26 gennaio 2015

Il pubblico è connesso, un saggio esplora le nuove forme di partecipazione della creatività in radio


È appena uscita dall'editore universitario Routledge  il saggio  intitolato "Radio Audiences and Participation in the Age of Network Society" l'ultima fatica di Tiziano Bonini curata insieme alla collega barcellonese Belén Monclús. I due ricercatori universitari (Tiziano è anche regista e autore radiofonico) si concentrano su un aspetto particolare della radiofonia contemporanea: il suo pubblico e in particolare sulle nuove forme di interazione - e co-creazione di contenuti - rese possibili dalle tecnologie della rete. Per la verità il tema dell'interazione con la radio nel suo "farsi" non è una novità. Anzi la vera invenzione delle radio libere degli anni 70, almeno in Europa, non è stato il modello economico basato sulla pubblicità (che già 40 anni fa era cosa vecchia), bensì l'interazione telefonica in diretta, qualcosa di impensabile per tutti i 50 anni della controllatissima radiofonia pubblica, la quale frapponeva tra sé e l'ascoltatore una barriera impenetrabile, o quasi. 

Oggi Internet consente forme di partecipazione innovative, che sono oggetto dell'analisi degli autori raccolti in questo saggio. Il libro ha anche una sua pagina su Facebook e direi che si inserisce magnificamente anche in un contesto di funding partecipativo e di modelli alternativi per il finanziamento della programmazione radiofonica sia pubblica, sia privata (tema, quello della finanza e economia partecipativa, che il professor Bonini segue già da tempo).
Ecco l'indice dei contenuti e gli autori di prefazioni e saggi:

Preface by David Hendy
Introduction. "The Listener as Producer: The Rise of the Networked Listener" (Tiziano Bonini)
[il saggio è liberamente accessibile da Accademia.eu]

Part 1: Interactive Publics (Telephone, Short Message Service, Social Networks)

1.When Speech Was ‘Meaningful’ and Presenters Were Just a Phone Call Away: The Development of Popular Radio Talk Formats in Early UK Commercial Radio (Guy Starkey)

2. Domesticated Voices: Listener ‘Participation’ in Everyday Radio Shows (Jan Pinseler)

3. Radio Audience Interaction: SMS Mobile Texting vs. Facebook (Asta Zelenkauskaite)

4. Listeners, Social Networks and the Construction of Talk Radio Information’s Discourse in the 2.0 Age (Belén Monclús, Maria Gutiérrez, Xavier Ribes, Iliana Ferrer, and Josep Maria Martí)

5. Sports Broadcasting in the Age of Network Society: Engagement with Listeners and Interaction throughout a Collective Experience (Toni Sellas)

Part 2: Productive Publics

6. The Automatic DJ? Control, Automation and Creativity in Commercial Music Radio (Fredrik Stiernstedt)

7. Redefining Co-production in German Radio: Incorporating the Listener in German Radio Plays (Golo Föllmer)

8.Radio Ambulante: Narrative Radio Journalism in the Age of Crowdfunding (Manuel Fernández-Sande)

9. User-Generated Playlists: Radio Music Programming in the Age of Peer-to-Peer Production, Distribution, and Consumption (J. Ignacio Gallego)

10. Community Radio and Participation: Listeners as Productive Publics (Salvatore Scifo)

11. Radio Wnet: From Mainstream to Grassroots:A Case Study of Productive Listeners (Grażyna Stachyra)

12. Getting Listeners Involved: Rádio Ás, a Community Web Project (Stanislaw Jedrzejewski and Madalena Oliveira)

13. The Value of Productive Publics in Radio: A Theoretical Frame on Value Creation in Participatory Culture (Adam Arvidsson)

Onde medie, la fine del monopolio Rai arriva troppo tardi?

Siamo davvero a un passo (legislativo) dalla fine del monopolio - de facto se non ex lege - delle onde medie italiano appannaggio esclusivo della Rai? Come forse ricorderete l'amico Giorgio Marsiglio, esperto di diritto e appassionato di radiofonia, aveva presentato in sede europea una protesta formale che si era tradotta in una procedura ufficiale di infrazione contro l'Italia, "colpevole" in questo caso di non essersi adeguata allo spirito europeo favorevole alla liberalizzazione dello spettro radio. In pratica, e scusate il linguaggio poco tecnico, le onde medie erano solo teoricamente disponibili, ma di fatto "riservate" alla Rai anche a motivo della necessità di coordinamento internazionale nell'assegnamento delle varie frequenze. 
Giorni fa Marsiglio ha annunciato che il Consiglio dei Ministri aveva approvato una prima bozza di un progetto di legge "europea" destinato a risolvere una decina di procedure di infrazione, tra cui quella sulle onde medie. A proposito di quest'ultimo sul sito Politiche Europee possiamo leggere: 
"Il servizio di radiodiffusione sonora in Onde Medie analogico a modulazione di ampiezza (AM) è attualmente esercitato solo dalla Rai mediante gli impianti registrati all'UIT (International Telecomunication Union). Negli ultimi anni la Rai ha iniziato a ridurre la propria presenza nel settore, lasciando in tal modo potenzialmente libere risorse di frequenze che potrebbero essere utilizzate dall'Italia per essere assegnate ad altri soggetti, secondo le regole stabilite dall'UIT e dagli accordi interazionali stabiliti in tale contesto. La nuova norma interviene prevedendo la possibilità di assegnare nuove frequenze per la radiodiffusione in tale banda e disciplinandone le modalità.”
«Quanto sopra - scrive Giorgio Marsiglio - è riportato nel comunicato con il quale il “Dipartimento Politiche europee” rende noto che il 24 dicembre 2014 il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il disegno di “legge europea 2014”. Con tale provvedimento il Governo conta di chiudere 10 procedure d'infrazione e 7 casi “EU pilot”, attualmente in corso contro l’Italia presso la Commissione europea. Ricordo - aggiunge Marsiglio - che fu proprio la mia denuncia presentata alla Commissione Europea nel 2012 (rubricata sotto il numero 3473/12/INSO della suddetta applicazione EU Pilot) ad avviare la procedura d’infrazione contro l’Italia per l’attuale situazione di monopolio nelle onde medie; procedura che ha visto il coinvolgimento anche dell’AGCOM, culminato nella “Consultazione pubblica relativa all’utilizzo, in tecnica analogica e digitale, in onde medie e corte".
Come si ricorderà, nel pubblicare gli esiti della consultazione l’AGCOM affermò che non si poteva in alcun modo condividere quanto sostenuto nella mia denuncia alla Commissione Europea, cioè che non sussiste la necessità, dal punto di vista della quantità di spettro disponibile e dei rischi di interferenza, di limitare i relativi diritti d’uso ricorrendo a procedure per selezionare i soggetti destinatari di assegnazione. Il Governo ha accolto tale impostazione riduttiva della libertà di comunicazione; ad ogni modo il percorso per giungere ad una pur timida rottura del monopolio RAI in onde medie non è ancora terminato, dovendo ora attendere il parere della Conferenza Stato-Regioni, la successiva approvazione in via definitiva del disegno di legge da parte del Consiglio dei Ministri e, infine, l’approvazione della legge eurpoea 2014 da Camera e Senato. Mettiamo già in preventivo un altro anno di attesa.»
Se dovessi esprimere un parere, questo tenderebbe a non essere altrettanto ottimista. È sicuramente possibile che l'iter di questa normativa vada in porto, anche se non credo che basteranno dodici mesi. Ma il punto è tutto quello che dovrebbe seguire dopo, i regolamenti di attuazione, le procedure delineate da Agcom, le regole di assegnazione delle eventuali licenze... Francamente non credo che alla fine di tutto questo percorso, diciamo nel 2017, in Italia ci possa un qualsivoglia interesse nei confronti della trasmissione in modulazione di ampiezza, commerciale o comunitaria che fosse. 
Tutta questa discussione avviene con qualche decennio di ritardo rispetto al pesante deficit che l'Italia ha accumulato sul piano della capacità di regolamentare l'uso dello spettro frequenziale broadcast. Non siamo mai riusciti ad adottare un criterio minimo per un uso realmente condiviso e equo delle risorse per la modulazione di ampiezza. 
L'eventuale adozione di norme per la regolamentazione delle onde medie non basterà a colmare questo divario e con tutta probabilità di dimostrerà inutile: se devo valutare dall'esperienza delle emittenti a bassa potenza in AM emerse in questi tre o quattro anni, e in particolare dalla loro inconsistenza sul piano editoriale, l'eventuale futura offerta di licenze per operatori sulle onde medie cadrà tristemente nel vuoto, a parte qualche onorevole eccezione. Se volete una lezione concreta su come si regolamenta lo spettro per le onde medie andate a scaricare le mappe elaborate dall'autore del blog Radio-Timetraveller (cliccare in alto a destra per le due cartelle dei file "US-CA Daytime/Nighttime Pattern Reference"). Utilizzando i dati tecnici messi a disposizione dalla FCC e dal regolatore canadese, Bill ha messo a punto, per tutte le frequenze tra 540 e 1700 kHz, dei mash-up che visualizzano, per ciascun canale, i "pattern" di irradiazione delle emittenti in onde medie nordamericane. Gli impianti di queste emittenti devono rispondere a criteri molto stringenti per evitare di interferirsi a vicenda, sia in orario diurno, sia soprattutto durante le ore notturne, quando l'onda di cielo (skywave) tipica delle onde medie, permette ai loro segnali di viaggiare ben oltre l'orizzonte ottico.

25 gennaio 2015

RFSpace CloudSDR, ricezione remota da campioni (e multipiattaforma)

Da quasi quindici anni, l'americana RFSpace è uno degli assoluti protagonisti del software defined radio commerciale. L'uso di tecniche digitali per l'acquisizione, la sottoconversione e la demodulazione dei segnali in radiofrequenza ha avuto come spesso accade un inizio profondamente influenzato dalla ricerca hobbystica, in ambito radioamatoriale. Con il suo pionieristico modello SDR14, RFSpace è riuscita ad abbassare la soglia di accesso a queste tecniche raggiungendo anche coloro che non avevano molta dimestichezza con il saldatore.
Tra pochissimo è attesa l'uscita dell'ultimo dispositivo concepito dai progettisti di RFSpace, il modello CloudSDR, un ricevitore SDR a conversione diretta dotato di interfaccia Ethernet. Da questo punto di vista non è la prima volta che RFSpace sceglie l'approccio del ricevitore come "network attached device", optando per una connessione radio-computer di tipo TCP/IP. In precedenza la porta Ethernet ha caratterizzato prodotti come NetSDR e SDR-IP, prodotti di fascia di prezzo piuttosto elevata. Il nuovo CloudSDR offre prestazioni di tutto rispetto a un prezzo annunciato intorno ai mille dollari e ha un obiettivo esplicito: diventare il punto di riferimento nel campo dei ricevitori remotizzabili, cioè controllabili a distanza da un personal computer o da uno smartphone.
Da quello che posso capire dalle informazioni preliminari diffuse in una brochure accessibile attraverso il gruppo Yahoo dedicato al nuovo ricevitore, CloudSDR non offre alcuna novità rispetto a alla possibilità di catturare un'ampia porzione di spettro RF, salvarla sul disco e affettuare demodulazoni e altre analisi in differita (una caratteristica che ha decretato il successo della piattaforma Perseus, per esempio). Esiste la possibilità di visualizzare spettri molto estesi, ma in questo caso la risoluzione minima diventa anche lei piuttosto alta. Il vero plus per CloudSDR consiste nell'Internet server integrato e nella capacità di effettuare direttamente una serie di demodulazioni (AM, SSB, CW ecc.). Per dirla in altri termini CloudSDR non necessita di un personal computer se lo si vuole sistemare in una località libera di interferenze e ascoltare, in tempo reale, a distanza. È sufficiente una connessione in rete. Nella modalità remota, CloudSDR provvede a trasmettere via IP l'audio demodulato e tutte le informazioni grafiche sullo spettro da visualizzare/analizzare. Una caratteristica che lo rende sicuramente molto interessante per chi, come ormai molti radioamatori e DXer, vive in condizioni ambientali poco favorevoli dal punti di vista del rumore radioelettrico. L'altro punto di forza è che il software client che consente di accedere a un CloudSDR remoto sarà disponibile per diversi sistemi operativi, inclusi Linux, Mac e Android. Già oggi è possibile sperimentare i primi prototipi ClousSDR collegati in rete pubblica, scaricando e compilando il software RFSpace SDRAnywhere.
In modalità "connessa", CloudSDR trasmette via Ethernet il segnale I/Q generato dallo stadio di down conversion implementato in FPGA. Sono disponibili tre modalità. La prima, "real-time complessa" prevede una larghezza di banda compresa tra i 10 kHz e 1 MHz, con una risoluzione minima di 0,6 Hz. La seconda, non real-time non-complessa è in grado di catturare l'intero spettro HF fino alla banda dei 6 metri (56 MHz), con una risoluzione minima di 3,5 kHz. Infine la terza modalità, non-realtime complessa, può effettuare scansioni comprese tra i 2 e i 10 MHz di banda con risoluzioni inferiori al kHz a 10 MHz (la stessa banda potenzialmente visualizzabile quando il ricevitore funziona in remoto).
Non è finita qui. CloudSDR è anche un ricevitore wide-band. La sezione SDR vera e propria copre fino a 56 MHz, ma a questa copertura diretta la novità RFSpace aggiunge un tuner al silicio che consente di sintonizzare, campionare e demodulare segnali fino a 1 GHz. Ora non resta attendere per la piena disponibilità commerciale. Nell'attesa, godetevi questo filmato prodotto dall'ineffabile Nil Schiffhauer, uno dei primi a provare CloudSDR con un client Windows.

24 gennaio 2015

Larga banda in HF: una magia ionosferica moltiplica la capacità trasmissiva

Il satellite sembra aver risolto tutti i nostr problemi di comunicazione radio in situazioni "normali" e critiche, specialmente in ambiti professionali, civili o militari che siano. Ma è davvero così? In realtà la comunicazione satellitare continua ad avere i suoi inconvenienti, anche facendo la tara dei costi e delle complessità di qualsiasi messa in orbita. Le antenne del satellite possono non coprire adeguatamente le aree di trasmissione e ricezione, oppure possono richiedere infrastrutture a terra non sempre dispiegabili con facilità, o ancora soffrire di disservizi di varia natura, incluse interferenze e blackout. 
Per questo motivo la propagazione HF via ionosferica continua a rappresentare una valida alternativa, che aziende e organizzazioni non smettono di studiare ai fini di una ulteriore ottimizzazione delle tecniche trasmissive. Tra gli sperimentatori c'è MITRE Corporation, una società no profit che gestisce negli Stati Uniti una rete di centri di ricerca e sviluppo sponsorizzati a livello federale. MITRE ha richiesto e ottenuto dalla FCC, il regolatore americano, un certo numero di frequenze HF per condurre la sperimentazione di un nuovo sistema di trasmissione dati a larga banda sulle onde corte, un sistema che sfrutta la tecnica del MIMO (multiple input, multiple output) già ampiamente utilizzata per la telefonia cellulare LTE su frequenze UHF-SHF. 
MIMO consiste nell'utilizzare un unico canale radio, una singola frequenza per intendersi, per trasmettere più flussi di comunicazione che seguono percorsi propagativi diversi. MITRE intende applicare questo stesso metodo alla trasmissione ionosferica in onde corte sfruttando una particolarità nota ma poco conosciuta del magnetoplasma (la ionosfera è un plasma magnetizzato). Quando indirizziamo un segnale radio verso la ionosfera questo segnale si "splitta" in più componenti magnetiche ortogonali. Due di queste componenti sono perpendicolari al campo elettrico trasmesso, il modo ordinario o O-mode (che in pratica conserva le caratteristiche del segnale originario mentre questo attraverso il mezzo propagativo, in fisica si dice che ha la stessa "relazione di dispersione") e il modo straordinario X-mode, che ha una relazione di dispersione più compessa.
Il risultato di questa separazione - matematicamente complessa - è molto semplice:  sfruttando le due modalità in teoria è possibile trasmettere due canali che operano sulla stessa identica frequenza e sullo stesso tracciato geografico, allargando la banda complessiva. MITRE, come spiega questo articolo di TVTechnology, ritiene di poter ottenere densità comprese tra 1 e 4 bit per Hertz, in pratica un totale di 256 kilobit con correzione di errore per una banda di 100 kHz. I test appena autorizzati dalla FCC avverranno su frequenze comprese tra 2505.00 - 4100.00, 4210.00 - 4995.00, 5005.00 - 6210.00, 6320.0 - 8250.00, 8450.00 - 9995.00, 10005.00 - 12200.00, 13500.00 - 14990.00 e 15010.00 – 16000.00 kHz.
Un paper già pubblicato da MITRE, fornisce tutti i dettagli di queste tecniche, mentre se volete leggere una analisi a uso e consumo dei radioamatori vi suggerisco questa presentazione della Katy Radio Amateurs Society, tra l'altro molto utile per approfondire l'argomento della propagazione in HF.

Quadrus, SDR "military grade", ora anche al pubblico generico


Spectrafold annuncia la disponibilità di Quadrus SDR, una piattaforma software defined radio multi-canale da 320 MHz di larghezza di banda analogica, originariamente pensata per applicazioni militari e professionali. Gli ordini - è prevista una lista di attesa - partono da un minimo di 1.500 dollari per il modello DRU-244A-1-1-PCI, una scheda per slot di espansione PCI credo a 4 canali. Non ci sono molti dettagli sull'assetto sociale di Spectrafold ma sul sito ci sono diversi materiali interessanti, inclusi alcuni white paper da scaricare. C'è anche una sezione blog i cui contributi sono firmati HA6QU, un call radioamatoriale corrispondente a un ingegnere elettronico ungherese, Bertalan Eged. Il suo nome compare su uno dei documenti disponibili sul sito, insieme a quello di Benjamin Babják e il riferimento a un'altra società ungherese, Sagax Communications. Può darsi che Spectrafold nasca come attività commerciale di Sagax, che a quanto sembra di capire è fornitore NATO. 


Military-Grade Software Defined Radio Receiver Platform Now Commercially Available for Building Better Receivers
Phase-coherent, Multi-channel Quadrus Platform Brings New Features to Commercial Market 
Spectrafold Technologies today released the Quadrus software defined radio (SDR) platform for commercial use, enabling access to advance, professional-grade platform for signal intelligence, spectrum monitoring communications systems and missions. The long-standing platform has features are still unmatched by other commercially available products, and include four cutting-edge, phase-coherent antenna inputs with 16 bit, 80 MSPS; high-sensitivity, high-dynamic range Analog-to-Digital Converters (ADCs) driven by a low phase noise; and high-stability sampling clock. The input signal chain also contains a Low-Noise pre-Amplifier (LNA) and an input leveling attenuator providing the necessary sensitivity while still maintaining the proper input drive. The architecture provides the capability of using high gain antennas, and standing against the overload by the crowded radio spectrum.
"Today there is strong international community of radio enthusiasts and listeners using SDR technology, looking for platforms that implement advanced radio signal processing algorithms,” said Dr. Bertalan Eged, chief architect of the Quadrus. "Physically and logically phase-coherent multi-channel SDR platforms provide the capability to implement various algorithms and receivers such as diversity reception, interference cancelling, beam forming and correlative receivers. These applications can help to deliver better sensitivity, more stable fading free reception, longer connectivity and collecting more information on the radio signal environment.”
The platform input bandwidth is wide enough to be used up VHF/UHF bands as Direct Digital Receiver (DDR). The samples are fed into an FPGA, where a non-blocking switch matrix is used to forward them to the input of the four on-board receiver signal processors. The on-board processing is capable of forming a 16 multi-channel receiver. The platform also features a standard PCI interface for PC integration, and comes with a Windows32 bit kernel driver and fully open API, which can be downloaded from the website along with the operating SDR software. The SDR receiver software has remote control capability for system level integration via TCP/UDP/IP links. Further details on these capabilities are available at the Spectrafold website. The system has spectrum recording capability to binary files, some example can be downloaded for evaluation purposes.
The Quadrus API is available as a Windows DLL, and developers and system integrators may download it from the SUPPORT page on the Spectrafold website. The hardware API is meant for direct hardware access, but a higher level remote control interface API is available as well, which can be used to (i) set up the receiver channel parameters and to (ii) access the IF as a UDP/IP stream. If you prefer to not use any of these methods, it is possible to fall back to a virtual audio card connection between the SDR software and external applications, like decoders and post processors.
Additional information on the performance and usage scenarios is available in the BLOG. Users interested in experimenting with the hardware can gain access to remote access to a computer with SDR hardware digitizer and installed SDR software. Interested parties should contact the team by email: quadrus (dot) eval (at) spectrafold (dot) com
Hardware orders may be placed through the manufacturer’s ORDER page. Standard secure payment option is provided via PayPal. International shipment by UPS is part of the service. The hardware is manufactured in batches with limited stock. Introductory pricing starts at $1490.

15 gennaio 2015

Metto la radio in valigia e riparto per raccontarla.

La vita è fatta anche di fasi di ansia e stanchezza, che fanno sfumare la voglia di parlare del mezzo di comunicazione più bello del mondo. Ma le voglie, anche le più sopite, non vengono mai meno e riemergono. 
La radiofonia che ho conosciuto quarant'anni fa, quando ad attirarmi fu soprattutto il fascino di quelle trasmissioni lontane, in tante lingue, è praticamente finita, anche se sulle onde corte internazionali esiste ancora qualche simulacro di attività, ma questo non significa che intorno alla radio non succedano più cose nuove. Mi sforzerò di tornare a raccontarla con regolarità e voglio cominciare da questo progetto dell'agenzia radiofonica romana AMISnet, che riprende e rilancia la vecchia "radio in valigia" attiva nel 2001 nei giorni del G8 di Genova (ricordate Radio Gap?).
Ora AMISnet sta cercando, tramite il sito di crowdfunding di Progetti dal basso, di mettere insieme i 3.500 euro necessari per una nuova "radio in valigia" ad alimentazione solare, da utilizzare «più che raccontare le emergenze [...] per prevenirle, favorendo autentici spazi di informazione, comunicazione e confronto, ma anche realizzando laboratori e incontri con scuole e associazioni.» È anche un momento, questo, di particolare fervore nell'ambito delle Web radio, mentre mi sembra di capire che l'altro tema tiepido se non caldo del recente passato, quello dei piccoli impianti più o meno hobbystici attivi sulle onde medie, si sia già praticamente esaurito, almeno sul piano del rinnovamento normativo (qualche frequenza è ancora attiva, purtroppo i 1350 kHz non si sono spostati). Quello di AMISnet rappresenta molto bene lo spirito indipendente e al tempo stesso solidale che caratterizza certe imprese radiofoniche da decenni a questa parte e la tecnologia ha moltiplicato le opportunità in questo campo. Aiutiamola a realizzare i suoi obiettivi!