibile controllare il software con l'iPad utilizzando una app come TouchOSC, una cosiddetta "control surface" per strumenti musicali. (Già che ci siete vi suggerisco di dare un'occhiata ai materiali informativi di audioGraph, un'altra applicazione iPad di Zicarelli per il trattamento audio).
Sulla questione del controllo di un apparato remoto o di un front end SDR tramite tablet si è soffermato il sito HamradioScience con un primo articolo del 2011 http://www.hamradioscience.com/using-the-ipad-to-control-your-rig/, in cui si affrontava l'argomento pià in chiave di controllo remoto che di vera e propria esecuzione di app SDR native o client/server. Un secondo articolo propone un ulteriore salto di qualità e fa ancora una volta riferimento alla app TouchOSC, questa volta per controllare un "set-up" SDR basato sul software di Simon Brown SDR-Radio.com, uno dei pochi che include un set di controlli MIDI. In questo filmato YouTube si può vedere come funziona l'interfacciamento con TouchOSC:

   

Attraverso MIDI lo stesso SDR-Radio.com può essere controllato anche con dispositivi diversi dalla solita combinazone mouse-tastiera. Per esempio con una console MIDI utilizzata dai deejay, tipo le Hercules http://www.hercules.com/us/DJ-Music/. Ecco per esempio come ha fatto il radioamatore italiano Diego Piscina, IW2MXE:

I cloni SoftRock, verso i 70 kit commerciali SDR a basso costo.

Sono passati più di otto anni da quando Tony Parks e Bill Tracey, due radioamatori americani - oggi rappresentati dalla loro piccola azienda FiveDash - realizzarono le prime versioni del progetto SoftRock, un circuito che permetteva di acquisire molto facilmente sul proprio personal computer una piccola porzione di banda segnale in radiofrequenza. SoftRock rappresentò per migliaia di radioamatori e appassionati di ricezione la porta di ingresso nel mondo della radio "definita via software", un approccio radicalmente nuovo alla ricezione (e alla trasmissione). Se un ricevitore convenzionale è composto da un circuito di amplificazione e sintonia seguito da un demodulatore, SoftRock  funge da interfaccia tra un segnale che può arrivare a 30 MHz di frequenza - una soglia troppo elevata per la capacità di elaborazione di una scheda audio - e un software, residente su pc, che può digitalizzare e estrarre dal segnale originale, la "banda base", tutto il contenuto informativo, ossia la "modulazione". Il principio di funzionamento è un mixer-discriminatore in quadratura, che oscillando a una frequenza pari alla portante dei segnali da esplorare effettua una conversione da una frequenza alta (la RF, per l'appunto) a una compresa nella banda audio di una scheda tipo Soundblaster. Un sistema molto semplice e pulito.

In questi otto anni la comunità radioamatoriale ha sfornato una incredibile quantità di varianti del circuito SoftRock originale. Molti sono progetti di natura puramente hobbystica, ma in decine e decine di casi (Ken Hopper, N9VV ne elenca oltre 65) questi cloni del SoftRock si possono acquistare, in forma di kit per autocostruttori o come schede già assemblate e pronte per essere collegate ad antenne e computer. Uno degli ultimi arrivati viene dalla microazienda americana 3dbSDR, che propone, per 100 dollari, un ricevitore a copertura continua da 1,8 a 30 MHz realizzato su una schedina molto professionale e di dimensioni molto ridotte, alimentata dalla porta USB. Come per tutti questi ricevitori SDR, è possibile utilizzare uno dei software "per soundcard", come HDSDR o uno degli altri riportati in questo elenco di Alan Reeves G4ZFQ.


23 agosto 2013

SDR embedded, la nuova frontiera della radio "system on chip".

Una delle evoluzioni più interessanti della nuova generazioni di applicazioni SDR rivolte alle ormai celebri chiavette o "dongle" DVB-T (dispositivi acquistabili per pochi euro che vengono trasformati via software in efficienti ricevitori a banda larga per HF-VHF-UHF) è rappresentata dall'SDR "embedded". Le chiavette in questione nascono ovviamente per il mercato degli utilizzatori di pc, ma i radioamatori stanno spingendo il loro confine d'azione fino alla pletora di piccole schede - ad architettura ARM e non solo - che in futuro potrebbero consentire di pilotare le chiavette DVB-T con pochissime risorse hardware, anche in mobilità. I progetti in giro sono già molto numerosi e io cerco di seguirli attraverso le discussioni sulle liste specializzate. 

Molti progetti si basano sull'ormai popolare microcomputer RaspberryPI, ma proprio in questi giorni il radioamatore francese Sylvain Azarian, F4GKR ha mostrato alcuni scatti (ne prendo a prestito uno) dei suoi esperimenti con chiavetta RTL collegata a una schedina ARM di produzione italiana, la Aria G25 della Acme Systems di Ladispoli (una piccola azienda che collabora con Atmel). Aria è un microcomputer davvero micro. Con i suoi 4 centimetri di lato è poco più grande di due monete da due euro e si basa su un processore ARM9 a 400 MHz. Sylvain afferma di essere riuscito a compilarvi le librerie Liquid DSP di Joseph Gaeddert, una buona premessa per realizzare una SDR embedded completa.


Gli esperimenti SDR effettuati su Raspberry sono già abbastanza numerosi. Uno dei più interessanti mi sembra quello realizzato da Matt Prentice di The Electronic Byte seguendo le indicazioni riportate su Ham Radio Science, un sito molto ricco di spunti che sembra fortunatamente essere ritornato attivo dopo una pausa di qualche mese. Matt ha in pratica realizzato un server tcp basato su Raspberry, che a sua volta controlla il dongle VDB-T. In questo caso il software SDR vero e proprio - in questo caso SDR#, ma ormai nulla vieta di utilizzare programmi come SDR Radio.com 2.0 di Simon Brown - viene eseguito su una macchina client.

Raspberry è anche al centro di un progetto rivolto al monitoraggio di nanosatelliti radioamatoriali in banda UHF che arriva dalla Svizzera e si chiama CarpComm. L'obiettivo di CarpComm è realizzare una vera e propria rete di ground station amatoriali collegate via Internet, in modo da poter seguire il tracciato dei satelliti continuativamente. Ogni nodo di questa rete è costituito da un kit basato su Raspberry e su una dongle più professionale e costosa, il FunCube Dongle+ (il suo tuner è molto più avanzato e la risoluzione molto più alta, anche se la banda esplorata più stretta). Ci devono essere stati dei cambiamenti sul sito del progetto CarpComm perché non è più possibile ordinare direttamente il kit che conteneva tutti i pezzi necessari per la ground station (inclusa l'antenna yagi e un amplificatore per i 430 MHz). Però tutto il software necessario, CarpSD, è depositato su Github. Confido che i realizzatori rimettano presto online un sito più completo e descrittivo.
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22 agosto 2013

Juventus Live e Zello: il Voip diventa social trasformando lo smartphone in un walkie-talkie tematico

Non sono applicazioni propriamente radiofoniche, ma la trasmissione della voce c'è ed è ciò che conta. Con l'inizio del campionato di calcio inizia per l'azienda californiana TOK.tv l'avventura italiana: da oggi è scaricabile da App Store Juventus Live, l'app che permette ai tifosi juventini (tanto la Juve ha già vinto il campionato che si sta per aprire) di interagire a distanza attraverso lo smartphone, parlando e urlando tutti insieme davanti ai goal segnati su rigori inesistenti (non prendetevela, è solo una battuta, guardate che razza di immagine sono costretto a pubblicare...). 
TOK.tv ha il suo quartier generale negli USA ma il fondatore è italianissimo. Fabrizio Capobianco, grande cervello del software, nel 2003 è emigrato sulla costa ovest per fondare Funambol, una azienda impegnata sul versante della messaggistica e della sincronia tra dispositivi mobili. TOK si occupa di social tv e applicazioni tipiche da "second screen", quelle che consentono di guardare la tv interagendo contemporaneamente con il tablet o lo smartphone. Prima di Juventus Live (bisogna riconoscere alla dirigenza juventina una grande lungimiranza per questo accordo con TOK), la nuova società di Fabrizio ha messo appunto analoghe applicazioni per il football, il baseball e anche per la notte degli Oscar. «Ho fondato TOK perché ero stufo di guardare le partite in tv solo con il mio cane,» scrive Capobianco sul suo blog. Grazie alla nuova app, aggiunge il suo inventore in una mail personale che ho appena ricevuto, i tifosi juventini possono riscoprire l’esperienza (e il divertimento) di guardare la partita insieme in TV. Con Juventus Live si parla con gli amici lontani, gridando goal insieme. Come se fossero sul salotto di casa. Senza bisogno di mandare un SMS al momento del rigore, perdendosi l’azione dopo. E ci si può scattare una Social Photo con gli amici, da condividere su Facebook.
La trasmissione della voce in una modalità molto familiare ai radioamatori è anche la finalità di Zello, una tecnologia russa implementata però a Austin, nel Texas. Zello è un vero e proprio walkie-talkie virtuale a tecnologia voice over IP implementato su iPhone, Android e Balckberry. E' gratuito e permette di parlare in modalità push to talk con i propri amici in una buddy list, creando anche delle "stanze" tematiche che fungono da community vocale (ci sono già più di 200 mila "canali", incluso un Gruppo Radioascolto). Un canale di Zello supporta conversazioni tra cento utenti. Facile come una radio a due vie, più immediata di un SMS e anche di una telefonata e - almeno per il momento - gratuita. Esiste anche una versione professionale/aziendale, anch'essa gratuita fino a 5 utenti, con prezzi che partono dai 10 dollari mensili per gruppi di 6 utenti o più. Anche Zello potrebbe essere un concorrente molto valido di Twitter o Skype in ambito radioamatoriale, perché offre la possibilità di coordinare le trasmissioni via radio o le sessioni di ascolto, scambiandosi informazioni in tempo reale.

Voice of Russia spegne le onde corte il 31 dicembre

Nelle stanze dei bottoni dell'emittenza pubblica russa si parla da tempo di tagli drastici, ma adesso sembra deciso: anche Golos Rossii/Voice of Russia, la sezione internazionale di RTRS, l'ente di Stato, smetterà di trasmettere in onde corte dal proprio territorio nazionale il 31 dicembre di quest'anno. L'indiscrezione è apparsa ieri su Digit.ru ed è stata ripresa stamane su Ria Novosti da Andrea Borgnino. La fonte originale di Novosti rivela però che le trasmissioni di Voice of Russia dovrebbero proseguire - oltre che su scala locale attraverso impianti FM all'estero - anche sulle tre frequenze in onde medie in Transdnistria, Sakhalin e Kaliningrad, evidentemente considerate enclave estere. Inoltre RTRS manterrà gli impegni con le emittenti internazionali che affittano frequenze per ripetere in Russia i loro programmi. Insomma, forse i tagli non riguarderanno l'aspetto della produzione dei programmi e le redazioni nelle diverse lingue, incluso l'italiano, potrebbero restare aperte.
Già oggi la Voce della Russia trasmette su una sola frequenza in onde corte, i 9880 kHz, utilizzando però la tecnica numerica Digital Radio Mondiale, quindi con una audience verosimilmente molto contenuta. Ancora utilizzata, almeno sulla carta, è la frequenza in onde medie di 1548 kHz, che secondo Digit.ru non dovrebbe chiudere. L'emittente ha anche un accordo con l'emittente locale in onde medie Ondamedia Broadcast per ripetere i programmi in italiano su 1512 kHz in Emilia, ma al momento non so dire se questa frequenza sia ancora attiva. Voce della Russia ovviamente si può ascoltare tutto il giorno via Internet.

21 agosto 2013

International Radio Festival, il mondo della radio musicale in scena a Zurigo

Mancano ormai due settimane alla partenza dell'International Radio Festival, una manifestazione dedicata alle emittenti musicali di tutto il mondo che si tiene da qualche anno a Zurigo. La quarta edizione del festival apre i battenti allo Schloss Sihlberg (una bellissima villa che apparteneva a una famiglia di birrai) nella capitale economica della Svizzera tedesca, il 4 settembre e durerà fino a domenica 8. Prevista la partecipazione di moltissime stazioni specializzate in diffusione (e scoperta) di contenuti musicali, incluso il nostro network M20. Lo scopo è proprio quello di sottolineare il fondamentale ruolo della radio nel supportare l'industria musicale e nel far conoscere al pubblico i suoi nuovi protagonisti. Ci sarà anche una giornata dedicata alla radio digitale HD Radio organizzata in collaborazione con l'azienda americana Ibiquity, che non perde la speranza di stabilire una testa di ponte in nazioni europee sempre più interessate al superamento della FM analogica. Tutti i dettagli si trovano sul sito ufficiale dell'evento, al quale sarà collegata anche una stazione FM temporanea autorizzata sulla città di Zurigo dal 26 agosto fino al giorno di chiusura. Due le frequenze previste, i 96,9 per Zurigo Sud e i 104,1 per Zurigo Nord.

Nuove demo per SDR Touch: l'FM su Android con chiavetta DVB-T

Attento come sempre agli sviluppi dell'SDR radioamatoriale, Alberto Di Bene ha trovato su You Tube un filmato molto recente con una demo su SDR Touch, un programma sviluppato in Bulgaria da Martin Martinov che permette di utilizzare un tablet o un telefono Android per ascoltare la radio attraverso un dongle DVB-T. Di SDR Touch ho parlato qualche tempo fa e nel frattempo ci sono state alcune evoluzioni, legate anche a una questione di natura legale che ha visto Marinov essere accusato di plagio da parte di Youssouf Touil, autore del software SDR#, con conseguente temporanea sospensione di SDR Touch da Google Play (Marinov sostiene che le accuse sono del tutto infondate). Ora tutto dovrebbe essere tornato alla normalità e SDR Touch, arrivato alla versione 1.6, può essere scaricato dalla pagina di XDAdevelopers, la comunità di sviluppo Android, da Google Play e da una pagina allestita appositamente per promuovere il programma. SDR Touch, che è compatibile con diversi modelli di dongle DVB-T è distribuito in una versione limitata che può essere sbloccata acquistando una chiave hardware, a un prezzo molto abbordabile. Il filmato su You Tube illustra il funzionamento del software utilizzato per ricevere le stazioni FM e mi chiedo quale possano essere le prestazioni in un contesto di FM-DX estivo.

La TV terrestre? La batteria perfetta per la Internet delle cose

Scientific American segnala un bellissimo lavoro degli studenti della Washington University sull'energy harvesting, la tecnologia che sfrutta i campi elettromagnetici RF diffusi nell'ambiente per alimentare circuiti elettronici a basso consumo e connessioni wireless. La ricerca, opportunamente denominata Ambient Backscattering, mira a esplorare la sostenibilità della Internet of things e delle reti capillari di sensori e microattuatori. Il focus dell'attenzione dei giovani ricercatori si concentra in questo caso sulle frequenze televisive terrestri, che generano i campi più intensi e continuativi. Buffissimo vedere i prototipi utilizzati, piccole schedine elettroniche equipaggiate con vistosi "baffi" di dipoli UHF! Da leggere (l'articolo di Scientific American, il pdf con il paper della Washington University e il sito Ambient Backscattering) e guardare:

Radio Aut, oggi in promozione la graphic novel su Peppino Impastato

Solo per oggi, 21 agosto, la graphic novel che BeccoGiallo ha dedicato alla storia di Peppino Impastato e della sua personale guerra alla mafia attraverso i microfoni di Radio Aut si può acquistare a 0,99 euro su Bookrepublic.it. Il fumetto è molto bello ed è stato realizzato da Marco Rizzo. Peppino Impastato è stato fatto saltare in aria dalla mafia con l'esplosivo come il giudice Giovanni Falcone, protagonista di un'altra graphic novel BeccoGiallo che sarà in analoga promozione su Bookrepublic il 26 di agosto. Peppino è stato assassinato vigliaccamente il 9 maggio 1978, poco più che trentenne, nelle stesse ore in cui il cadavere di Aldo Moro veniva lasciato in via Caetani a Roma, una coincidenza impressionante se pensiamo alle tragiche relazioni tra mafia e politica che hanno contribuito a rendere praticamente invincibile questo odioso fenomeno criminale. Di questi intrecci Peppino fu vittima due volte, come raccontò molto più tardi su Repubblica Attilio Bolzoni. Quando i carabinieri scoprirono il suo corpo dilaniato, le prime informative "rivelavano" che Peppino era un terrorista impegnato a collocare un ordigno sul binario della linea Palermo-Trapani. La sua Radio Aut cessò le trasmissioni pochi mesi dopo, ma oggi l'associazione Rete 100 Passi ne conserva la memoria attraverso un canale Web. Il "Tano Seduto" preso di mira nella tavola che vedete qui sotto è don Gaetano Badalamenti, il boss che solo nel 2002, mentre era in galera negli Stati Uniti, fu condannato all'ergastolo come mandante dell'omicidio Impastato.

20 agosto 2013

Nuova fase beta (privata) per Mentor.fm, suggeritore musicale all'emiliana

Nel gennaio 2012, sul prezioso input di Francesco Delucia, avevo dato notizia di un sistema di raccomandazione musicale italiano, Mentor.fm. Ora ho appena ricevuto un messaggio di Eugenio Tacchini, ideatore del progetto (qui lo vedete in una intervista del 2010 per Working Capital di Telecom Italia), che annuncia l'ingresso di Mentor.fm in una fase beta privata estesa a tutti coloro che si erano a suo tempo registrati sul sito. Rispetto a un anno e mezzo fa Mentor si è collegato a Deezer per la diffusione dei brani musicali, per cui occorre disporre di un account valido su questa piattaforma musicale. Ma il concetto di base mi sembra quello che Mento aveva in partenza, costruire un motore di suggerimenti musicali basato sugli scambi che avvengono sul proprio profilo Facebook, altro elemento indispensabile per poter fare il login.
Un'altra novità è che il servizio ora afferma di essere "proudly made in Emilia" (forse in collaborazione con l'università di Piacenza?). Il tutto funziona più o meno come una emittente Web, dopo pochi secondi dalla registrazione viene confezionata una playlist su cui è possibile intervenire con "like" e "dislike". I risultati sono effettivamente curiosi. Dopo una prima serie di brani di sconosciuti complessi heavy metal scandinavi (!), Mentor ha cominciato a propormi Tom Koopman con i concerti brandeburghesi di Bach (che venero su tutto) e la Philarmonia Orchestra con Tchaikovskij (che odio piuttosto cordialmente). Se l'obiettivo è quello di fornire indicazioni non banali e consentire di scoprire generi musicali nuovi e inaspettati, mi sembra che siamo sulla strada giusta.

Digitalradio.it: parte in grande stile la campagna per il DAB+ in Italia. Ma le prospettive rimangono incerte

Secondo il sito specializzato olandese Radio.nl, il circuito di emittenti pubbliche tedesche Deutschlandfunk e Deutschlandradio Kultur - attivo sull'intero territorio tedesco - spegnerà completamente le ultime frequenze in onde medie e lunghe nel 2014 per potenziare ulteriormente la propria presenza nelle frequenze della radio digitale DAB+. Il fenomeno della radio digitale in Europa è una realtà sempre più consolidata e in diversi casi rappresenta una scelta irreversibile: diversi Stati hanno già deciso per lo spegnimento dell'FM analogica oltre che dei vecchi impianti OM e OL. Altre nazioni dovranno prendere una decisione in tal senso. È probabile ormai uno scenario a medio termine (intorno al 2017) in cui le radio analogiche non riceveranno alcun segnale in una parte significativa del nostro continente.
Mentre leggevo della possibile evoluzione della radio pubblica in Germania mi sono arrivati i comunicati relativi all'iniziativa di due consorzi commerciali DAB italiani - Club Dab Italia e Eurodab - che lo scorso 5 agosto hanno messo online il sito promozionale Digital Radio.it, ispirandosi ad analoghe campagne che in questi anni hanno cercato di presentare al pubblico i vantaggi del DAB.  In questo caso il claim è "il suono perfetto", ma si potrebbe insistere anche su tanti altri aspetti promettenti, soprattutto in direzione di una offerta rinnovata e meglio integrata nell'attuale cultura digitale. Era ora che qualcuno si muovesse cercando di sensibilizzare i diretti interessati, gli ascoltatori. Pur essendo una invenzione non recente, la radio digitale a standard europeo Eureka 147 ha spesso goduto di scarsa notorietà e in Italia il DAB continua a essere ignorata dai più, malgrado la lunga sperimentazione della RAI e dei principali network privati.
La campagna DigitalRadio.it prevede, oltre al sito, la diffusione di spot radiofonici attraverso le emittenti consorziate. Ecco in anteprima uno di questi spot. L’invito a trasmettere  il messaggio è stato rivolto anche a tutti i consorzi di radio locali attivi nelle province di Roma Trento e Bolzano (altre 33 radio locali).



Mi rendo conto che la mia affermazione potrebbe risultare impopolare, ma sono ormai convinto che in questo momento stiamo attraversando una situazione molto poco favorevole a un lancio in grande stile di una novità come il DAB+ in Italia. Negli ultimi 18 mesi Agcom ha preso decisioni importanti e la storia della sperimentazione della "nuova" radio digitale nelle province di Trento e Bolzano è molto positiva, canali pubblici e privati hanno dimostrato di avere intenzioni serie. Ma le buone intenzioni non bastano: per poter decollare davvero il DAB ha bisogno di copertura e offerta estese a tutto il nostro territorio. I piani di espansione annunciati da RaiWay per il 2013 non si sono concretizzati, manca la pianificazione delle frequenze a livello nazionale, ci sono ancora questioni da risolvere sui blocchi assegnati in banda III. Il mercato dei ricevitori propone ormai soluzioni e dispositivi di ottima qualità e per tutte le tasche, dalla semplice radio ibrida FM/DAB agli apparecchi multimediali con touchscreen. Ma siamo ancora molto lontani dai livelli di impegno visti in questi mesi in Germania, dove viene affrontato anche il problema dei contenuti innovativi che il DAB rende possibili. Se aggiungiamo lo stato ancora confusionale in cui versa il nostro settore del metering, la misurazione degli ascolti, e l'impatto che la mancanza di dati uniformi sta avendo sul mercato pubblicitario, le prospettive per il DAB continuano a essere incerte. 
Se ne stanno accorgendo anche  i membri del Parlamento. A luglio il senatore trentino della lega Sergio Divina (purtroppo più noto alle cronache per le sue agghiaccianti dichiarazioni sui figli gay definiti "una disgrazia" per le famiglie) ha presentato una interpellanza che invita il ministro per lo Sviluppo Economico a verificare che le strategie Rai in materia di radio digitale siano conformi al mandato previsto dal contratto di servizio. Prima dell'interpellanza di Divina c'erano state altre significative prese di posizione a favore dello sviluppo della radiofonia digitale in Italia. Una maggiore consapevolezza è sicuramente necessaria, ma ancora una volta non mi pare che il governo possa in questo momento mettere in piedi una strategia concreta, sostenendola con risorse finanziarie adeguate. Se certe decisioni non verranno concordate a livello europeo, come è stato fatto per la tv digitale, il DAB+ in Italia potrebbe restare a lungo una opzione riservata a bacini geografici molto ristretti e incapace di generare un effetto positivo in termini di nuovi entranti, nuovi contenuti, nuove opportunità economiche. 

Radio Azzurra, test su 1233 kHz. Dopo Agcom, tornano a muoversi le onde medie low power?

L'apertura da parte di Agcom di un possibile fronte di interesse nei confronti di nuove iniziative radiofoniche commerciali nelle frequenze sotto i 30 MHz devono aver rinfocolato le speranze degli operatori privati che nei mesi scorsi avevano avviato diverse fase di test con impianti nelle onde medie e che si erano quasi subito scontrati con un muro di lettere di diffida fatte recapitare dagli uffici tecnici delle Comunicazioni (ricordo che in Italia la legislazione in materia di autorizzazione a trasmettere sulle onde medie non lascia troppi spazio a certe iniziative).
Nel mese di giugno, come avevo scritto, la nostra Authority aveva dato corso a una pubblica consultazione per valutare eventuali progetti e poco dopo alcune emittenti sperimentali, come Media Veneta su 1233 kHz, avevano ripreso a trasmettere. Oggi sul gruppo Facebook dell'AIR Fausto Fontana ha riportato che sulla stessa frequenza adesso è attiva, forse dalla Toscana, una nuova stazione, Radio Azzurra e Fabrizio Magrone, dalla Romagna, conferma che Radio Azzurra è perfettamente separabile da Media Veneta su 1233 con una buona antenna direttiva. La registrazione che Fabrizio mi ha mandato contiene gli annunci di entrambe le stazioni.

Il segnale è robusto anche nel daytime, segno che l'impianto è ben dimensionato. Sono curioso di provare Radio Azzurra questa sera anche da Milano, nel corso della mia estate a Favignana Media Veneta arrivava tranquillamente dopo il tramonto. Questa è una registrazione di due anni fa della stazione veneta ascoltata in Liguria:

Ancora un flop per Digital Radio Mondiale: il ricevitore DR111 esce di produzione

Secondo Keith Perron, produttore di programmi radiofonici in onde corte che risiede da tempo a Taiwan, la produzione del ricevitore Digital Radio Mondial DR111 verrà definitivamente sospesa a causa del numero molto basso di apparecchi venduti (addirittura meno di 50 nell'ultimo anno). Il ricevitore, fabbricato in Cina dalla Chengdu Newstar, era in pratica l'unico apparecchio radiofonico "autonomo" capace di sintonizzarsi sulle trasmissioni digitali nel controverso sistema DRM, proposto oltre 10 anni fa proprio in chiave di possibile rilancio di un medium, le onde corte, oggi quasi completamente abbandonato. La scomparsa del ricevitore Chengdu non sembra deporre favorevolmente sul destino ultimo della tecnologia DRM, oggi utilizzata da una decina di broadcaster per un totale di poco più di 260 ore di trasmissione giornaliera (ecco la griglia di programmazione completa). L'interesse nei confronti del DRM sembra per il momento concentrato, geograficamente, sui piani di digitalizzazione delle trasmissioni domestiche in India, Russia e probabilmente Cina, tre aree del mondo in cui densità popolazione e superficie sono ancora forse conciliabili con l'uso di frequenze nelle onde medie e corte, due ambiti in cui il DRM offre interessanti spunti di qualità di ricezione e basso consumo.
Sul suo gruppo Fecebook PCJ Media and PCJ Radio, lo stesso Perron dà tuttavia una seconda notizia: se Chengdu smetterà di fabbricare le sue radio per le onde corte digitali, un altro produttore cinese molto più conosciuto tra gli hobbysti (e probabilmente tra il normale pubblico, specialmente in Cina) come Tecsun sarebbe pronto a rilasciare un ricevitore DRM ibrido e low cost. La nuova Tecsun "duale" (onde corte analogiche e digitali), potrebbe infatti costare tra i 70 e i 100 dollari, più o meno come il portatile PL660. Un prezzo praticamente dimezzato rispetto al modello proposto dalla Chengdu Newstar.
Lo scorso anno ho fatto parte della prima cordata di acquirenti del DR111 e naturalmente l'ho sottoposto a una serie di prove su strada, qui a Milano. Le mie impressioni su questa radio non sono tutte negative, il chipset utilizzato mi sembra anzi di buon livello. La sensibilità in onde corte analogiche è superiore a quella che ho avuto modo di riscontrare in altri ricevitori portatile di questa classe e anche in digitale il vero ostacolo è costituito dalla scarsità dell'offerta più che da difetti tecnici. Anche in un ambiente rumoroso come la mia città, il DR111 riesce a ricevere in entrambe le modalità con la sua sola antenna stilo. Vi propongo come esempio un breve estratto di ricezione dei programmi di All India Radio, dove tra l'altro emerge molto evidente il caratteristico problema delle onde corte digitali: un audio "a singhiozzo" al posto del sonoro ondeggiante, molto variabile per intensità, tipico dei segnali che si propagano per via ionosferica. A lunga distanza il DRM funziona così, quando il segnale RF scende sotto una certa soglia la ricezione si interrompe del tutto.


A fronte di un comportamento più che dignitoso in ricezione, il DR111 fallisce completamente sul versante dell'ergonomia. Il ricevitore progettato dagli ingegneri della Chengdu è estremamente macchinoso, le frequenze troppo difficili da impostare con una rotellina in plastica di dimensioni ridotte e quasi inutilizzabile. Probabilmente il difetto è anche legato alla diversa filosofia delle modulazioni digitali, le cui trasmissioni sono evidentemente "taggate" e riconoscibili dall'intelligenza del ricevitore. Purtroppo, pensare che un ricevitore a onde corte possa funzionare come un televisore, con la ricerca automatica, è a mio parere troppo limitante. Una radio digitale/analogica deve poter supportare la modalità di scansione completa della banda, ma deve anche dare la possibilità di sintonizzarsi subito sulla frequenza desiderata. Il DR111 è addirittura privo di tastierino alfanumerico. Ora non resta che aspettare i risultati del lavoro di Ricerca&Sviluppo della Tecsun, che forse potrebbe avere implementato la sua nuova soluzione sulla recente famiglia di chip annunciata da Silicon Labs (tradizionale fornitore della Tecsun per i portatili basati su DSP), la Si468x. La posta in gioco, per i pochi fautori del DRM che ancora sembrano credere nelle scarse chance di questo sistema, è molto elevata. L'arrivo, dopo tanti anni, di una generazione di ricevitori adeguati e convenienti, potrebbe determinare un interessante cambiamento di scenario.

Xin(g) Xing Guangbo Dientai: la number station che augura buon ascolto

Sul mio canale YouTube i commenti in calce ai filmati che riguardano le stazioni spionistiche in onde corte rivelano che l'interesse intorno a questo argomento è ancora abbastanza elevato. Anche senza essere particolarmente esperti di questioni radiofoniche, il tema della trasmissione di messaggi segreti in codice non può non stimolare una certa curiosità. La storia di questi segnali, molto probabilmente riferibili alla gestione di reti di informatori e agenti "sul campo" (che via radio potevano ricevere facilmente istruzioni e ordini senza destare particolari sospetti), ebbe un picco naturale negli anni della Guerra fredda. Oggi la situazione è molto diversa: le onde corte sono un mezzo formalmente "efficace" ma alquanto desueto e anche il modo di fare spionaggio è probabilmente cambiato.
Sebbene alquanto diradate, queste strane trasmissioni, tuttavia, si sentono ancora. Alcune sono di chiaro significato militare, altre potrebbero avere finalità abbastanza simili a quelle ipotizzate in passato per le number station in lingua tedesca, inglese, russa, ceca. Una delle "number station" ancora attive opera (si pensa da Taiwan) in lingua cinese, reca l'identificativo Enigma "V13" e vanta un vero e proprio format, annunciandosi con un nome quasi commerciale e salutando i propri ascoltatori. Su questo nome permane un po' di incertezza, perché l'originale cinese potrebbe suonare come "Xin Xing", che significa Nuova Stella, oppure come "Xing Xing", ovvero Stella Stella. Una decina di anni fa la newsletter Numbers&Oddities rivelò che un suo collaboratore era riuscito a risalire - attraverso un contatto in Giappone - a un possibile indirizzo postale e a una email. In seguito a una corrispondenza diretta era emerso che la number station identificata dagli anni Novanta come "New Star" diceva di chiamarsi "Star Star".
Un'altra peculiarità di Star Star Radio riguarda le frequenze utilizzate, evidentemente organizzate in "canali" che la stazione annuncia puntualmente all'inizio delle trasmissioni. "Jonathan Short" collaboratore cinese della lista UDXF, dedicata alle stazioni militari e civili non broadcast (tra cui le number station), ha diffuso l'indirizzo di una sua pagina dedicata a Star Star Radio. La pagina è in lingua cinese ma con Google Translate il contenuto diventa abbastanza chiaro. All'interno si trovano elenchi di frequenze, registrazioni, trascrizioni e riferimenti ad altre pagine e ad articoli che trattano nello specifico Star Star o alcuni episodi di spionaggio scoperti tra Cina e Taiwan. È ragionevole supporre che Star Star possa essere in qualche modo riferita a informazioni di carattere commerciale. Nella famosa corrispondenza apparsa nel 2002 la fonte giapponese citava una possibile relazione con l'Asia Pacific Economic Cooperation, un forum di 21 nazioni del Pacific Rim. Che cosa possa avere a che fare tutto questo con le trasmissioni codificate di Star Star non è ancora chiaro.
Ascoltare i numeri di Star Star in Europa non è semplice per questioni propagative. La frequenza più regolare oggi è quella dei 13750 kHz (in passato Star Star si era sentita a lungo sugli 8300) a un orario poco indicato (tra le 12 e 13 UTC). Ma oggi esistono anche i ricevitori controllati via Internet e si può sempre fare qualche tentativo. Una lunga, dettagliata pagina su "New Star Radio" si trova sul sito di Dennis Kent, un ex militare che ha avuto una formazione di linguista in mandarino. Tra le prime risorse Internet dedicata a questa stazione c'è la pagina allestita da Hans van der Boogert, allora residente a Hong Kong, a fine anni 90. La URL originale non esiste più ma Archive.org ne custodisce una copia. Altri dettagli si trovano sul sito HFAsia, molto ricco di informazioni sulle varie modalità di trasmissione dati in onde corte.
Ecco infine da YouTube una registrazione effettuata in California all'incirca un anno fa, da cui è facile intuire il carattere stranamente strutturato di questa ennesima stazione segreta.

 

19 agosto 2013

Radio d'estate: a Favignana un altro ricco carniere

Radiopassioni langue, da parecchie settimane. Un po' è stata colpa di una ultima parte di luglio densa di impegni (e di stanchezza creativa). Mi ero ripromesso di porre rimedio nelle tre settimane trascorse a Favignana, ma non avevo fatto i conti con una connettività parziale, incompatibile con la mia voglia di raccontare le mie esperienze di ascolto con immediatezza. Riprendo ora il filo del discorso, proponendo a chi non avesse seguito i miei post su Facebook un piccolo riassunto della mia estate radiofonica 2013. 
Ormai dovrebbe essere noto a tutti i lettori del blog che tra le tante caratteristiche che fanno di Favignana, nell'arcipelago delle Egadi, un'isola molto speciale c'è anche la qualità delle condizioni di ascolto su tutte le frequenze tradizionalmente monitorate da noi appassionati di ricezione a lunga distanza. Onde medie e corte sono molto tranquille e ancora una volta sono rimasto stupito della possibilità di ricevere segnali davvero molto lontani anche con apparecchiature minimali. Anche quest'anno sono arrivate alcune brasiliane nelle onde medie, con la sola ferrite del Tecsun PL660. Mentre questo filmato YouTube rende forse l'idea della ricezione di Radio Nacional Arcangel San Gabriel dal territorio antartico argentino, su 15476, sempre con il Tecsun e la sua antenna stilo:




Ho anche alcune registrazioni mp3 anche più eloquenti, come questa che ho messo su DropBox:


L'orario era sempre lo stesso, intorno alle 18:30 UTC, cioè proprio durante il nostro crepuscolo, intorno a Ferragosto. Niente di tutto questo sarebbe possibile in una località che non fosse altrettanto silenziosa dal punto di vista radioelettrico.
Ma la vera fiera delle ricezioni anomale alle Egadi avviene nella banda FM, dove quest'anno ho contato anche parecchie aperture in modalità propagativa E sporadica, oltre alle consuete condizioni di "ducting" troposferico. In "Es" sono state piuttosto frequenti sono state le aperture verso Ucraina e Bielorussia in banda 66-74 MHz, ma ho anche avuto una buona apertura verso la Germania e l'Alsazia, una verso l'Andalusia, Portogallo e Marocco e infine una terza molto ricca, anche se a medio-raggio, verso il Paese Basco. Le condizioni tropo sono state molto buone verso sud negli ultimi giorni di luglio, con diverse emittenti libiche mai sentite prima, ma in seguito non ho riscontrato condizioni particolarmente buone verso la costa tra Valencia e Murcia, il mio tradizionale target di ricezione per via  troposferica. Quest'anno il tropo ha curiosamente dominato verso nord (per la prima volta sono riuscito a sentire Genova, a oltre 700 km di distanza) e in misura un po' meno significativa verso le Baleari. Vi propongo a questo proposito la ricezione di una emittente municipale di Mallorca, Capdepera Rádio, che con i suoi soli 100 watt e una programmazione quasi esclusivamente musicale, mi ha emozionato in modo particolare. Qui potete ascoltare Capdepera con un annuncio in catalano "mallorquino" e una campagna contro gli incendi boschivi: