20 agosto 2014

La fine delle onde corte: un declino ampiamente voluto e pianificato da burocrati poco competenti

La classica profezia che si avvera da sé. Lo studio "To be where the audience is. Report of the Special Committee on the Future of Shortwave Broadcasting" commissionato dal Broadcasting Board of Governors (l'organismo che sovraintende alle trasmissioni della VOA e degli altri outlet di public diplomacy americani) per valutare, tra le altre cose, l'attuale peso delle onde corte nello scenario delle piattaforme di distribuzione, raggiunge la conclusione che la radio internazionale non viene più ascoltata da nessuno, vista l'abbondante presenza di Internet e altri supporti alternativi, inclusa la radio in FM. Mi sembra abbastanza chiaro che siffatte conclusioni - che suonano come un'autentica ordinanza di sfratto per il nostro beneamato medium - sono in realtà la premessa da cui sono partiti gli autori dello studio. Le onde corte sarebbero "troppo costose" a fronte dell'audience raggiunta, ma nessuno si preoccupa mai di valutare i costi e i vincoli lato-utente. Come è possibile che Internet e i dispositivi di elettronica di consumo digitale abbiano lo stesso potenziale in una metropoli come Washington, DC e in una città africana dove l'elettricità viene distribuita per poche ore al giorno? Una singola antenna di media potenza può servire enormi bacini di pubblico attraverso ricevitori alimentati a batteria sotto i 50 dollari di costo una tantum (un ricevitore a onde corte può durare anni e accordandosi con i produttori cinesi si può anche pensare di acquistarne migliaia da regalare in tutte le aree del mondo penalizzate da gravi carenze infrastrutturali, regimi oppressivi e conflitti armati). Come si fa ad affermare che il pubblico dei contenuti prodotti dalle testate controllate dal BBG "preferisce utilizzare il DVD"? Come si fa a dire che le onde corte non si ascoltano più quando negli ultimi anni i broadcaster importanti hanno deciso unilateralmente di sopprimere il 90% delle trasmissioni, immaginandosi risparmi che semplicemente non esistono a fronte di costi di hosting e banda che sicuramente non sono inferiori a quelli dell'elettricità che alimenta, per qualche ora al giorno, un singolo trasmettitore da 50 o 100 kW? Mistero. 
In ogni caso vale la pena scaricare e leggersi il corposo report, di cui parla il blog del BBG in questo post. L'indiirzzo per prelevare il PDF del documento è questo (e questo il link diretto).

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