27 novembre 2013

La marcia inarrestabile di un dispregiativo diventato simbolo di eguaglianza sociale


Tra pochi giorni, il 3 dicembre, cade il 30esimo anniversario di una manifestazione politica francese che ha segnato profondamente il dibattito sulla pacifica convivenza in una società multietnica. Pacifica, anzi, esplicitamente ispirata al gandhismo, era la marcia partita quasi per caso da Marsiglia il 15 ottobre precedente e giunta a Parigi qualche settimana dopo, quando allo sparuto gruppo di marciatori si unirono centomila persone. L'iniziativa fu concepita originariamente da due religiosi, Christian Delorme (prete cattolico) e Jean Costil (pastore evangelico) e venne ripresa da un piccolo gruppo di giovani immigrati del nordafrica francese, i cosiddetti Beurs. Le rivendicazioni erano minime, e oggi farebbero quasi sorridere se ancora non fossero drammaticamente attuali. Per esempio si chiedeva l'istituzione di un permesso di soggiorno prolungato.

A trent'anni di distanza la marcia dei Beurs diventa un film, "La Marche", di un regista belga di origine araba Nabil Ben Yadir, e anche se molte vicende raccontate (incluso il ferimento di Toumi Djaïdja, uno prodromi della marcia) il taglio è assolutamente comico. Tra i protagonisti c'è Jabbal Debbouze, il comico algerino senza un braccio (perso per un incidente ferroviario) che abbiamo visto anche nei film di Asterix.
Beur è di per sé un termine da raccontare, macinato com'è da quella particolare forma di argot francese che è il "verlan", un modo di storpiare le parole del dizionario decomponendole e invertendole. Beur, viene da arabe scomposto in "a-r-beu" e trasformato infine in beu-r. All'epoca, il nomignolo volutamente autoironico proprio perché riprende i connotati razzisti che sono alla base della sua creazione, venne ufficialmente adottato dai media e una delle prime radio libere francesi, esattamente in quegli anni, era Beur FM, ancora oggi l'emittente di riferimento della comunità degli immigrati franco-arabi e delle seconde generazioni. In occasione del 20esimo anniversario della marcia su Parigi una studiosa britannica ha pubblicato una eccellente storia di Beur FM.

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